Niscemi, “Campeggio No Muos” messaggio di speranza per il 2025

Niscemi, “Campeggio No Muos” messaggio di speranza per il 2025

Si è concluso il 3 gennaio il campeggio No Muos a contrada Ulmo, presso il presidio di lotta di Niscemi, svoltosi a cavallo del Capodanno.

Un evento che ha unito gioia, speranza e determinazione per affrontare il nuovo anno. La partecipazione è stata eterogenea e giovanile, con persone provenienti da diverse parti d’Italia e del mondo. Alcuni solidali hanno scelto di restare sin dal 23 dicembre, trascorrendo il Natale al presidio e prolungando la permanenza fino al 5 gennaio per lo smontaggio finale.

Le giornate laboratoriali si sono rivelate momenti chiave di complicità e crescita collettiva, rafforzando sia i legami umani che l’impegno politico. Questo ha creato le basi per riportare nel paese di Niscemi temi cruciali come acqua, agricoltura, salute, spopolamento ed emigrazione, legati al Muos e all’impatto ambientale della raffineria di Gela. Nonostante il diffuso senso di rassegnazione, la volontà di ricostruire un dialogo con la popolazione è stata più forte.

Un esempio è dato da un cittadino niscemese che, prima dell’inizio del campeggio, ha espresso apertamente la sua rabbia contro l’occupazione militare di terreni confinanti con la base appartenenti alla sua famiglia. Con il supporto dei partecipanti, ha apposto striscioni come “I guerrafondai non sono benvenuti” e “Terra liberata” e ha costruito barriere per impedire il passaggio delle camionette militari, che da anni devastano il terreno, rendendolo incoltivabile. Una riappropriazione che ha permesso di meglio difendere il presidio e ha dato spinta a tutto il movimento nei giorni del campeggio.

Nel 2014 le parabole del Muos sono state completate, e dal 2019 funzionano a pieno regime in maniera illegale, contribuendo a coordinare droni, bombardamenti e comunicazioni militari globali. In questi anni, grazie alle azioni dirette di attivist3 No Muos, la base è stata più volte sabotata, interrompendone l’operatività. Continueremo a costruire nuove azioni per garantire che questa struttura venga smantellata e che la pace e la giustizia ambientale possano fiorire.

Il 1° gennaio, la prevista “Passiata rraggiata” si è trasformata in un corteo determinato che ha completato per la prima volta il giro completo della base. Dal presidio si è attraversato il terreno appena liberato, si è passati accanto al pozzo privatizzato dall’esercito statunitense e a Villa Masaracchio, simbolo della devastazione della sughereta e della connivenza tra Stato italiano, forze mafiose ed esercito statunitense. Il gruppo si è avvicinato alle parabole, sorvegliate da forze dell’ordine, filo spinato e mezzi aerei, completando infine il percorso e riaffermando con determinazione la volontà di liberare il territorio.

Un ringraziamento speciale a Menestrella Femminista, ai The Jackson Pollock e ai Pupi di Surfaro che hanno riempito di musica ed energie alcune delle serate del campeggio; a tutt3 l3 compagn3 che hanno cucinato nei giorni del campeggio; e a tutt3 l3 compagn3 e le persone che hanno donato materiale e cibo fondamentale per la realizzazione del campeggio. Il mutuo appoggio e la solidarietà sono la nostra forza!

Questo campeggio ha rafforzato i legami tra realtà diverse e offerto alla popolazione locale un messaggio di solidarietà e speranza. L3 partecipanti si sono salutati3 con propositi concreti per continuare la lotta e ricongiungersi al territorio, smantellando questa base di morte e distruzione.

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