A Gela esiste un museo del cinema? No... è una favola

A Gela esiste un museo del cinema? No... è una favola

Non comprendo come mai in 10 anni nessun sindaco, nessun assessore, nessun consigliere comunale abbia mai portato in aula consiliare una discussione intorno al Museo del Cinema di Gela?

E posso credere che, per quanto distratti, i nostri politici non sappiano dell'esistenza del “Menichelli” e di ciò che esso rappresenta dal punto di vista culturale ma anche di ciò che potrebbe rappresentare in una strategia turistica dove accanto alle altre preziosaità che offre la città,  andrebbe pure a vantare un museo dedicato all'arte cinematografica? Ricordo – per la storia – che il Museo del Cinema venne inaugurato il 18 gennaio del 2015 a Palazzo Pignatelli, quando di quel glorioso convitto si voleva fare il Palazzo della Cultura.

Encomiabile il tentativo. Disastroso l'esito. Da allora, eccetto una breve parentesi che vide il Museo “ospitato” dal Liceo classico “Eschilo”, importanti cimeli, documenti e archivi del “Menichelli” sono appoggiati alla meno peggio presso la sede dell'omonima Associazione, in uno stato di continuo deterioramento. Esiste pure, è vero, un importante progetto per dare al museo una prestigiosa e definitiva sede, ma la cosa non è dietro l'angolo e comunque per scaramanzia è meglio per ora non dire altro.  Rimane però la fastidiosa verità che portare avanti progetti nella nostra città è impossibile perchè le iniziative sono ad appannaggio dei soliti... noti. 

D'altronde, cosa potremmo dire del famigerato comitato tecnico scientifico per le attività culturali che doveva lavorare per un 2025 da favola? Stranamente, venni convocato alla prima riunione e pur meravigliato dell'invito, compresi subito che la cosa non poteva funzionare. E che io per primo ero lì un corpo estraneo. Dissi pure delle cose che certamente diedero fastidio.

Non fui più riconvocato. Ho poi saputo che ci sono stati conflitti fra i “papabili” e che alla fine il comitato si è ricomposto non so però con quali criteri e quali figure, sebbene possa immaginarlo. Io però, che ho 41 anni di carriera alle spalle, 40 film realizzati, e che ho lavorato con i più grandi maestri del cinema italiano; che insomma sono cresciuto a “pane e cinema”, non posso permettere che un comitato composto da consiglieri comunali o anche da avvocati, architetti, o altre professioni (tutte nobili per carità) vengano a sindacare sulle mie iniziative e le mie proposte.

E' come se io pretendessi da regista di mettere il becco sulle specifiche competenze professionali di un medico. Allora, se mettete nel comitato un'eccellenza, una figura di primissimo piano nel campo dell'arte e dello spettacolo, allora tutto diventa più credibile e può nascere un proficuo confronto fra persone che parlano lo stesso linguaggio. Altrimenti, prevarranno sempre l'improvvisazione, il provvisorio, e lo sperpero di danaro pubblico, investito su programmi e progetti che non hanno una strategia e non porteranno mai la nostra città ad eccellere. D'altronde, l'essere rimasti ai margini di questa grande occasione che poteva essere anche per noi “Agrigento capitale italiana della cultura”, la dice lunga sulla nostra mediocrità e il nostro pressapochismo.