Domenica scorsa, 15 ottobre, nel mare antistante il lungomare vecchio di Gela, si è verificata una tragedia.
Un uomo di 54 anni, di Caltagirone, stava facendo il bagno, quando ha visto annaspare la figlia di 22 anni, trovatasi in difficoltà causa la turbolenza dell’acqua divenuta pericolosa con l’improvviso alzarsi del vento. La donna si è salvata, il padre invece ci ha rimesso la vita.
Nei giorni successivi, il Procuratore della Repubblica f.f. di Gela, dott.ssa Lucia Musti, facendo riferimentoal fatto luttuoso di domenica scorsa, ha reso noto di avere aperto un fascicolo modello 45 (fatti non costituenti reato, “non essendo ravvisabile alcuna ipotesi criminosa, nè responsabile in capo ad alcuno, nè vicende su cui delegare attività di indagine».
La nota del procuratore prosegue evidenziando il comportamento tenuto dai due appartenenti alla Capitaneria di Porto di Gela “i quali, con estrema generosità e sprezzo del pericolo, si sono lanciati in mare allo scopo di salvare il malcapitato, nonostante le condizioni meteo-marine risultassero sfavorevoli per la presenza di forte risacca e vento, nonchè la circostanza che l’intervento dovesse effettuarsi sia via terra che via mare con mezzi navali”.
Il procuratore Lucia Musti ha voluto ringraziare pubblicamente la Capitaneria di Porto di Gela, “per l’altissimo senso civico dimostrato a fronte della messa in pericolo per entrambi del bene supremo della vita”.