Nicola Zingaretti (nella foto) è il nuovo segretario del Partito democratico.
Si è imposto con il 66% delle preferenze, ben oltre le più rosee aspettative dello stesso e dei sondaggi che lo davano per favorito, ma con percentuali di consenso minori. Sconfitti nettamente gli avversari Maurizio Martina (22%) e Roberto Giachetti (12%). Zingaretti ha salutato la vittoria ringraziando «l'Italia che non si piega». Invero, si sono recati ai gazebo in meno rispetto alle precedenti primarie, ma a questo appuntamento congressuale, stavolta, si è arrivati con molto meno fragore mediatico. La sensazione è che i dem temessero il crollo, anziché il semplice calo ed ora, la speranza è che gli oltre 1 milione e 600 mila votanti, riaccendino la luce in fondo al tunnel.
A Gela i votanti dalle 8 alle 20 di domenica scorsa, secondo i dati raccolti allo spoglio ma non ufficiali, sarebbero stati in totale 1195, in media 2 ogni minuto. Zingaretti ha totalizzato 729 preferenze, contro le 438 di Martina e le 19 di Giachetti, 7 le schede bianche e 2 le nulle. «Il Partito Democratico riparte con maggiore forza – commenta il segretario locale, Peppe Di Cristina, da noi contattato – benché tutti siamo consapevoli che ci sarà ancora moltissimo da lavorare. Personalmente mi sono schierato con Zingaretti il cui modello è quel modello del “Noi”, indispensabile per una grande forza plurale e riformista, che sappia arginare i populismi e i qualunquisti. Un modello che va esteso ai territori, a cominciare da Gela».