Eni e Saipem di nuovo insieme nella bioraffinazione

Eni e Saipem di nuovo insieme nella bioraffinazione

Eni e Saipem hanno firmato un accordo per lo sviluppo di nuove bioraffinarie

L’agreement, sottoscritto dal Direttore Generale Energy Evolution di Eni, Giuseppe Ricci, e dall’Amministratore delegato di Saipem, Alessandro Puliti, supporta il percorso di trasformazione delle raffinerie tradizionali e lo sviluppo di nuove bioraffinerie targate Eni. Ne danno notizia le due società italiane, con una nota stampa congiunta diffusa il 6 novembre scorso.

«L’intesa, in linea con gli obiettivi di decarbonizzazione di Eni e Saipem, punta in particolare – secondo quanto si legge nella nota - allo studio e alla eventuale realizzazione di impianti per la produzione di biojet, carburante sostenibile per l’aviazione, e del biocarburante Hvo diesel, prodotti al 100% da materie prime rinnovabili e commercializzato nelle stazioni di servizio “Enilive”, con il nome Hevolution, utilizzabile dai mezzi su strada, navali e ferroviari.

L’accordo – si pecifica nella nota – prevede l’applicazione della tecnologia proprietaria Eni Ecofining™ sia per lo sviluppo di nuove bioraffinerie, sia per la conversione delle raffinerie tradizionali e coniuga la grande esperienza tecnologica e operativa di Eni con le competenze distintive che Saipem ha maturato nella progettazione e costruzione di questo tipo di impianti. 

Eni – prosegue il comunicato – è stata la prima compagnia al mondo a convertire, a Venezia Porto Marghera e a Gela, due raffinerie tradizionali in bioraffinerie per la lavorazione di materie prime di scarto, come oli esausti da cucina, grassi animali, residui dell’industria agroalimentare e oli vegetali, utilizzando la tecnologia Ecofining™, con il supporto di Saipem su entrambi i progetti.

Eni – concludono - prevede di espandere la propria capacità di bioraffinazione dagli attuali 1,65 milioni di tonnellate/anno a oltre 5 milioni di tonnellate/anno entro il 2030».

Questo accordo è solo l’ultima di una lunga serie di intese e collaborazioni tra le due multinazionali e con esso, dunque, Eni conferma di avere un interlocutore privilegiato in Saipem, la cui storia dalle nostre parti è ben conosciuta. Tantissimi gelesi ci hanno lavorato ed hanno contribuito a farla crescere, altri ci lavorano ancora.

La Saipem nasce nel 1956, vale a dire 67 anni fa, dalla fusione tra un’azienda privata che venne annessa al parastato industriale guidato da Enrico Mattei e la Snam montaggi che venne scorporata dalla Snam. Saipem è infatti acronimo di “Società azionaria italiana perforazioni e montaggi”. 

Specie con l’ingresso del nuovo millennio, Eni ha sempre più ridotto la sua partecipazione azionaria ed oggi Saipem non è più una controllata della major energetica di San Donato Milanese, per quanto il cane a sei zampe rimanga l’azionista di maggioranza relativa con il 30% circa. 

Con la maggiore autonomia acquisita, Saipem ha operato una serie di acquisizioni che l’hanno consolidata. 

Fra queste, quella del 2006 con cui ha acquisito la Snam progetti, incorporandola nel 2008 e allargando dunque il proprio expertisement anche alle perforazioni su terraferma e non più solo a mare. Oggi, è un’autentica multinazionale con una novantina di società facenti parte del gruppo, tra aziende e consorzi vari, con sedi in tutto il globo.