E’ sempre più vicina la fine, come per gli altri, anche dello storico consorzio di bonifica n. 5 di Gela.
La riforma, attesa da anni e non più procrastinabile a seguito dell’ultimatum comunitario, è uscita da Palazzo d’Orleans ed è entrata con successo a Palazzo dei Normanni, proseguendo spedita nel suo percorso all’Assemblea regionale siciliana, dove la terza commissione permanente, deputata alle attività produttive, ha esitato favorevolmente il disegno di legge di iniziativa governativa, su proposta dell’assessore regionale all’agricoltura, Luca Sammartino.
Il ddl in questione transiterà qualche giorno in commissione bilancio, per poi approdare in aula, a Sala d’Ercole. Il testo di legge prevede la riduzione a quattro degli attuali tredici consorzi di bonifica, tenuto conto che agli undici consorzi storici, si erano recentemente aggiunti i due consorzi della Sicilia occidentale e orientale mai entrati davvero a regime.
Attuali consorzi, compreso quello di Gela, che verranno posti in liquidazione e quindi definitivamente soppressi.
I quattro nuovi consorzi di bonifica ed irrigazione gestiranno i rispettivi bacini il cui assetto è definito sulla base di confini naturali e non più amministrativi.
Si tratta del comprensorio Nord-orientale (inclusivo delle province di Catania e Messina, parte delle province di Siracusa e di Enna), quello Nord-occidentale (inclusivo delle province di Palermo e Trapani), quello Sud-occidentale (inclusivo delle provincia di Agrigento, parte delle province di Palermo, Trapani, Caltanissetta ed Enna) ed infine quello Sud-orientale che dovrebbe includere l’ambito territoriale finora gestito dal consorzio di bonifica gelese, unitamente all’intera provincia di Ragusa e parte delle provincia di Siracusa.
Le infrastrutture, le risorse materiali ed umane (dipendenti a tempo indeterminato, determinato, turnisti e stagionali) del consorzio gelese passeranno nel nuovo consorzio, con l’applicazione del contratto collettivo di categoria.
Sul piano dello status giuridico, ci troviamo innanzi ad enti pubblici economici a carattere associativo, con la iniziale nomina di quattro Commissari straordinari a cui spetterà la gestione dell’ente fino alle elezioni degli organi di amministrazione e l’approvazione del primo Piano di organizzazione variabile (Pov).
A regime, gli organi di amministrazione devono essere convocati non oltre novanta giorni dall'approvazione dello Statuto. Uno dei punti di forza dovrebbe essere rappresentato dalla governance e cioè dal ritorno nella gestione degli agricoltori.
I consorziati infatti eleggono tre dei quattro membri del consiglio d’amministrazione (mandato quadriennale) che al suo interno sceglierà il presidente ed il vice. Alla Regione spetterà la nomina di un componente (a titolo gratuito) del cda, i revisori, nonché le funzioni di vigilanza e coordinamento.
Per il vice presidente della regione ed assessore all’agricoltura, Luca Sammartino, ci sono voluti mesi di confronto e dialogo con produttori, agricoltori, associazioni di categoria e sindacati, al termine di un lavoro che ha visto impegnati l’ufficio di gabinetto e il dipartimento regionale all’agricoltura, guidato dal dirigente Dario Cartabellotta (che fu nominato da Crocetta assessore al ramo dal 2012 al 2014):
«puntiamo – ha affermato Sammartino – ad una vera rivoluzione per l’agricoltura siciliana, dotandola di un sistema di irrigazione e bonifica organizzato sui principi della coerenza dei bacini idrografici e dell’uso razionale della risorsa idrica e (dopo lungo tempo) del coinvolgimento dei produttori.
L’apprezzamento della legge da parte della commissione è un passaggio importante. È una riforma – ha aggiunto - che non ha un approccio ideologico, ma pragmatico: deve garantire regolarità ed efficienza del servizio, pertanto il punto di vista degli agricoltori - che finalmente torneranno nella governance dei consorzi - deve essere parte integrante della elaborazione della riforma.
Ringrazio il presidente della commissione Vitrano e tutti i deputati per il contributo dato in sede di analisi delle legge. Auspico tempi celeri e – ha concluso - condivisione di obiettivi in commissione bilancio e in aula».
Altro elemento centrale della riforma è la revisione del sistema tariffario e di finanziamento: «il nuovo assetto che vogliamo dare ai consorzi – affermano i deputati regionali di Fratelli d’Italia, Nicolò Catania e Giuseppe Catania, componenti della commissione III –guarda all’economia di scala e ad una maggiore efficienza delle strutture anche in termini di investimenti.
Gli agricoltori pagheranno soltanto la quota di consumo e non più quella fissa ed è pure previsto un ufficio interconsortile che si occuperà di programmazione sui territori, ma anche procedure celeri per la liquidazione dei vecchi consorzi».
Si introduce il concetto di contribuzione dei consorziati rapportata ai benefici conseguiti, nonché all'attività di gestione consortile necessaria allo loro pianificazione, vigilanza, manutenzione ed esercizio, in aderenza al disposto della sentenza della Corte Costituzionale n. 188 del 2018.