Venghino, signori, venghino al gran circo della politica gelese.
Lo spettacolo è appena iniziato, ma si prevedono numeri esilaranti e sorprendenti: se avrete voglia di ridere, ce ne sarà per tutti. Chi non parteciperà, invece, potrà solo piangere calde lacrime.
Il numero più avvincente è presentato dal gruppo che si fa chiamare “Il centrodestra”. Ne fanno parte tanti attori, qualcuno di chiara fama, altri di primo pelo, ma tutti determinati a fare sentire chiara e forte la propria voce.
Il gruppo può esprimere numerosi candidati a sindaco, ma non è chiaro chi e come dovrà decidere il nome.
I partiti strutturati insistono nel volere trovare un comune accordo per poi aprire ai gruppi e alle associazioni di area (della serie: questo è il piatto pronto, ora mangiate e silenzio!).
Ma anche le associazioni satelliti avrebbero dei nomi: ci sono tre o quattro aspiranti sindaci che sono in fase di riflessione e “se la città lo chiederà” sono pronti a sacrificarsi e a mettere in gioco le proprie competenze e capacità.
Il gruppo che fa capo a Musumeci avrebbe addirittura due o tre possibili candidati, ma qualche monello vorrebbe le primarie, ed ecco che puntuale giunge il netto rifiuto: ragazzi, macchè primarie, il candidato verrà fuori dalle consultazioni tra i partiti e movimenti “storici”.
In pratica, c’è il grosso rischio che il sindaco di Gela venga scelto a Caltanissetta, dal momento che in Forza Italia c’è il grande peso di Mancuso e nella Lega sembrano voler comandare il coordinatore provinciale Oscar Aiello (ex Forza Italia) e Alessandro Pagano (ex Forza Italia ed altro); e a Caltanissetta, amici ed ex amici sono sempre in grado di trovare la quadra contro i nanetti della politica gelese.
A sinistra non stanno meglio, se il segretario Pd Di Cristina afferma che “tutti si devono ritenere candidati”. Il problema è trovare la figura giusta per il candidato sindaco, ma ecco che si alza il sipario e all’improvviso chi spunta? Porca miseria, ma è lui o non è lui? Certo che è lui, è proprio Saro Crocetta, il Saro de noantri, che tra un avviso di garanzia e l’altro, dalla Tunisia fa sapere che di politica e di elezioni non ne vuol più sentir parlare, però “per la mia città sarei disposto a sacrificarmi” (anche lui!). E’ incredibile, a Gela, questa comune propensione al sacrificio: la percentuale di potenziali martiri è sicuramente altissima (come del resto dimostra anche la sottomissione all’Eni degli ultimi cinquant’anni).
L’ultima esibizione del gran circo riguarda i Cinquestelle, che devono farsi perdonare i tre anni di Messinese e compagni. D’accordo, sappiamo tutti che Messinese ha vinto il ballottaggio solo perché ha incassato i voti di protesta contro vent’anni di sinistra e contro la chiusura della raffineria.
Oggi, pur con un deputato regionale ed un senatore, il Movimento deve trovare al suo interno la pace tra le due contrapposte fazioni e un nome spendibile: c’è poco da ridere, ma lo spettacolo comunque si deve fare.
Ma è solo l’inizio, signori! Lo spettacolo andrà in replica nei prossimi mesi con nuovi numeri, nuove esibizioni, e soprattutto, nuove “supercazzole”. Prenotatevi in tempo, potreste trovare tutti i posti occupati (e non solo quelli del circo).