MONOGRAFIE AL FEMMINILE/5/ Anna Salsetta, artista a tutto tondo, il canto che fa vibrare le corde dell’anima

MONOGRAFIE AL FEMMINILE/5/ Anna Salsetta, artista a tutto tondo, il canto che fa vibrare le corde dell’anima

Versatile, eclettica, predilige la musica ma dialoga con le altre forme artistiche, in particolare il teatro, senza disdegnare di partecipare ad eventi culturali in cui viene invitata.

Pluripremiata, Anna Salsetta è una donna che continua a sognare, ma anche una moglie ed una mamma con i piedi per terra, che si divide tra famiglia, lavoro e studi, palesando poliedricità, generosità e disponibilità, nel mettersi sempre in discussione. Disponibilità e generosità confermate anche nel rispondere alle seguenti domande: 

– Può farci un excursus del suo percorso artistico formativo?

«Dopo aver conseguito la maturità classica presso il liceo classico Eschilo di Gela mi sono iscritta alla facoltà di lettere e filosofia presso l’università di Messina, dove mi sono laureata in “Dams”. Nel frattempo, non ho mai smesso di studiare canto, sin dall’età di 9 anni. Negli anni di carriera universitaria inoltre studiavo anche a Catania alla “Art Academy Carrara” dell’attrice Fioretta Mari, dove ho avuto modo di acquisire competenze non solo nel canto, ma anche nella dizione, nella recitazione, nel ballo, nel solfeggio. Sono stati gli anni più belli e gratificanti della mia vita, ma anche quelli più sacrificanti: ero già madre del primo figlio e non è stato affatto semplice viaggiare quasi tutti i giorni tra Messina e Catania dove mi recavo per seguire le lezioni; tornavo a Gela la sera e studiavo anche la notte, ecco perché quando qualcuno parla del ‘mio’ canto come hobby mi arrabbio un po’». 

– Cos’è per lei la musica ed il canto?

«La musica è la mia vita, il mio mondo, la mia dimensione, la medicina dell’anima, la mia ancora di salvezza nei momenti più bui della mia esistenza. Sa quante volte la musica e il canto mi hanno salvato la vita? Quando ho toccato il fondo c’era sempre e solo lei a tendermi le braccia. La musica è la compagna perfetta; non ti abbandonerà mai, non ti tradirà mai. Il canto è il mio rifugio quando vorrei scappare da tutto e da tutti. Dico sempre che la musica è il mio psicofarmaco senza effetti collaterali. O forse uno ce l’ha: la dipendenza. Quando poi sono sul palcoscenico è li che allora capisco il senso della mia vita: io sono nata per stare sul palcoscenico, per cantare, comunicando attraverso il dono della mia voce, pura emozione al mio amato pubblico».

– Chi sono gli artisti che l’hanno più influenzata?

«Gli artisti che mi hanno influenzato sono Mina, Giorgia, Pino Daniele, Lucio Dalla, Fabio Concato. Adoro la cultura del cantautorato italiano. Inoltre, attualmente lavoro a fianco di musicisti professionisti, in “Ensemble Smile”, che è l’ultimo progetto di cui faccio parte, un omaggio musicale al compositore Kurt Weill, con un repertorio interamente dedicato alla musica scritta per i teatri di Broadway, i musical londinesi ed i cabaret parigini».

– Lei ha ricevuto diversi riconoscimenti: cos’hanno significato questi premi?

«Tra i premi più importanti che ho ricevuto nel corso della mia carriera canora, spiccano il premio “eccellenza gelese nel campo del canto”, quello di “gelese nel mondo”, il “premio radio 2016’, ricevuto a Montecarlo, dove ho rappresentato la Sicilia nell’ambito del celebre concorso canoro internazionale “Sanremo music award” e, non ultimo, il premio “donna Siciliana 2018”. Sono stati dei premi inaspettati. Quasi mai sono soddisfatta del mio lavoro, sono una che studia, studia, studia e che non si sente mai “arrivata”, perché credo che nella vita ci sarà sempre qualcosa da imparare. Aver ricevuto così tanti riconoscimenti mi riempie di gioia e grande soddisfazione perché sentirsi apprezzati, stimati è una sensazione tanto meravigliosa quanto appagante e, senza mai dimenticare i sacrifici fatti dai miei genitori, mi danno la conferma che sto facendo qualcosa di buono e che sto onorando il grande dono di questa voce che Dio mi ha dato. Per altro verso, sono anche motivo di continui stimoli a fare sempre di più e spero sempre meglio».

