Gli anni passano veloci, ma certe situazioni non cambiano. E io mi incazzo fortemente quando devo leggere notizie del mondo politico che mi riportano a quaranta anni fa.
Negli anni ’70 la politica gelese era gestita da pupari che risiedevano a Caltanissetta e Palermo, pupari che avevano occupato i partiti (specialmente quelli più strutturati come Dc e Pci) e imponevano il loro volere ad una classe politica locale che era e doveva rimanere subalterna, col solo contentino di potere eleggere magari qualche deputato regionale che non rompesse le scatole e che se ne stesse bravo bravo al suo posto. E i gelesi votavano in massa i vari Volpe, Sinesio, Alaimo, Traina e compagnia bella.
Dopo quarant’anni nulla è cambiato, se devo prendere atto che in Forza Italia (raggruppamento privo di qualunque meccanismo democratico, in cui il potere viene “calato” dall’alto ai nominati di turno) il “boss” dell’orma disttutta ex provincia di Caltanissetta, il deputato regionale Mancuso, revoca e nomina coordinatori a proprio piacimento facendosene un baffo dell’altra metà del partito.
Anche nella Lega il potere è a Caltanissetta, ed è impersonato dal “grillo” Pagano, che salta da un partito all’altro come neanche un’olimpionico di atletica leggera, avendo transitato in pochi anni da Forza Italia al Nuovo Centrodestra di Angelino Alfano e ora accasatosi all’ombra di Salvini. Anche in questo caso i nisseni della Lega hanno occupato (per nomina concessa) il potere lasciando emarginati i militanti della prima e della seconda ora.
Altro che democrazia! Siamo nel bel mezzo della “bullocrazia” politica nissena, con pochi elementi che si permettono il lusso di fare i bulli nei confronti degli elettori gelesi, di stabilire il candidato sindaco a proprio piacimento e i candidati consiglieri in base alla fedeltà dimostrata.
La “bullocrazia” nissena (e mi incazzo ancora di più) è visibile nel comparto della Sanità, in particolare all’Ospedale di Gela, dove mancano mezzi, personale medico e paramedico, ma manca pure una decente organizzazione, almeno in qualche reparto.
Mi raccontano di una adolescente con febbre a quasi quaranta gradi che al Pronto Soccorso, dopo essere stata visitata, è stata lasciata abbandonata in sala d’aspetto per per oltre due ore, senza avere ricevuto alcuna diagnosi né terapia, fin quando il padre ha deciso di portarla da un medico che le ha diagnosticato una broncopolmonite. Sembra che fatti come questo, al Pronto Soccorso gelese, siano all’ordine del giorno, e allora evidentemente c’è qualche serio problema di organizzazione da rivedere.
Tra l’altro mi risulta che non vi fosse in servizio neanche uno dei volontari che, secondo lo “strombazzamento” di alcune associazioni, dovrebbero presidiare il reparto per assistere i pazienti. Ma si sa, una cosa è la presenza mediatica, un’altra la realtà dei fatti.
Ecco, ho raccontato (ma solo in parte) come funziona la “bullocrazia” nissena, il governo da parte dei bulli. Ma siamo ancora disposti a farci bullizzare? O non è meglio che, dopo una sana incazzatura, ci mettiamo seriamente a lavorare per la nostra dignità?