E’ come in una festa patronale dove a stento riesci a camminare – tanta è la gente che occupa la strada – ma se chiedi alla bancarelle, i titolari si lamentano che stanno vendendo poco o nulla.
Tutti incontrano tutti, all'insegna della massima apertura e dell'inclusività, ma di serrare le fila e cominciare a delineare candidature a sindaco e programmi, non se ne parla nemmeno. Sicché, tanto e persino troppo è il fumo, mentre dell'arrosto non vi vede manco l'ombra.
Partiti e movimenti si incontrano, discutono, obiettano, pongono i primi veti, ma tengono ancora ben celate ambizioni e candidature.
Per non bruciarle, come si suol dire, proteggendole da chissà cosa. Come se non si intuissero già. Addirittura alcuni minacciano di andare in avanscoperta, anticipando tutti. Ma poi, per tradurre le parole in fatti, di acqua evidentemente sotto i ponti ne deve ancora passare.
Il centrodestra si è riunito nel fine settimana scorso. Un incontro pubblicamente annunciato, ma alla fine svoltosi a porte chiuse, precludendo l'accesso ai media. Le delegazioni di tutti i partiti si sono guardate in faccia, lasciando fuori dal confronto, per il momento, movimenti e reti civiche che si muovono in questa area politica. Nessun comunicato stampa congiunto è stato inviato. Insomma, in concreto un nulla di fatto, condito da generiche proposizioni. In pratica, ogni partito si è riservato così di condurre trattative referenziali con altri, specie i movimenti civici, come puntualmente è con immediatezza accaduto, già a partire dall'indomani.
Un'intesa, invero, già sulla carta esiste ed è quella tra Lega e Fratelli d'Italia, nel quale nuovo co-coordinatore locale con Raniolo è Scuvera (ex Fi), dettata dall'accordo nazionale in vista delle europee. Ma una cosa sono le elezioni europee, altra cosa sono le elezioni amministrative, dove sottobanco può accadere di tutto e di più, soprattutto se non si riesce a trovare un compromesso che unisca tutte le anime della coalizione.
I centristi di “Noi con l'Italia” ed “Energie per l'Italia” rimangono osservatori attenti, dialogando con tutti. Pino Federico, che ha mezzo accordo con pezzi dell'oramai ex Sicilia Futura, rimane con un piede dentro ed un piede fuori Forza Italia, mentre “Diventerà Bellissima” rischia di diventare il capro espiatorio contro cui fare campagna elettorale, se la gestione della città da parte del Commissario continua ad essere “equivocata” come azione politica bella e buona.
Nel centrosinistra qualche ex cespuglio di quello che fu l'Ulivo si sta muovendo. L'obiettivo è quello di fare una o due liste affiancandole ad un Pd rimasto prigioniero nel frattempo della ragnatela congressuale. In Sicilia, nuovamente, si rasenta il grottesco nel Partito democratico con una candidatura unitaria per la segreteria regionale che viene fatta saltare all'ultimo momento, ne deriva una spaccatura in due fazioni con altrettanti candidati, per poi finire con il ritiro della Piccione pochi giorni prima le Primarie di domenica prossima che, se confermate, vedranno a quel punto la gente andare a votare ai gazebo Davide Faraone, in qualità di unico candidato rimasto.
Una sorta di elezione per acclamazione come avveniva nelle vecchie sezioni, ma sotto le mentite spoglie dei gazebo di riferimento dei circoli, mortificando la base del partito e svuotando di ogni valore democratico lo strumento delle Primarie.
Si può parlare di calma apparente nei pentastellati locali ma una linea di demarcazione tra attivisti del meet-up e portavoce eletti si palesa ancora manifestamente, con una parte che snobba le iniziative dell'altra e viceversa. Si muovono i movimenti civici, ma a macchia di leopardo e senza aver definito, anche loro, alcunché. A trionfare è la circospezione tra chi vorrebbe un “civismo vero”, senza se e senza ma, temendo invece di sconfinare in un “civismo mascherato” e chi pur partecipando ad un percorso civico, reputa opportuno, per vincere, continuare a strizzare l'occhio a questo o quel partito.