Sono trascorsi 75 anni da quel gennaio del 1946 quando 8 carabinieri, in sevizio nella caserma di contrada "Feudo Nobile", tra Gela e Vittoria, furono sequestrati, torturati e uccisi da una banda di briganti che pretendevano dallo Stato il rilascio di alcuni loro complici detenuti.
Ma lo Stato non scese a patti con i criminali. Così il 27 gennaio, dopo 18 giorni di girovagare tra le campagne per non essere localizzati, i banditi decisero di fucilare a uno a uno i loro ostaggi, a colpi di mitra e di fucile, in una cava di zolfo abbandonata, in contrada Rigiulfo, nel territorio di Mazzarino. Fu un massacro. Questi i loro nomi: vice brigadiere Vincenzo Amenduni, carabinieri Mario Boscone, Vittorio Levico, Emanuele Greco, Pietro Loria, Mario Spampinato, Fiorentino Bonfiglio, Giovanni Labrocca.
Le salme di quelle generose vittime furono ritrovate quattro mesi dopo su indicazione di uno degli assassini, che venne catturato dai militari nella caccia alla banda Avila-Rizzo scattata subito dopo l'eccidio.
Per ricordarne degnamente il sacrificio, la sezione di Gela dell'associazione nazionale carabinieri a riposo, presieduta dal Luogotenente Domenico Resciniti, ha promosso il 22 maggio scorso nella propria sede di Piazza Roma un annullo postale nel 75° anniversario dell'eccidio su un foglietto commemorativo dell'Arma marcato con una quartina di francobolli. Nel retro di copertina, l'ultima lettera del carabiniere Fiorentino Bonfiglio alla moglie Rosaria.
Il successivo martedì, 25 maggio, dopo un anno di stop causato dalla pandemia da Covid-19, si è svolta la cerimonia di assegnazione delle borse di studio in memoria delle vittime di "Feudo Nobile", giunta alla terza edizione.
Sede della manifestazione l'anfiteatro dell'istituto Don Bosco, nel plesso scolastico "Falcone-Borsellino", del primo istituto comprensivo, nel quartiere Albani-Roccella di Gela. La festa di intitolazione dell'istituto ai due giudici, eroi dell'antimafia, uccisi 29 anni fa, è stata rinviata a data da destinarsi a causa della pandemia.
Una scuola di periferia, quella di Albani Roccella" diventata di eccellenza grazie a insegnanti e studenti che hanno fatto dell'istituto la loro casa, il loro mondo rispettoso della natura, fino a trasformare gli spazi verdi in coltivazioni biologiche di verdure, ortaggi e di erbe aromatiche.
Al tavolo della presidenza il dirigente scolastico del primo istituto comprensivo, Rosalba Marchisciana, che ha presentato la manifestazione, e il Luogotenente dei CC in pensione, Domenico Resciniti, promotori e organizzatori della cerimonia.
Al loro fianco, il sindaco di Gela, Lucio Greco, il comandante provinciale dei carabinieri, colonnello Ivan Boracchia, la delegata del provveditore agli studi, Salvina Pulvirenti, e il giornalista Franco Infurna, che ha curato la recensione dei primi cinque elaborati, premiati con borse di studio da 200 euro (il primo) e da 150 euro, ex equo, i restanti quattro.
Questi i loro nomi: Giacomo Campanaro, classe 1ª/A Itis "Emanuele Morselli"; Amadeu Casano, classe 2ª/C Istituto comprensivo "Don Milani" (menzione speciale); Angelo Cassarino, classe 3ª/A Istituto "Don Bosco", plesso "Falcone-Borsellino", primo comprensivo; Noemi Cutini, classe 3ª/A dell'Istituto comprensivo "Gela-Butera"; Oscar Migliorisi, classe 3ª/I dell'Istituto comprensivo "Salvatore Quasimodo". Borse di studio da 100 euro ciascuno sono andate ad altri 9 concorrenti, tutti classificati al sesto posto, ex equo.
Quattro sono del plesso "Nicolas Green" dell'Istituto comprensivo Don Milani: Vincenzo Guaia e Antonio Favitta della classe 1ª/A, nonché Angelo Scontrino e Raimondo Giordano, entrambi della classe 2ª/A. Tre dell'Istituto "Don Bosco" del plesso "Falcone Borsellino": Carla Pirone, Matilde Tallarita e Asia Nicolosi, tutte della classe 3ª/A.
Poi, Gabriele D'Aleo della classe 2ª/C dell'Istituto comprensivo "Don Milani". Infine Giorgia Di Gesù, classe 1ª/A dell'Istituto Tecnico tecnologico "Emanuele Morselli". Una targa di ringraziamento è stata assegnata all'azienda sponsor dell'intera iniziativa, la "Sicilsaldo" di Angelo Brunetti.