Niente cortei, mega sfilate, o maxi eventi. Ma anche niente festini, pizzate, pigiama party, più o meno piccanti, più o meno trasgressivi.
Per il secondo anno, il covid costringe ad una visione più sobria della festa della donna, molto più riflessiva e meno leggera, in un contesto complessivo meno consumistico. L’augurio è quello di imparare e mettere in pratica anche nei prossimi anni una delle lezioni che la pandemia ci sta insegnando in questi mesi, non quella distorta di una festa come siamo abituati a vederla in Italia, ma quella più consona di una giornata internazionale della donna in cui a prevalere è la riflessione.
Un’immagine decisamente più fedele al senso di una tale ricorrenza che affonda le proprie radici già agli inizi del 1900 e che ha avuto il suo primo grande successo con il riconoscimento del suffragio universale, cioè il diritto di voto ad ogni donna. Dalla parità alle urne a tutto il resto è passato un secolo. Grandi passi in avanti sul piano della parità di genere nella società sono stati fatti, altri se ne devono ancora fare.
A Gela in occasione della giornata internazionale della donna, l'amministrazione comunale ha promosso un importante momento di incontro e confronto, l’8 marzo, nell'aula consiliare del Comune, alla presenza di ospiti appartenenti al mondo sociale e della cultura e di tutte le associazioni e i club service della città. Dopo i saluti iniziali del sindaco Lucio Greco, ha preso la parola l'assessore ai servizi sociali Nadia Gnoffo, la quale ha portato la sua testimonianza personale di moglie e di mamma nel mondo del lavoro e della politica. Nel suo intervento, con la voce velata dall'emozione, il racconto di chi si è trovata quasi costretta ad una scelta nel momento in cui ha scoperto di essere in gravidanza: da un lato la famiglia, dall'altro il lavoro e gli incarichi politici.
Nel 2021 non dovrebbe più accadere, ma ancora accade alla maggior parte delle donne: «al di là di ogni rituale convenzionale che ci porta ad identificare quest'unica giornata da dedicare alle donne, il mio personale augurio – ha dichiarato l’assessore Gnoffo – è che questo ennesimo 8 marzo sia un ulteriore piccolo passo verso l'effettiva parità di cui, ancora troppo spesso, non si percepisce l'importanza. Nei giorni che hanno preceduto questa ricorrenza non sono mancati, purtroppo, i femminicidi e, se è vero che la violenza in ogni sua forma non ha genere, è altrettanto innegabile che ad oggi sono proprio le donne a pagarne il prezzo più alto. E allora auguri alle donne che lottano, che soffrono, che hanno il coraggio di dire basta, e che ancora oggi faticano il doppio per ottenere la stessa considerazione lavorativa degli uomini. Auguri a quelle donne ancora costrette a "giustificare" la gravidanza o addirittura ad evitarla, per garantire il loro posto di lavoro.
Auguri alle donne, e anche agli uomini, affinché sappiano costruire un futuro di progresso, di rispetto e di parità, ma anche di giustizia sociale, che non duri lo spazio di una ricorrenza».
Successivamente, sono intervenuti il presidente del consiglio comunale Totò Sammito e, in rappresentanza delle donne del civico consesso, Virginia Farruggia e Romina Morselli. Chiusa la parentesi istituzionale, a portare il suo saluto è stata la scrittrice Silvana Grasso, giunta appositamente da Giarre. Per le associazioni e i club service, sono intervenute le presidenti di Moica, Fidapa, Airc, Soroptimist, Convegno di cultura Maria Cristina Di Savoia, Inner Wheel e della neo costituita consulta dei giovani. Tutte d'accordo nel sottolineare come quella di oggi non sia una giornata di festa, ma un momento di riflessione e condivisione.
Presenti con un videomessaggio anche due grandi donne nate a Gela e che il talento e l'ambizione, insieme allo studio e ai prestigiosi riconoscimenti ottenuti, hanno portato altrove. Si tratta di Monica Contrafatto, militare e atleta paraolimpica azzurra, e della dottoressa Rossella Contrafatto, eccellenza nel campo dell'odontoiatria. In collegamento su Zoom, dall'ospedale Garibaldi Nesima di Catania ha portato il suo saluto anche la dr.ssa Ernestina De Francesco, che ha raccontato la sua esperienza di donna del sud in un mondo, quello della medicina e della ricerca, in cui troppo spesso ancora i ruoli di spicco sono prerogativa del sesso maschile.
