Nelle ultime settimane, in città, si è fatto un gran parlare, in merito alle censure mosse dalla sezione regionale della Corte dei Conti di Palermo nei confronti dell’amministrazione comunale gelese, i cui componenti, negli ambienti politici locali, sono stati definiti dilettanti allo sbaraglio.
La vexata quaestio deriva dai cosiddetti “debiti fuori bilancio” e, più precisamente, dalla loro consistenza, che ha fatto gridare allo scandalo ed ha indotto un paio di consiglieri comunali a convocare una conferenza stampa ed a sferrare un pesante attacco nei confronti del sindaco Domenico Messinese e della Giunta municipale.
Il clamore che ne è seguito, amplificato da alcuni organi d’informazione locali, ha dato la stura alle più disparate illazioni, fino a spingere, sconsideratamente, taluni ad immaginare l’esistenza di un meccanismo, idoneo all’occultamento e/o alla distrazione del denaro pubblico a favore di non meglio precisati beneficiari.
Al riguardo, appare oltremodo opportuno chiarire che cosa si intende per debiti fuori bilancio e le ragioni dalle quali discendono.
Innanzitutto, è doveroso evidenziare che si tratta di una componente del bilancio comunale, di cui il Tuel (Testo unico enti locali), in determinati casi, consente l’iscrizione, pur ammettendone l’esclusione dalla tipica struttura del bilancio comunale e, dunque, non concorrente alla determinazione del risultato di amministrazione, come espressamente previsto dall’art.194 del D. Lgs n. 267 del 18 agosto 2000.
La normativa prevede vincoli tassativi, nel senso che questi debiti devono derivare da sentenze esecutive; necessità di coprire disavanzi di aziende speciali, consorzi ed altre istituzioni; necessità di conferire nuovo capitale sociale a società costituite dall’ente per l’erogazione di servizi pubblici; acquisizione di beni e servizi, necessari alle funzioni dello stesso, ma non contemplati nel contesto del bilancio di previsione, né assimilabili a situazioni di emergenza, ai sensi dell’art.191del D. Lgs, prima indicato.
Peraltro, all’estinzione di questi particolari debiti si può pervenire anche nel corso di più esercizi finanziari, con il ricorso a mutui, contratti con la Cassa depositi e prestiti, società per azioni, controllata (per circa l’86%) dal ministero dell’Economia e delle Finanze e che ha il compito di sostenere l’attività degli enti pubblici regionali e locali.
Stando così le cose, all’osservatore riesce particolarmente difficile, se non proprio impossibile, comprendere le ragioni di tante sterili polemiche, che producono solo il risultato di delegittimare la compagine amministrativa e di ammorbare la vita dei cittadini gelesi. Come se le loro giornate, per la molteplicità dei problemi esistenti, non fossero già abbastanza tribolate!
E’ proprio il caso di riconoscerlo ed evidenziarlo: i cosi gilisi anu sempri a…cura!