Sul tema dell’ex casa albergo Eni la cittadinanza si sta esprimendo in maniera fin troppo chiara.
Il coinvolgimento è incredibile e va dai social alle piazze cittadine, dalle associazioni, attività commerciali e imprese ai tantissimi cittadini gelesi e del comprensorio che stanno partecipando attivamente alla raccolta firme. La partecipazione e il sostegno al Manifesto è totale e comprende anche scuole, associazioni di categoria, sindacati e partiti e il risultato è evidente: oltre 1.700 firme di maggiorenni raccolte in appena 10 giorni.
Quello che però ci lascia sorpresi è il silenzio che regna sovrano da parte degli attori principali. Comune, Eni, UniKore e Sicindustria Caltanissetta infatti non hanno ancora risposto all’appello cittadino e rimangono inerti.
Ci preoccupa molto questo silenzio, soprattutto perché gli interrogativi sono tanti: Perché il Comune non ha firmato il passaggio di proprietà della struttura? Unikore ha già stabilito una data di inizio dei corsi nella struttura? Quali saranno questi corsi? Sicindustria ha effettuato una ricognizione con le aziende operanti nell’area industriale gelese per capire quale esigenza formativa è richiesta? Eni ha già strutturato il programma per l’incubatore di start-up? Cosa succederà dopo il passaggio di proprietà e quanto tempo ancora trascorrerà per l’effettivo avvio del progetto? Come verrà gestita la struttura: direttamente dal Comune di Gela o verrà fatto un bando pubblico? È stato predisposto un business-plan per la gestione?
Tutti questi interrogativi non fanno altro che aumentare le preoccupazioni dei cittadini. È assurdo pensare che tutto rimane bloccato solo per mancanza di una firma, mentre attorno non si muove nulla. Auspichiamo fortemente che gli attori possano dare risposte a queste domande e che si inizi ad avviare il progetto senza ulteriori indugi, partendo sicuramente dal passaggio di proprietà della struttura ma soprattutto dalla definizione di cosa succederà l’indomani e da come dovrà essere gestita la struttura. Confidiamo nella definizione di un bando pubblico per la gestione o, nell’attesa di definirlo, di una gestione iniziale di Fondazione E. Mattei così da permettere un immediato avvio del progetto.
Quello che chiediamo è una maggiore trasparenza: la città vuole essere informata sulle eventuali problematiche che stanno bloccando l’avvio del progetto, in modo da poter studiare e trovare insieme una soluzione. Se invece non sussistono problemi, perché questa struttura continua a rimanere chiusa? Abbiamo il diritto di sapere ciò che avviene di una struttura ristrutturata con fondi pubblici presi dalle compensazioni, sarebbe un bel segnale per il territorio, un importante passo verso una democrazia partecipata.
Si è perso già fin troppo tempo e non ne vogliamo perdere altro: l’avvio del progetto Macchitella Lab potrebbe essere la chiave di svolta per questa città e l’inizio di una ripresa socio-economica ormai indispensabile.
Generazione Gela