In un post sulla pagina personale facebook, il deputato europeo Ignazio Corrao, fuoriuscito dal Movimento 5 stelle e transitato nel gruppo europei dei “verdi”, ha affermato che nei mesi scorsi si è occupato per l'ennesima volta dello scempio ambientale al fiume Gela, diventato letteralmente di colore nero per l'inquinamento e di cui abbiamo dato allora ampio spazio nelle pagine di questo giornale.
Ebbene, scrive Corrao, è arrivata la risposta della Commissione europea: in buona sostanza, «l'Italia e le autorità locali preferiscono pagare sanzioni all'Europa, piuttosto che bonificare». L’esecutivo europeo ha dunque risposto all’interrogazione sull’ennesimo episodio di inquinamento nella piana e nel golfo di Gela, presentata dell’eurodeputato siciliano che chiede com’è possibile che le istituzioni regionali e nazionali preferiscano pagare le infrazioni piuttosto che spendere le risorse disponibili per monitorare e bonificare il territorio?
«Quello della Commissione Ue – spiega Corrao – è un vero e proprio atto d’accusa, contro un sistema che per anni ha permesso di inquinare il fiume Gela. Da anni sottopongo la questione ambientale del territorio e del fiume Gela alla Commissione Ue, che conferma questa volta la volontà di far pagare i danni all’Italia. Il bacino idrografico del fiume Gela che comprende un’area che si estende in tre diverse ex province, Enna, Catania e Caltanissetta, è attualmente oggetto di procedimenti di infrazione e la Corte di giustizia dell’Unione europea ha già condannato l’Italia al pagamento di una somma forfettaria e di una penalità. Inoltre – segnala l’eurodeputato ex pentastellato, oggi nel gruppo europeo “Green–Efa” da indipendente – nel caso del fiume Gela, la Commissione ha svelato che lo stato del corpo idrico in questione è ben noto alle autorità locali. Nel caso del fiume Gela, al trattamento inadeguato delle acque reflue si aggiunge la pressione esercitata dall’agricoltura».
Di fronte a tutto ciò, evidentemente, sia il Mite che la Regione siciliana preferiscono pagare e addirittura allargare discariche, provocando oltre al costo delle infrazioni anche quello ambientale e sanitario: «ce lo stanno dicendo in tutti i modi – avverte Corrao – che siamo fuori legge, stiamo distruggendo l’ambiente e stiamo facendo ammalare la nostra gente. Ma Stato e Regione tacciono e pagano». Il deputato europeo presenterà un’interrogazione sull’ennesimo caso di allargamento di discarica, come quella di Timpazzo, «dove la Regione per questioni di emergenza, ha praticamente ignorato il parere negativo del direttore della riserva naturale del “biviere”, in questo modo bypassando la necessaria valutazione d’incidenza ambientale. Mi auguro che la risposta della Commissione europea e le prossime battaglie che conduco qui a Bruxelles – conclude Corrao – possano essere di sprone e di aiuto ai rappresentanti locali e nazionali del territorio».
Accesi i riflettori sulla vicenda, nel silenzio della politica locale, è seguita un’altra interrogazione, questa volta del deputato regionale, Giuseppe Arancio del Pd, all’indirizzo dell’assessore all’energia Baglieri e del Presidente Musumeci: «gli interventi a tutela dell’ecosistema nel bacino idrografico del fiume Gela non possono più essere rimandati – sottolinea uno dei tre parlamentari regionali espressi dal collegio nisseno – visto che l’inquinamento del bacino idrografico continua a pesare economicamente a causa delle multe per le infrazioni alla direttiva sul trattamento delle acque reflue urbane oltre che per le gravi conseguenze alla tutela dell’ambiente e allo sviluppo del territorio e in particolare dell’agricoltura.
I fondi destinati al pagamento delle infrazioni – continua Arancio – avrebbero potuto essere destinati direttamente per gli interventi di tutela e salvaguardia dell’ecosistema. Occorre agire rapidamente, strutturando – chiosa il deputato gelese dem all'Ars – un intervento per il risanamento del fiume Gela ed il trattamento adeguato delle acque reflue, anche grazie alla dotazione del “recovery plan” e alle altre risorse disponibili quali le misure compensative». In proposito Arancio è tornato, come già in passato, a puntare l'indice contro la farraginosa burocrazia che blocca i progetti.