I sentieri meridionali della Sicilia saranno adesso più sicuri e percorribili. L’Associazione “Cammini Francigena di Sicilia” rende nota la costituzione del comitato di accoglienza Via Fabaria – tappe Gela, Niscemi e Caltagirone.
Il comitato, formato da liberi cittadini, è apartitico e non ha fini di lucro; esso si propone di implementare azioni rivolte all’accoglienza, all’organizzazione di servizi a supporto dei pellegrini, alla promozione di ricerca, di attività didattiche nelle scuole, di studio, di recupero e animazione degli itinerari di pellegrinaggio lungo le tappe della Via Francigena Fabaria.
Il comitato neo-costituito ha l’obiettivo di affiancare volontariamente le Amministrazioni comunali nell’accoglienza e nella promozione dello sviluppo territoriale legato all’itinerario storico culturale e naturalistico.
Il comitato si occuperà di alcune tappe della Via Fabaria che con 300 chilometri di cammino, parte dalla rocca della cattedrale normanna di Agrigento lungo la costa fino a Gela e da lì verso la piana di Lentini e il Simeto, attraverso Oasi, Parchi naturali, la bellezza del Mediterraneo ed il profilo dell’Etna.
Viene denominata Via Francigena Fabaria grazie ad un diploma normanno del 1105 dove risulta che Achi, nobile siciliano, dona un terreno sito nel territorio tra Vizzini e l’odierna Grammichele, denominando il tratto di via come “francigena“: “..Hec terra est nominative de licodia, que sic manet a capite cave vadit in viam francigenam viam Fabariam…“.
Un luogo meraviglioso, che segue le tappe dell’Itinerarium Antonini del III sec. d.C. e che da Gela si arricchisce di innumerevoli sfumature storiche, archeologiche, naturalistiche, culturali.
Un percorso che lambisce il mare e che si immerge nelle bellezze della natura della Piana di Gela (Zona di Protezione Speciale per l’avifauna nidificante e migratoria) e della storia (Pietra Calendario, Necropoli del Disueri, Musei di Gela e Niscemi, Castelluccio Federiciano, luoghi della Seconda Guerra Mondiale), ma anche i mostri che l’uomo ha saputo evocare nel corso del tempo, il Petrolchimico Eni di Gela, il cemento, il Muos (binomio foresta mediterranea e foresta di antenne), le serre che coprono distese infinite in aree dove prima la natura era incontaminata.
Il comitato promotore è costituito da un gruppo di giovani: Davide Pepi, Francesco Cirrone, Manuel Andrea Zafarana, Giuseppe Bonaffini, Nancy Di Dio, Rocco Terranova, Giandomenico Militello, Anna Maria Runza, Carlo Pitrella e Fabio Rizzo, possiedono molta esperienza in ambito di valorizzazione turistica e naturalistica, orientata verso lo sviluppo dell’impresa turistico-culturale abbinata agli itinerari di valorizzazione culturale locale e della tutela del patrimonio naturalistico.
«Nonostante l’accanimento nei confronti del territorio, il Golfo di Gela mantiene bellezze uniche – commenta Davide Pepi, coordinatore del comitato appena costituito –. Assistiamo all’inattivismo della cittadinanza e al disinteresse della politica, ma noi giovani non riusciamo a stare con le mani in mano, vogliamo riscattarci».