E’ tempo di rivedere le norme che regolano l’affidamento dei lavori. Utilizzare il bando pubblico per abbattere i costi e finalizzare gli investimenti.
“Non ci sorprendono le dichiarazioni rilasciate dal direttore generale di Caltaqua di fronte alla commissione regionale d’inchiesta sugli ecoreati secondo il quale, la responsabilità dei mancati investimenti sull’utilizzo dei fondi europei per il rifacimento della rete idrica e fognaria della provincia di Caltanissetta, sia da attribuire ai 22 sindaci nisseni”. Lo dichiarano i segretari generali di Cgil, Cisl, Uil del territorio di Caltanissetta, Ignazio Giudice, Emanuele Gallo, Vincenzo Mudaro.
Per i tre sindacalisti “non aver utilizzato le risorse comunitarie ha comportato: inquinamento, sanzioni, inoccupazione dei lavoratori edili che nei lavori pubblici avrebbero potuto trovare una valida e duratura alternativa professionale. Non c’è che dire. Sono stati conseguiti tre brillanti risultati ai quali va aggiunta la perla del pagamento dei canoni di depurazione nonostante gli utenti non dispongano di questo servizio”.
“A indignazione dobbiamo aggiungere altra indignazione quando amaramente constatiamo che i lavori di ammodernamento della rete fognaria dovevano essere completati già nel 2015. Questa non è una questione secondaria – rimarcano Giudice, Gallo, Mudaro – perché i mancati investimenti hanno avuto un forte impatto ambientale. L’inadeguatezza dello smaltimento dei reflui è un’occasione persa e continua a generare effetti insostenibili nei comuni di Delia, Sommatino, Marianopoli, Montedoro, Bompensiere, Niscemi che ne sono del tutto sprovvisti”.
“E’ plausibile l’obiezione che gli investimenti non sono stati realizzati per il ritardo registrato nella costituzione delle Ati ma è anche vero che la gestione commissariale degli Ato ha permesso a Caltaqua un immotivato e spropositato incremento delle tariffe idriche, con pesanti ricadute sull’economia delle famiglie. Le Ati – continuano Giudice, Gallo, Mudaro – avrebbero potuto vigilare sulla dinamica dei prezzi esercitando quell’azione di controllo che viene conferita ad un organo democraticamente eletto. Non va meglio sul piano del bilancio.
Salta evidente all’occhio la perdita di esercizio di 593 mila euro registrata da Caltaqua nel 2019. Questa perdita stride con gli alti costi di erogazione del servizio idrico. E sempre restando in tema di cifre non va dimenticato che “FCC Aqualia SA”, società controllante di Caltaqua, per la quale ha svolto attività di progettazione, assistenza e direzione dei lavori, vanta proprio da Caltaqua un credito di ben 18.814.565 euro”.
“Nonostante l’entità di queste cifre - concludono i tre segretari generali di Cgil, Cisl, Uil - si continuano a spendere somme assurde smaltendo a Siracusa i fanghi dei depuratori. Logica industriale ed economica imporrebbe piuttosto la costruzione di un impianto proprio.
Come Cgil, Cisl, Uil, rilanciamo questa proposta sollecitando il Presidente dell’Ati, Massimiliano Conti e i 22 Sindaci del nisseno ad apportare le dovute modifiche al regolamento del servizio integrato. E’ tempo di rivedere con coraggio le norme che disciplinano l’affidamento dei lavori utilizzando le procedure del bando pubblico. Solo così si possono abbattere e rendere trasparenti i costi avendo peraltro la certezza di vedere finalizzati gli investimenti.