Mentre sabato scorso nel resto d'Italia sfilavano cortei di protesta, a Gela le restrizioni dettate fino ad un giorno prima (venerdì) e definitivamente chiarite solo all’ultimo momento, hanno imposto al comitato organizzatore una “manifestazione solo statica”.
Pertanto, quello di sabato mattina a Gela è stato obtorto collo o un sit-in, senza possibilità di sfilare in un corteo peraltro molto breve. Gli organizzatori, armati di un microfono ed un paio di casse, si sono inventati un palco da cui parlare ai concittadini, salendo sul cassonetto di una fuoristrada, circondati da striscioni e cartelloni buoni a ricordare che si manifestava per la difesa dell'ospedale "Vittorio Emanuele III", sulla carta ospedale Spoke ma con soli sei reparti all'attivo, tutti senza un primario medico e tutti senza caposala infermieristico, ma sei dei primi si è notata la triste assenza, accanto quella della "Consulta di associazioni che non vogliono perdere la stanzetta nell'ospedale", dei secondi non sono mancate le presenze, a partire da Giuseppe Provinzano della "Nursind".
Ad aprire gli interventi è stata la toccante testimonianza di Federica Lombardo, esponente del comitato dei famigliari e figlia di una delle 6 vittime trasferite dalla terapia intensiva di Gela a quella di Caltanissetta, quando per evitarlo sarebbe bastato il trasferimento temporaneo di un paio di medici da Caltanissetta a Gela. I due coordinatori del comitato "Sos Vittorio Emanuele III", Luciana Carfì e Filippo Franzone, hanno ricordato che è attiva solo la metà dei posti letti previsti per decreto e solo un terzo del nosocomio è funzionante. Chieste le dimissioni del direttore dell'ospedale di Gela, nonché dell'intera direzione aziendale dell'Asp nissena, con il manager Alessandro Caltagirone in testa.
Non le ha mandate a dire Rita Greca (Ascot; Conflavoro Pmi Gela e Cl sud), a cui è seguito l'intervento di Antonio Ruvio in rappresentanza di commercianti ed artigiani (Casartigiani; Confesercenti; Confcommercio; Ascom Sicilia).
Chi conferma di non avere peli sulla lingua è il maestro Giovanni Iudice, nel frattempo intervistato durante la diretta facebook.
A prendere parola sono stati poi anche Salvino Legname (Caritas Salesiani), Erica Garozzo (Antudo) ed i giovani Graziano Lambri e Domiziana Giorgianni. In tanti sono arrivati da altri paesi, come Palermo, Catania, Paternò, Siracusa e le più vicine Piazza Armerina, Niscemi e Butera. Alcuni hanno portato i loro saluti direttamente sul palco.
Strabordante la presenza degli studenti che, a differenza degli adulti, sono autenticamente liberi e chissà per quanto ancora non compromessi né ricattabili. Latitante grandissima parte della politica, la chiesa, gli ordini professionali, associazioni di volontariato che con l'Asp collaborano, club services ed altri corpi sociali, cosiddetti intermedi, di una comunità che svela uno sfilacciamento evidente, in cui la logica dominante è quella dei "branchi" che pensano solo a difendere il proprio "territorio", senza rendersi conto di accontentarsi solo delle molliche lasciate da chi col passare degli anni trova sempre più agevole il gioco del dividere ed imperare.
Deputazione nazionale e regionale assente, tranne la grillina all'Ars, Ketty Damante. Invocato dagli studenti, anche il primo cittadino, Lucio Greco, è salito sul palco, rimarcando le promesse fatte dalla direzione aziendale e dal manager Caltagirone e rassicurando tutti che l'amministrazione cittadina avrebbe vigilato senza fare sconti a nessuno, specie sui concorsi "riservati" solo a Gela.
Argomento, quest'ultimo, indigesto al comitato "Sos Vittorio Emanuele III" che continua a chiedere perché non sono stati ripresi ed oggi espletati i concorsi ancora in itinere dal 2019, con la conseguenza quindi di vedere già potenziato il personale ospedaliero, mentre causa pandemia questi concorsi furono sospesi per affidarsi alla soluzione delle prestazioni aggiuntive, che nessuno ovviamente rigetta o evita mettendosi in malattia, cosa che invece accade quando viene prospettato un trasferimento anche di poche settimane a Gela.
Intanto, altrove scattano assunzioni per l'emergenza covid e concorsi per assunzioni a tempo indeterminato nella previsione della pioggia di euro che cadrà dal Pnrr. Nell'ultimo mese l'Asp di Ragusa ha indetto un concorso per 44 posti di dirigente medico. A Cefalù l'Ospedale Giglio ha subito assunto 14 infermieri colmando i posti lasciati vacanti da trasferimenti presso altre strutture ospedaliere.
Il Cannizzaro di Catania ha ottenuto un ampliamento della dotazione organica e si appresta a disporre le procedure di assunzione di nuovo personale. All'Arnas di Palermo è in corso il bando per coprire 114 assunzioni a tempo indeterminato. Intanto per l'emergenza covid-19, l'Arnas civico ha reclutato 24 medici, l'Asp di Agrigento 13 medici per le Usca, l'Asp di Palermo 15 Oss. Concorsi indetti sempre all'Asp di Palermo per 28 assunzioni a tempo indeterminato, mentre sono 69 le assunzioni messe a concorso dal policlinico Rodolico-San Marco.
Sempre sul fronte del Pnrr, di ritorno da un incontro tra la direzione dell’Asp nissena e la conferenza dei sindaci, Greco ha annunciato che, presso l’Ipab “Maria Antonietta Aldisio” saranno impiegati fondi per la realizzazione di una Casa della Comunità (Cdc) e di una Centrale operativa territoriale (Cot): l’aver ottenuto due delle tre potenziali strutture della nuova rete di prossimità (l’altra è l’Odc, cioè l’Ospedale di comunità) è per il sindaco di Gela motivo di soddisfazione.
Inoltre dall’ex art.20 arriveranno altre somme destinate all’edilizia sanitario-ospedaliera e che nel caso di Gela saranno impiegate sempre nella zona dell’Ipab, per creare una vera e propria “cittadella della salute”. Non sappiamo quanto e cosa di tutto ciò sia stato messo nero su bianco per i posteri. L’esperienza ci ha insegnato che dalle sole parole di un manager in scadenza di mandato, non di rado rimangono solo le chiacchiere, peraltro a tema nel periodo in corso.