«E' stata una mattinata di arricchimento per tutti noi. Siete donne, mamme, mogli, insegnanti, lavoratrici e imprenditrici che fanno onore alla città – ha dichiarato, in chiusura, il sindaco Lucio Greco – e il mio augurio è che non si debba aspettare un altro 8 marzo per rivederci. Incontriamoci con maggiore frequenza, confrontiamoci su come meglio governare questa città, il vostro apporto di idee è essenziale in una realtà complessa come la nostra e tutte voi, ognuna col proprio ruolo, potete essere una stella polare e una guida per chi è chiamato a governare. Siete voi che date valore e forza a questa giornata importante, e che spesso arrivate prima e meglio dove l'amministrazione non riesce. Di certo, non è celebrandovi un giorno o regalandovi un fiore che si colmano gap e lacune frutto di retaggi secolari. Senza le donne, semplicemente, non ci sarebbe la vita, eppure la strada verso il rispetto e la parità di genere è ancora lunga e tutta in salita».
Assente alla manifestazione, anche la consigliere comunale e vice presidente del consiglio comunale, Paola Giudice, è voluta intervenire con una nota inviata ai media: «parlare dell’8 marzo non è affatto semplice, il rischio è sempre quello di scadere nella retorica. Una giornata ricca di significato e valore che, purtroppo, negli anni è stata spesso svilita riducendola ad un insieme di frasi fatte e luoghi comuni se non addirittura ad una carnevalata che ha, a volte, ottenuto un risultato lontano dallo spirito originario, ossia ricordare le conquiste sociali, economiche e politiche da un lato e le discriminazioni e le violenze di cui le donne sono state e sono ancora oggetto in tutto il mondo, dall’altro.
Essere donna nel Terzo Millennio non dovrebbe neppure essere una condizione da tutelare o preservare ma una condizione di normalità. Sogno un mondo nel quale le donne non debbano avere bisogno di quote rosa, di posti riservati, di giornate dedicate, sogno un mondo nel quale non ci si debba sorprendere di vedere una donna in una qualsiasi posizione lavorativa o sociale. E invece siamo qui a dovere ancora rivendicare ciò che è già nostro in quanto essere umani».
Il covid costringe a recuperare un’immagine più sobria di questa ricorrenza ma la già assessore e consigliere comunale, nonché attuale dirigente del Pd, avv. Giovanna Cassarà, ci ricorda che «per le donne, con la pandemia il divario occupazionale si è ulteriormente aggravato, atteso che le donne occupate sono meno del 50% e il divario tra uomini e donne occupate rimane uno dei più alti d’Europa.
Il confinamento dovuto alla pandemia – ha proseguito - ha messo in evidenza il valore sociale del lavoro di cura, spesso svolto dalle donne, ma altresì e drammaticamente la scarsa condivisione del lavoro domestico e le carenze dei sistemi di welfare. Di fronte ai fondi previsti dai Recovery Fund, non vogliamo, infatti, che si inseriscano solo misure specifiche per le donne.
Nel progetto di rinascita che auspichiamo riteniamo centrali sia il lavoro che il welfare: nidi e scuole per l’infanzia in quantità adeguata da nord a sud. Teniamo ferme le parole d’ordine di questo 8 marzo 2021 che sono donne, memoria e futuro. Non ci stancheremo, infatti, di difendere, anche con le campagne di sensibilizzazioni, i diritti che ci siamo conquistati e quelli per il riconoscimento dei quali ogni giorno lottiamo, pretendendo che essi non vengano costantemente minacciati».
Altamente simbolico, infine, il gesto compiuto dalle tante donne che si sono recate al Centro di raccolta fisso della Fidas Gela giusto appunto nella giornata internazionale della donna, per donare il proprio sangue accogliendo l’appello del presidente Enzo Emmanuello.