– Sospettiamo che Sanremo non sia per lei, solo una città della Liguria….

«Esattamente. Quando pronuncio la parola Sanremo ancora mi tremano le gambe. E’ stata un’esperienza tra le più belle di tutta la mia vita. Durante l’accademia di Sanremo, sono venuta a contatto con i più grandi professionisti del settore e da ognuno di loro ho imparato qualcosa che mi custodirò nel mio bagaglio culturale e artistico per sempre. Esibirmi al teatro “Palafiori” è stata un’esperienza che non dimenticherò mai. L’audizione non è poi andata come speravo, ma l’essere stata selezionata per rappresentare la Sicilia in un contesto internazionale ha trasformato la mia delusione in una gioia immensa. Un giorno so che Sanremo mi aspetta».

– Che rapporto ha con altre forme artistiche oltre a quella musicale/canora?

«Amo l’arte in ogni sua forma. In modo particolare adoro il teatro perché mi ha aiutato a credere in me e a tirare fuori la vera me. Non è stato semplice, a volte è stato anche doloroso perché ho dovuto tirare fuori delle cose che avrei preferito restassero nascoste nell’angolo più sperduto della mia anima. Ho lavorato tanto su me stessa e sulla mia arte insieme all’attrice Fioretta Mari e tanto di quello che sono lo devo a lei».

– Lei non disdegna a partecipare come ospite a tanti eventi, spesso a sfondo benefico: è solo puro divertimento o altro?

«Non è mai divertimento fine a se stesso. Metto l’anima in qualsiasi cosa faccio e questo comporta impegno, tempo che togli a te stessa, alla tua famiglia. Per questo motivo quello che faccio, lo faccio bene e con il cuore; se lo faccio vuol dire che ci credo e che ne vale la pena. Per la beneficienza, per aiutare chiunque abbia bisogno, sono sempre disponibile e quando posso e lo faccio, mi sento grata a Dio ancora di più, perché è il suo disegno che prende forma: lui mi ha donato la voce per uno scopo preciso e aiutare gli altri attraverso essa è uno dei tanti motivi».

– Come fa a mettere d’accordo gli impegni familiari, con quelli lavorativi ed artistici?

«Lavoro presso uno studio di ingegneria e collaboro con un’azienda gelese nell’ambito di un progetto “Pon Ricerca e Innovazione”. Sono anche dirigente con delega all’edilizia in “Conflavoro Pmi”. Tra canto, lavoro e studio, sono soprattutto una moglie e madre di due splendidi figli. La famiglia per me viene sempre al primo posto. Ho la fortuna di essere sposata da 12 anni con un uomo meraviglioso che è la mia spalla in tutto e che è la chiave del mio successo.  E’ una continua sfida con me stessa, anche perché tra famiglia, lavoro e canto non è semplice gestire tutto. A volte sono davvero stanca però amo i sacrifici perché sono certa che sono l’investimento di oggi, per il successo di domani. Eppoi, oltre il mio splendido marito, posso contare sulla collaborazione della mia mamma, del mio papà e di mia sorella. Invero, se non avessi loro non potrei fare molto».

Come vede la sua città?

«Male, scusi la schiettezza. Una città sull’orlo del baratro. A volte mi pento di essere rimasta qui e di non essermi trasferita altrove. Io amo la mia città, ma nessuno fa nulla per riscattarla. Più andiamo avanti più la città rimane indietro. Non vedo futuro qui per i miei figli e questo mi addolora». 

– Conosce l’assessore alle pari opportunità e cosa ne pensa dell’attuale amministrazione?

«Si, certo. Amo la politica o forse l’ho amata. Questa amministrazione mi ha fatto passare completamente la voglia di seguire le vicende politiche legate alla mia città. Vedo solo tanta superficialità e presunzione. Non vedo amore per questa città, ma solo tanto amore per se stessi». 

Il «Chi è» di Anna Salsetta

Nata a Gela il 13 gennaio 1989, laurea conseguita in Dams, laureanda in Ingegneria civile e ambientale.

Coniugata, due figli, Gaetano di 11 anni e Beatrice di 3.

Hobby, passioni e interessi: ama e si dedica allo sport, nello specifico praticando Crossfit, ma la sua grande passione è quella degli impasti di pane, della pizza e dei croissant francesi.