“Genetica e tumori, tra prevezione e terapia. Uno sguardo sul tumore dell’ovaio”.
Questo è stato il tema trattato dal dott. Sergio Marchini (nella foto), milanese, ricercatore dell’Irccs (istituto di ricerche farmacologiche Mario Negri di Milano) responsabile dell’Unità Genomica Traslazionale, nel corso di un incontro al liceo classico Eschilo organizzato dalla delegazione di Gela dell’Airc (Associazione italiana per la ricerca sul cancro) guidata da Graziella Condello, che è anche consigliere regionale del Comitato Sicilia, lunedì scorso, 26 febbraio.
All’iniziativa hanno collaborato i club service Lions, Rotary, Kiwanis, Soroptimist, Winner Wheel e Fidapa.
Graziella Condello (nella foto) ha ricordato nel suo intervento l’impegno della sezione locale dell’Airc per l’organizzazione del primo screening mammografico in città, effettuato diversi anni fa estrapolando dagli elenchi elettorali del comune di Gela i nominativi di 7 mila donne. Ha sottolineato con orgoglio che, grazie alla tenacia e alla caparbietà del comitato e delle associazioni di volontariato che lo hanno sostenuto, si è giunti a rendere operativo il reparto di oncologia all’ospedale di Vittorio Emanuele ed anche il servizio di radioterapia, oltre a quello di senologia diretto dal dott. Di Martino. Importanti traguardi che hanno reso il nosocomio gelese in grado di occuparsi di tanti pazienti oncologici, provenienti anche dai paesi viciniori.
Il dott. Marchini ha iniziato il suo cammino di ricercatore grazie ad una borsa triennale Airc (1995-1997) e all’ospedale “Negri” ha svolto anche il servizio civile; ha studiato e lavorato anche all’estero. L’ambito della sua ricerca è “identificazione dei meccanismi molecolari che controllano la crescita del tumore epiteliale dell’ovaio e la sensibilità alla terapia”.
Nel suo intervento si è soffermato sull’importanza della prevenzione dei tumori e delle malattie in genere, sui corretti stili di vita sottolineando la necessità di non esporre a sostanze tossiche il proprio corpo, cioè fumo, alcool e quant’altro.
In particolare per il tumore all’ovaio, ha parlato della difficoltà di fare diagnosi precoce. Ha dato una definizione di tumore, definendolo «una collezione di malattie diverse, in quanto ne esiste una grande eterogeneità, ognuna con una propria evoluzione particolare. Il tumore – ha sottolineato – nasce da difetti che si accumulano per diverse ragioni nel dna delle cellule dell’organismo che gestiscono la loro attività attraverso i geni, la cui mutazione causa un cataclisma all’interno della cellula».
Si è poi soffermato sulla ricerca, che negli ultimi anni si è concentrata sullo studio del dna. Grazie allo sviluppo delle tecnologie e delle conoscenze si è compreso che nel dna e nei geni sono insite le prime mutazioni che portano all’insorgenza dei tumori. Ha sottolineato però che non tutte le mutazioni sono negative: «lo sono quelle patologiche che causano malattie – ha precisato –. La medicina ha fatto grossi progressi, grazie al progetto genoma e al sequenziamento del dna si hanno a disposizione un gran numero di informazioni. Ma il problema è la corretta interpretazione dei dati».
I soggetti che sono consapevoli di avere questa mutazione ma che non hanno manifestato segni evidenti di malattia necessitano di un percorso assistenziale personalizzato (counseling genetico). E su questo punto il dott. Marchini si è soffermato più volte, portando come esempio il caso dell’attrice americana Angelina Jolie che si è sottoposta a mastectomia radicale bilaterale essendo ad alto rischio di contrarre la malattia per ereditarietà nonostante non ne avesse evidenza, precisando che oggi esistono tecniche nuove per alcuni tipi di tumore che danno risultati positivi, come l’immunoterapia per il tumore al polmone o al seno, ma che non funziona allo stesso modo su tutti i malati.
Tante le domande che gli sono state rivolte dal pubblico intervenuto. Il tema tumori è molto sentito in città per l’alta incidenza di morti che negli anni si sono registrati.
Il dott. Marchini ha tenuto altri due incontri nei giorni successivi rivolti agli studenti, in due istituti superiori, tra cui il Majorana.