La fine della legislatura con elezioni anticipate in Sicilia rappresenta un “vulnus” in termini di legittimazione dell'operato di tanti manager nominati nel sottobosco governativo, tra i quali anche quelli a capo delle Asp, verosimilmente destinati ad essere sostituiti non appena si insedierà il nuovo governo regionale.
Ciò postula il pericolo che criticità già esistenti non trovino pronta soluzione, nemmeno quella tampone, tramutandosi in emergenze vere e proprie. La condizione in cui versa, nell'oceano di disservizi, l'ospedale “Vittorio Emanuele III” di Gela ad esempio, è sotto gli occhi di tutti e, in clima di campagna elettorale, il rischio che salga la tensione, anche tra presunti alleati, è dietro l'angolo. Ne è lampante conferma la diatriba innescatasi sul nosocomio gelese tra il gruppo consiliare “Una buona idea” ed il presidente “forzista” della commissione consiliare permanente sulla sanità, Rosario Trainito.
Nei giorni passati, i due consiglieri, Davide Sincero e Rosario Faraci, hanno denunciato le carenze dell’ospedale cittadino, preannunciando nel breve una loro ispezione, anche innanzi al silenzio, definito “imbarazzante”, del collega Trainito: «abbiamo già stigmatizzato– riportano Faraci e Sincero – i ritardi o meglio la situazione paradossale delle autoambulanze.
Subito dopo apprendiamo dai giornali del problema della piccola paziente che ha delle difficoltà per l’accesso venoso, per poi scoprire che il centro trasfusionale è privo di strumentazioni adeguate ad agevolare e alleviare le difficoltà dei pazienti costretti a sottoporsi a trasfusioni/terapie. Le scuse pubbliche del manager – sottolineano - sono ben accette, ancorché doverose, ma certamente non sufficienti a risolvere i tanti problemi divenuti oggi inaccettabili. Non escludiamo nei prossimi giorni di recarci personalmente a constatare la situazione attuale e – concludono – vorremmo capire, infine, la posizione della commissione sanità e del suo presidente, del cui silenzio imbarazzante ci stupiamo».
Punzecchiato, il capogruppo consiliare di Fi, Rosario Trainito, confessatosi pubblicamente mancusiano, non ha perso occasione di rispondere per le rime, qualificando come “imbarazzante”, semmai, l’attacco subito e considerato dallo stesso come gratuito. Trainito, infatti, controbatte accusando “Una buona idea” di essere in campagna elettorale, citando in causa il cognato del consigliere Rosario Faraci, il pediatra ospedaliero Rosario Caci, cislino e candidato all’Ars.
Trainito ha ricordato che dopo la pausa di ferragosto è in programma una riunione della commissione che ha convocato il management aziendale ed il direttore dell’ospedale, per fare il punto sullo stato complessivo e la dotazione di risorse materiali ed umane. Trainito ha rivendicato la limpidezza del suo operato e le iniziative a difesa del presidio cittadino, condite da un costruttiva concretezza che mira sempre ad evitare inutili scontri.