E’ scontro tra i candidati a sindaco: le accuse di Greco, il rammarico di Melfa e le smentite di Spata e Morgana.
Oggetto dello scontro, la localizzazione del GNL (Gas naturale liquefatto), uno dei pacchetti compensativi previsti nel Protocollo d’intesa siglato all’atto della chiusura della Raffineria di Gela. Pare – il condizionale a questo punto è d’obbligo – che sia stata messa in discussione la prevista localizzazione a Gela dell’hub, a vantaggio di Porto Empedocle.
Abbiamo raccolto le opinioni dei quattro candidati.
Nel protocollo d'intesa del 6 novembre 2014, l'Eni si impegnava nella elaborazione di uno studio di fattibilità sul progetto Gln/Gnc (art. 3.6 del protocollo). Nell'ambito del programma europeo "Lng Blue Corridors", Eni stava valutando investimenti funzionali alla creazione di una vera e propria "supply chain" aziendale (una catena di distribuzione delle varie attività di logistica).
Lo studio di fattibilità verteva in concreto sulla realizzazione di un polo logistico, ad integrare sinergicamente gli assets di logistica e le infrastrutture portuale esistenti, di Gas Naturale Liquefatto (Gnl) da utilizzare come carburante e/o combustibile, con riferimento al trasporto pesante terrestre ed a quello marittimo, oltre che di Gas Naturale Compresso (Gnc) da da utilizzare come carburante e/o combustibile, ma con riferimento alle altre aree del mediterraneo non metanizzate.
A distanza di quasi due anni, nel settembre 2016 venne firmata, anche in continuità con quanto stabilito nel Protocollo di Intesa di cui sopra, una "Lettera di Intenti" per lo studio di fattibilità di una base logistica di Gas Naturale Liquefatto (Gnl) a Gela. A sottoscriverla furono il Mise, la Regione Siciliana, il Comune di Gela rappresentata dall'amministrazione Messinese e l'Eni.
Sempre l'amministrazione Messinese sponsorizza un "master plan" ancor più ambizioso perché allarga l'orizzonte progettuale anche al turismo da crociera, in aggiunta al trasporto marittimo ed alla cantieristica navale, coinvolgendo il porto rifugio (insabbiato) accanto il porto isola. Il Sindaco lo comunica alla città con al suo fianco dirigenti di Eni che nel Piano di sostenibilità Eni 2017 a Gela, in un riga del corposo dossier, rivelava di aver completato lo studio di fattibilità incluso nel protocollo di 3 anni prima.
Siamo già sul finire del 2017 e sono passati più di tre anni dal, nel frattempo soprannominato, Protocollo di Santo Stefano. La stagione invernale raffredda di nuovo la vicenda, nonostante un dossier primaverile presentato dall'assessore regionale all'energia, Alberto Pierobon, in sui parla fra l'altro anche di Gnl a Gela. Si arriva all'estate del 2018 allorquando è Elio Melfa, in rappresentanza di Federmetano, a ritornare sull'argomento in un incontro in cui è spalleggiato dal vice sindaco Simone Siciliano, con gli assessori regionali Turano (attività produttive) e Falcone (infrastrutture), al fine di sollecitare il Mise a riattivare un percorso che si era nuovamente, con tutta evidenza, impantanato.
Lo stesso assessore Siciliano rivendica l'impegno assunto dal Governo Musumeci sull'hub logistico relativo al gas liquefatto con delibera di giunta n. 347/2018. Ma a seguire è il nulla di fatto, mentre il consiglio comunale sfiducia Messinese, tutti vanno a casa e si apre la gestione commissariale dell'ente.
Senonché, all'apertura della campagna elettorale per le comunali del prossimo 28 aprile, ad alzare il livello dello scontro tra i candidati a sindaco è propria la polemica sul Gnl. Ad accendere la miccia sono ambienti vicini al candidato Lucio Greco, in particolare uno dei maggiori sponsor alla sua candidatura ed ex assessore comunale nella giunta Messinese, Francesco Salinitro.
L'architetto gelese accusa il governo nazionale di voler boicottare il progetto gnl a Gela, trasferendolo a Porto Empedocle secondo quanto avrebbe lasciato intendere ai media in alcune sue esternazioni rilasciate in occasione della visita nell'isola del Presidente della Repubblica popolare cinese, Xi Jimping, il sottosegretario leghista allo sviluppo economico, professore ed economista palermitano che da 10 anni vive e lavora in Cina, Michele Geraci.
In una nota giunta in redazione, il candidato di “Un'Altra Gela-Una Buona Idea-Azzurri per Gela-Uniti Siamo Gelesi-Solo per Gela”, Lucio Greco, rincara la dose: «di fronte a questa possibilità che suona come una vera provocazione – si legge nel documento -, stupisce come un candidato a sindaco, il leghista Spata, tenti di sminuire la gravità della proposta del sottosegretario leghista, non solo non prendendone le distanze, ma considerandola addirittura una semplice eventualità.
Cosa insegna questa vicenda? Che a Gela continua a registrarsi un drammatico vuoto politico, nonostante la nostra comunità abbia fortemente contribuito ad eleggere come suoi rappresentanti anche deputati e senatori della compagine governativa. Da tutte le parti che hanno sottofirmato il protocollo, mi aspetto una reazione decisa a questo colpo di mano».
Pronta la smentita del candidato di “Lega-Udc-Fdi-Avanti Gela-Spata Sindaco”, Giuseppe Spata: «ho avuto modo di confrontarmi con il sottosegretario Geraci - ci risponde l'esponente salviniano - e la notizia circolata in città risulta infondata. Il presidente Xi, in visita a Palermo, ha chiesto di fare una ricognizione sui porti siciliani, come Palermo e Catania, che permettono l’attracco di navi cargo grazie alla profondità dei loro fondali. Gela purtroppo non ha un’infrastruttura adeguata.
