Dopo i governi di centrosinistra e la piuttosto controversa esperienza amministrativa dei grillini, al centrodestra – purché unito - non rimarrebbe che ricevere il testimone nella guida della città, specie secondo i risultati delle Regionali e delle Politiche.
Solo un centrodestra unito può ambire a quel 40% che assicurerebbe la vittoria già al primo turno. Ma una tale coalizione non può prescindere dall'accordo tra da un lato, la Lega di Salvini in forte crescita nei sondaggi lungo tutto lo stivale e, dall'altro, da Forza Italia di Berlusconi che nonostante sia data in calo nel paese, in città è il primo partito sancito dalle ultime elezioni politiche, nonostante il cappotto dei grillini nei seggi conquistati in tutta l'isola, oltre che nel meridione.
La Lega ha battezzato la nascita del circolo gelese cui presidente è il dottore commercialista Giuseppe Spata (nella foto all'impiedi), un boy-scout (Agesci) cresciuto e formatosi in età adulta con l'antimafia (Libera). E lo ha fatto come si deve, con la presenza non solo del deputato del collegio, vale a dire l'on. Alessandro Pagano, ma anche e soprattutto con il coordinatore nominato da Salvini per la Sicilia, il sottosegretario Stefano Candiani (nella foto a destra). A conferma che il trend è in ascesa anche a Gela, si è registrato il tutto esaurito nella ex chiesa di San Giovanni.
Candiani ha confermato la linea tenuta nel primo tesseramento del partito nell'isola, inteso a soddisfare l'esigenza fondamentale di creare innanzitutto una classe dirigente, uno zoccolo duro di aderenti, per poi allargare ad altri negli anni successivi. Ecco il perché di poche tessere messe a disposizione dei neonati circoli di partito, tra cui quello di Gela, sesta città della Sicilia. Ciò ha aperto una ferita, rappresentata dall'esclusione di salviniani della prima ora, con in testa il candidato di Noi Con Salvini alle ultime amministrative, Antonio Giudice, nonché il consigliere comunale uscente del partito, Farruggia, che probabilmente si protrarrà per tutta la campagna elettorale, prima di rimarginarsi del tutto.
A differenza di Caltanissetta, dove per le prossime amministrative nel capoluogo nisseno la Lega ha ufficializzato la candidatura a sindaco di Oscar Aiello, a Gela si è però preferito non ufficializzare per il momento la candidatura, in segno di apertura al dialogo verso tutti. I primi ad aderire, anche a livello nazionale invero, sono stati quelli di Adinolfi, recentemente sceso in città, ossia il Popolo della Famiglia, quinto partito a Gela secondo i risultati delle ultime elezioni politiche. Apertura verso tutti, ma con un'unica eccezione: Forza Italia. A porre il veto ad un'alleanza con i forzisti è stato direttamente l'on. Pagano, trascinandosi dietro una serie repliche e controrepliche.
Ma la vera risposta di Forza Italia alla fin fine qual è stata? Quella di dividersi al suo interno. La nomina a Commissario cittadino - fino al Congresso - di un uomo serio ed un professionista competente, l'avv. Filippo Incarbone, che ha la sola colpa di essere vicino al deputato regionale e coordinatore provinciale del partito, Michele Mancuso, è stata accolta con assoluta freddezza dalla deputata nazionale Giusy Bartolozzi e con forti dissapori dal già deputato regionale e presidente della provincia, Pino Federico.
Insomma, quella che sembrerebbe affiorare in superficie è una rottura netta tra Mancuso e Federico dopo la “tregua natalizia”. Federico rinfaccia a Mancuso, cui spetta la nomina del Commissario cittadino, condotte arroganti e scelte non condivise. Per poi rincarare la dose, accusandolo al pari del leghista Pagano di voler rompere il fronte unitario del centrodestra: per dirla tutta, Mancuso che è originario di Milena, unitamente a Pagano originario di San Cataldo, mirerebbero unicamente a non far vincere il centrodestra a Gela.
Ma è proprio così? Con Federico che minaccia di non mettere candidati nella lista di Fi, toccherebbe a Mancuso ed alla Bartolozzi riempirla ed assumersene la responsabilità dei risultati, oltre a mettere il candidato a Sindaco, che diversi "rumors" hanno da tempo individuato nel prof. Massimo Catalano; a meno di virare verso Lucio Greco. Per Mancuso, cioè, il gioco vale davvero la candela? O magari il coordinatore provinciale si sta solo riservando di dare un domani il via libera alla candidatura di Pino Federico, mentre oggi si è già protetto le spalle con la guida del partito cittadino?
Se Federico non rientra e resta fuori, ogni ipotesi diventa possibile, specie la grande ammucchiata contro Lega e Movimento a 5 Stelle a cui stanno già lavorando a Palermo. Ed anche in quel caso, altro che centrodestra al governo della città! Nel centrosinistra infatti le cose non sono messe meglio.
Il Pd di fatto non ha ancora messo una pezza sulla diaspora con i dem che erano confluiti in Sicilia Futura, a cui vanno affiancati i “renziani” pro-Faraone. La leadership del partito a Gela non è renziana, con in testa il segretario cittadino Di Cristina, pronto a rilevare Gallè nella segreteria provinciale. Dicono di lavorare a due liste, con o senza simbolo e si discute se è il caso di fare Primarie di partito o di area, in caso di adesioni da parte di altre liste civiche a cui lavorerebbero esponenti della sinistra cittadina.
Grillini cautamente a fari spenti per non mettere in luce la conflittualità perdurante ed ancora irrisolta tra “portavoce” eletti (deputati) ed uscenti (consiglieri comunali) da una parte e “attivisti” del meet-up dall'altra. I centristi raggruppatisi attorno la disponibilità a scendere in campo del consigliere comunale uscente Enzo Cirrignotta, non possono far altro che rimanere in attesa dell'evolversi degli eventi. Maurizio Melfa ha ufficializzato la sua candidatura a sindaco.
Tre anni fa fu l'ultimo a scendere in campo, stavolta ha preferito essere il primo, anticipando tutti. Melfa è già in giro per la città, specie per raccogliere adesioni tra quelli delle partita iva, tra commercianti ed imprenditori. Per ora è una corsa solitaria, ma non è detto.