Le sculture milanesi della gelese Nocera

Le sculture milanesi della gelese Nocera

Nel lontano 1952 fu bandito dalla Fabbrica del Duomo Di Milano un concorso che prevedeva l’adornamento di alcune Guglie le cui statue erano particolarmente usurate, e tra queste vi era la statua di Sant’Hermes.

Dei tanti progetti che giunsero, vinse quello di una giovane ragazza di origini siciliane, che era cresciuta sotto i maestri di Brera. Era allieva di grandi scultori come Giacomo Manzù e Francesco Messina e anch’essa titolare della cattedra di scultura al Liceo Artistico di Brera.
Mi ha incuriosito non poco conoscere le generalità di questa giovane ragazza di “origini siciliane” anche perché il suo cognome mi richiamava quello di antichi benestanti gelesi. Erano gente che contava  nella nostra città i Nocera, coi loro palazzi  e i loro possedimenti.

E poi c’era quell’Antonino Nocera, Cavaliere di Gran Croce della Corona d’Italia vissuto tra il 1850 e il 1930 che sposò una nobildonna di antica famiglia, tale Clorinda Aliotta Mallia. Dopo non poche ricerche ho scoperto che si trattava della scultrice Liliana Nocera, unica donna ad aver realizzato un’opera così preziosa per il Duomo di Milano. Questa brava artista era figlia del notaio Salvatore Nocera nato a Terranova (ora Gela) il 17.2.1887 e morto a Milano il 4.12.1976. Il corpo del notaio riposa nel cimitero monumentale di Gela assieme ai suoi genitori (Antonio fu Giuseppe e Rosaria Giurato fu Salvatore). Il dott. Salvatore Nocera, notaio dal 1923, si trasferì dapprima a Moggio Udinese (Udine) e poi a Verona, a Sesto Calende (Varese) e quindi a Rho (Milano) dove tiene studio dal 1939 al 1962. Prima di trasferirsi a Moggio Udinese sposa Eugenia Fano a Treviso il 15. 5. 1922 e da questa unione nasce Luciana (che diventerà anch’essa notaio) e assieme al marito Francesco Sciarrone continua l’attività del padre e Liliana Nocera che nasce a Milano il 16.9.1928 che sceglie, invece, la carriera artistica.


Nelle sue opere cariche di sensualità si evidenzia una perfezione che va oltre il calcolo geometrico che le conferiscono un posto nell’olimpo degli scultori italiani contemporanei. A meno che le donne non sono ammesse. Eppure è l’unica donna ad aver realizzato una scultura in marmo di Candoglia (altezza cm 180) per il Duomo milanese: Sant’Hermes, dove l’Artista lo immagina con mitra vescovile e intento in un gesto di dolcezza: se tutte le altre statue hanno lo sguardo verso l’orizzonte o perso nei propri pensieri, lui è concentrato sulla piccola colomba che ha tra le mani, candida e leggera, simbolo di pace, dello Spirito Santo e anche dell’anima, fragile e delicata, ma anche lucente e pronta a spiccare il volo, come l’omonima divinità pagana sapeva fare.


Liliana Nocera durante il suo percorso artistico ha ricevuto diversi premi per la scultura e ha realizzato importanti mostre personali in molte gallerie d’Arte (Gussoni di Milano, Walcheturm di Zurigo, Flaccovio di Palermo, Puccini di Ancona, La Feluca di Spoleto, Viotti di Torino e tante altre) e partecipato alla IX Triennale di Milano, alla Mostra d’Arte Sacra “Angelicum” di Milano, alla mostra nazionale dell’Accademia di Belle Arti di Napoli e a tante altre iniziative internazionali. Sue opere si trovano nella Chiesa San Giovanni Crisostomo di Milano, nella Cappella Pecora di Pavia, nella Chiesa Madonna delle Nevi ad Alpino/Stresa, a Beirut dove ha realizzato il Monumento al presidente Habib Haschallah e in collezioni italiane e straniere.


Anche a Gela, nel cimitero monumentale, sono presenti due sue stupende opere significative: la scultura in bronzo a tutto tondo per Franca Abbate, madre del parroco di San Giovanni Evangelista don Giuseppe Siracusa (esterno cappella Siracusa) e il monumento funebre dedicato al padre Salvatore. Liliana Nocera è morta a Milano nel 2014. Lo abbiamo scoperto ora.