Spetta invece alle forze politiche locali portare avanti quanto definito sul Gnl nel protocollo di intesa. I riferimenti nazionali sono determinanti se si vuole incidere sul nostro territorio e cambiarlo. La storia insegna che altri percorsi non esistono. Diversamente si rischia l’isolamento politico e questo non possiamo più permettercelo».
Ancor più categorico il candidato del “M5S”, altro partito del Governo Conte, Simone Morgana: «in merito alla asserita creazione di una stazione Gnl - replica alla nostra domanda l'avvocato grillino -, abbiamo subito chiarito che non vi è alcun progetto esecutivo che viene tolto, o lasciato alla città. A seguito del protocollo e su richiesta politica, Eni si impegnò a valutare se vi fossero le condizioni per una stazione del genere. Lo studio non ha avuto seguito.
La giunta regionale, tra i tanti indirizzi per lo sviluppo di Gela, parla anche di questo, sottolineando però che non vi è alcuna valutazione occupazionale e dei rischi ambientali. Non siamo contrari a diverse forme di sviluppo, ma non possiamo raccontare una bugia alla città. Per Gela, si è pensato solo di verificare la fattibilità di un'opera del genere. Tutto qui».
Anche il candidato di “Ripartiamo da Zero-Melfa Sindaco”, Maurizio Melfa, da noi contattato, interviene sulla vicenda: «purtroppo – ci dichiara l'imprenditore gelese –, spiace constatare come ciò che doveva essere realizzato a Gela, sarà destinato ad essere realtà altrove. Il nostro porto, l’insabbiamento e altre problematiche irrisolte, molto probabilmente, non consentiranno di poter creare una base logistica di Gnl. Si tratta di un altro treno che abbiamo perso.
Di questo, dovremmo ringraziare una politica che se n’è sempre infischiata, lasciando un porto che potrebbe essere un “hub” logistico di sviluppo, con tanti problemi e senza proporre o attuare soluzioni. Da sindaco, farò subito il possibile per mettere a regime le nostre infrastrutture: non possiamo permetterci di sprecare altre occasioni per investimenti e sviluppo».
Onestà intellettuale impone però alcune precisazioni. Innanzitutto esiste, depositato al Mise, un progetto che riguarda Porto Empedocle, presentato nel 2006 da Nuove Energie Srl e che ha ottenuto con esito positivo la Valutazione d'impatto ambientale (Via) nel già lontano 2008. Si tratta, però, di un progetto di impianti di “Rigassificazione”. E' bene precisare che il gas naturale liquefatto (Gnl) è il nome dato alla forma liquida del gas naturale (Gn), ottenuto abbassandone la temperatura fino ad un valore pari a -160°C. E' trasparente ed inodore, non corrode ed è pulito, cioè non tossico.
Viene prodotto e stoccato in appositi serbatoi che lo mantengono in forma liquida per essere poi distribuito in tale forma. Un rigassificatore, invece, è un impianto che permette di riportare il gas naturale dallo stato liquido (Gnl) utilizzato specialmente per il trasporto marittimo ed i complessi industriali, a quello gassoso che serve soprattutto per il trasporto terrestre e l'utenza civile. Quindi, un conto è parlare di terminal per lo stoccaggio e distribuzione di Gnl altro è parlare di rigassificatori. Si tratta di impianti, benchè non di rado complementari, che sono e rimangono distinti.
In secondo luogo, che i propositi siano vertenti sulla creazione di un terminal di stoccaggio e distribuzione del Gnl a Porto Empedocle e non di un rigassificatore, lo confermano non tanto le “presunte” affermazioni di Geraci, quanto le perentorie dichiarazioni del Presidente dell'Autorità portuale palermitana, Pasqualino Monti, il quale prevede per Porto Empedocle, “sentite le popolazioni locali, la costruzione di un terminal di rifornimento per le nuove navi alimentare da Gnl”.
Ma la notizia, risalente a metà febbraio nel corso di un convegno a Siracusa, veramente sfuggita a tutti, è un'altra. Il Governo italiano ha disposto che entro il 2025 tutti i porti della rete transnazionale europea dovranno essere in grado di fornire Gnl alle navi, con tanto di distributori Gnl per autocarri, sulla rete stradale.
Attraverso il progetto “Gainn4Mos”, il Ministero Infrastrutture e Trasporti, ha individuato il porto di Augusta quale sito per avviare la realizzazione di una rete di distribuzione e gestione di impianti di stoccaggio Gnl. L'Amministrazione Messinese ha chiesto di entrare a far parte del Sistema portuale della Sicilia Orientale ed è più volte trapelato da fonti interne all'Autorità, a partire dal vertice apicale, che darebbero il benvenuto a Gela ed ad uno sbocco nel mediterraneo da abbinare a quello sullo ionio.
Sicché Gela si ritrova costretta per ragioni solo e meramente “geopolitiche” a non far parte della Sicilia orientale, quando invece ne fa parte a pieno titolo, per rapporti geografici, storici, commerciali e sociali. La Regione ignora un diritto acquisito da Gela (con Niscemi e Piazza Armerina) al passaggio alla Città metropolitana di Catania, costringendola a stare nella Sicilia Occidentale, la cui Autorità di sistema portuale, però, parte da Termini Imerese, prosegue attraverso Palermo e Trapani, per poi fermarsi a Porto Empedocle. Esclusa da una parte ed esclusa dall'altra. Fuori da tutto, abbandonata all'oblio post-industriale. E' questa sullo sfondo, l'immagine di una vicenda con annessa polemica, utile solo a svelare l'ennesima, amara, constatazione.