Gela è una città in crisi, in cui le emergenze, sui rifiuti, l'acqua, l'inquinamento ambientale e tanto altro, si rincorrono.
Le casse comunali non sono floride e si proviene dall'interruzione di un'esperienza politico-amministrativa, scaturita dalla prima sfiducia di un sindaco nella storia repubblicana del comune. In tanti si chiedono, a fronte di ciò, quali caratteristiche, capacità ed abilità deve incarnare il futuro primo cittadino.
Lo abbiamo chiesto al consigliere uscente del Pd, Guido Siragusa (nella foto): «il fallimento dell’esperienza Messinese – ci risponde Siragusa – sta proprio nella incapacità dimostrata dal M5S a selezionare una classe dirigente capace. Infatti, un buon Sindaco deve avere, innanzi tutto, conoscenza della macchina amministrativa, unita alla capacità di mediazione politica e, soprattutto, esperienza maturata nella gestione pubblica: insomma, tutto il contrario di quello che ha rappresentato il governo cittadino targato Messinese».
Anche il consiglio comunale non è uscito indenne da colpe ed è sovente apparso come un branco di cani sciolti, cosa che sembra riproporsi in questi primi mesi in cui si lavora a proprie liste e tutti incontrano tutti. «In effetti – sottolinea l’esponente piddino Guido Siragusa – questa sarà la campagna elettorale più lunga dall'introduzione dell’elezione diretta dei sindaci e rispetto alla precedente campagna elettorale si denota un’ulteriore indebolimento dei partiti tradizionali. Stiamo assistendo al proliferare di tanti “contenitori elettorali” che dovranno ad un certo punto dimostrare tutta la loro consistenza, per cui – sottolinea l'esponente dem – al fine di evitare che Gela ricada in mani di ambiziosi avventurieri, è necessario che si vada oltre gli steccati di pseudo coalizioni e di inutili personalismi».
In tutto questo il Partito Democratico come sta? E cosa farà? «A differenza di altri – rammenta il consigliere comunale uscente – il Pd ha dimostrato serietà e coerenza nei rapporti con la precedente amministrazione, combattendo ostinatamente la sua incapacità, senza mai cadere alle lusinghe di chi riteneva che attraverso il “mercimonio” si potesse governare una comunità. Ritengo che a livello locale il partito goda di buona salute e lo dimostrerà nel campo delle proposte programmatiche, oltre che nelle presentazione di una buona lista. Lo stesso segretario cittadino uscente ha fatto un buon lavoro e pertanto sono sicuro che in sede congressuale gli verrà confermata piena fiducia».
Scendendo sul piano personale, infine, abbiamo chiesto a Siragusa se c'è stato qualcosa che non gli è andato giù nei tre anni e mezzo di consiliatura passata e se ha intenzione di ricandidarsi: «invero qualcosa c'è – replica prontamente Siragusa – e cioè il non essere riuscito ad isolare alcune “mele marce”. Per il resto – continua il consigliere comunale uscente del Pd – ho avuto l’onore di fare il consigliere comunale per 7 anni e penso di avere lavorato tanto. Su mia iniziativa – ci ricorda - sono stati approvati: il regolamento della sosta a pagamento, quello della gestione e l’uso degli impianti sportivi, del trasporto disabili e del funzionamento delle commissioni consiliari.
Ho inoltre intrapreso tante iniziative per sensibilizzare chi amministrava al corretto uso delle Royalties petrolifere e posso fregiarmi di avere condotto una personale battaglia politica (anche contro qualche Presidente della Regione) per far sì che i soldi delle compensazioni minerarie, ex art. 8 delle legge 3 luglio del 2000, finanziassero nostri progetti. Ciò – conclude Siragusa – mi pone nella condizione di potere serenamente affermare che non sono disponibile ad autocandidature in qualsiasi ruolo». Della serie – e non crediamo di interpretare male – dopo l'impegno dimostrato non c'è interesse verso ulteriori “autocandidature”, semmai dovranno essere altri, avendone apprezzato il lavoro compiuto, a candidarlo ed a convincerlo in tal senso.
Intanto il Pd entra ufficialmente nell'agone congressuale, almeno a livello regionale. Fallito il tentativo di giungere ad una candidatura unitaria, sarà scontro durissimo ed incerto tra il “renziano” Davide Faraone sostenuto anche dai “Partigiani Dem” e la “zingarettiana” Teresa Piccione, in realtà vicinissima all'ex segretario regionale Giuseppe Lupo, sostenuta quindi anche dalla “AreaDem” che si rifà a Franceschini. Un partito di fatto diviso a metà, come testimonia il gruppo parlamentare all'Ars, con 6 deputati a supporto di Faraone e 5 a supporto di Piccione, tra i quali ultimi c'è anche il gelese Giuseppe Arancio.
A cascata tale divisione dovrebbe dispiegarsi a livello provinciale, sebbene nel libero consorzio nisseno, ad esempio, zingarettiani e area dem sono in stragrande maggioranza e decideranno chi sarà il prossimo segretario provinciale: tra i nomi dei candidati circola anche quello dell'attuale segretario cittadino gelese, Peppe Di Cristina. A livello provinciale si è però in una fase di stallo e non si sa ancora se procedere prima o dopo il 16 dicembre, giorno in cui si eleggerà il segretario regionale.