L'art. 9bis, della L.r. 33/2021, legge di riforma delle Irsap (ex Asi), istituite dalla L.r. 8/2012, secondo l'emendamento presentato dal “Movimento 5 stelle” ed accolto dall'aula, dispone che «al fine di favorire la riconversione e la riqualificazione delle aree siciliane di crisi industriale complessa, fermo restando quanto previsto dal comma 9, il prezzo di vendita è diminuito del 50%.
Gli interventi di cui al presente comma sono subordinati al rispetto della normativa dell'Unione europea in materia di aiuti di Stato nonché alla definizione delle procedure di cui all'articolo 108, paragrafo 3, del Trattato sul funzionamento dell'Unione europea».
E' quanto, in pratica, la senatrice del M5s, (la gelese) Ketty Damante (nella foto) ed il deputato regionale del M5s, Luigi Sunseri, sono tornati a ricordare all'assessore Edy Tamajo, a proposito dell’annunciata messa in vendita di terreni e immobili nelle aree ex Asi in liquidazione della Regione siciliana: «la possibilità per le imprese - dichiarano i due parlamentari pentastellati - di poter acquistare terreni e immobili dismessi delle ex Asi regionali è una buona occasione per la rinascita dei plessi industriali ma la Regione ricordi che nelle aree di crisi complessa quali Gela e Termini Imerese il prezzo di vendita deve essere più basso del 50%. Non vorremmo che l’assessore omettesse di applicare una norma da noi modificata in tal senso nel 2021 all’Ars.
“Queste aree – spiegano Damante e Sunseri – sono quelle ad aver subito i maggiori contraccolpi derivanti da crisi industriali di livello nazionale. Per questa ragione proprio nel 2021 presentammo un emendamento che favorisce la vendita degli immobili dismessi in quei territori ad un prezzo inferiore del 50%. Abbiamo appena inviato una nota all’assessore alle attività produttive per ricordarglielo in maniera ufficiale. Non vorremmo - chiosano - che l’assessore se ne dimenticasse».
Dal 2021, nelle intenzioni della loro riforma, le Irsap dovrebbero cambiare pelle e trasformarsi nel tempo in vere e proprie “agenzie di sviluppo”, con un cda di 5 membri, composto dal Presidente (individuato dal governatore regionale); 2 componenti individuati dall'Assessore regionale per le attività produttive; 1 componente espresso congiuntamente dalle organizzazioni rappresentative delle imprese industriali e delle piccole e medie imprese; 1 componente espresso congiuntamente dalle organizzazioni rappresentative delle imprese artigiane.
Ciò allo scopo di rendere più attrattive e funzionali le aree ex Asi, anche in vista del regime di agevolazioni che le Zes porterebbero in dote. Diverse le novità in tema di snellimento e semplificazione dei processi di decisione, di valorizzazione del patrimonio e di risoluzione delle criticità legate alla liquidazione dei vecchi consorzi Asi.
Sul piano infrastrutturale le opere come le strade in primis, sono state cedute al Comune competente per territorio, mentre le reti idriche in concessione d’uso al soggetto gestore. Nel caso di vendita di terreni e di rustici si è previsto per l’impresa acquirente il divieto di alienazione del bene acquisito, nonché di cambio di destinazione d’uso, per un periodo di tempo limitato (e ridotto) a 3 anni (contro i 5 anni della legge istitutiva del 2012). La riforma ha introdotto una nuova disciplina delle attività immobiliari, una maggiore flessibilità per le aree artigiane ed ha abrogato il limite massimo del 10 per cento della superficie da destinare a usi commerciali.
Già in passato la Regione ha aperto diverse campagne di vendita. Molte le pratiche già iniziate ma rimaste in stand-by. Per il resto non c’è stato nemmeno l’incipit. Ai commissari liquidatori delle 11 aree, fu conferito il mandato di alienare tutto il patrimonio immobiliare, per oltre 250 capannoni e circa 1.750.000 metri quadrati di terreni ed un valore che, se concretizzato dalle vendite, quantomeno coprirebbe i debiti ereditati dalle Irsap.