Toh chi si rivede la Festa degli Alberi

Toh chi si rivede la Festa degli Alberi

Chissà in quanti sapranno che due leader storici della Dc ed autentici protagonisti, assoluti, della cosiddetta prima repubblica, vale a dire Cossiga ed Andreotti, avessero un'anima ambientalista.

Grazie a loro, infatti, la L. 113/92, ben 28 anni fa, istituiva l'obbligo in capo ai comuni di piantare un albero per ogni neonato residente, entro 12 mesi dalla sua registrazione anagrafica. Non solo: in capo al comune la legge impone l'obbligo di un censimento, con l'ufficio anagrafico comunale chiamato a registrare sul certificato di nascita, entro quindici mesi dall'iscrizione anagrafica, il luogo esatto dove tale albero è stato piantato. Chiaro l'obiettivo: aumentare le aree verdi territoriali, tanto che ai sensi di tale legge, se nel territorio comunale non c'era più spazio per porre a dimora un albero, il comune poteva richiedere ed ottenere in concessione - a tale scopo - aree demaniali statali.

Una legge per certi versi rivoluzionaria, ma scarsamente rispettata dai comuni, che si sono sovente sottratti a tale obbligo, giacché non era prevista alcuna sanzione in caso di inosservanza. La successiva L. 10/2013 ha istituito la “giornata nazionale degli alberi”, con ricorrenza ogni 21 novembre ed è intervenuta a modificare in alcune parti la legge Cossiga-Andreotti sopra richiamata, esentando dall'obbligo della piantumazione, i comuni al di sotto dei 15 mila abitanti ed estendendo la platea dei beneficiari, anche ad ogni minore adottato oltre ad ogni neonato residente.

Dimezzato il termine per l'osservanza dell'obbligo: non più entro 12 mesi, ma entro sei mesi dalla registrazione anagrafica. Anche le norme del 2013 però non dispongono sanzioni per inosservanza, prevedendo invece un apposito comitato di monitoraggio, accanto l'obbligo per ogni sindaco, due mesi prima la scadenza naturale del mandato, di rendere noto il bilancio arboreo del comune, indicando il rapporto fra il numero degli alberi piantati all'inizio ed alla fine del suo mandato. 

Il 21 novembre scorso Gela ha celebrato la giornata nazionale degli alberi. Purtroppo, lo spirito della legge non è stato rispettato appieno, a causa della forzata assenza, per le conclamate ragioni di sicurezza anti contagio covid-19, delle scolaresche. All'orto "fontanelle", nei pressi di piazza “Padre Pio”, sono stati simbolicamente piantati un ulivo e un melograno, alla presenza del vice sindaco Terenziano Di Stefano, di Angelo Presti e Giuseppe Lo Vivo (nel riquadro della foto) in rappresentanza di “ArcheoAmbiente”, nonché il “Lions” club e il “Leo” club del golfo di Gela, con i rispettivi presidenti Stefano Trainito e Guglielmo Giordano. 

«L’obiettivo della ricorrenza – ha precisato l’assessore al decoro urbano, Giuseppe Licata - non è solo quello di valorizzare l’importanza del patrimonio arboreo, - ha spiegato l'assessore al decoro urbano Giuseppe Licata - ma anche quello di ricordare a tutti che la riqualificazione del verde urbano e degli spazi pubblici non dev'essere un obiettivo secondario per una pubblica amministrazione. Essi – ha proseguito l’avv. Licata – concorrono al miglioramento della qualità della vita e per questo l'obiettivo che ci prefiggiamo è proprio quello di cambiare il volto della nostra città, con più spazi verdi in cui allenarsi, far giocare i nostri bambini, rilassarsi. Mi dispiace solo che oggi gli alunni non abbiano potuto presenziare, ma purtroppo la pandemia ci ha costretti a ridimensionare l'evento. Speriamo l'anno prossimo di poter organizzare una grande festa insieme a tutti loro. Un ringraziamento, a nome di tutta l'amministrazione comunale – ha chiosato Licata – va alle associazioni presenti oggi, per il loro grande impegno sociale».

La domanda alla fine è la solita: cosa resta di giornate e ricorrenze come questa? «di certo – ci risponde l’esponente di ArcheoAmbiente, Angelo Presti – la soddisfazione di un gesto per la città e l'ambiente, unitamente alla consapevolezza acquisita dell’esigenza di una maggiore collaborazione collettiva, ma anche la gioia per aver usufruito dell’occasionale aiuto di un piccolo “uomo” di 4 anni, Gaetanino Licata, che si ricorderà probabilmente a vita di questa giornata. Non ultima – conclude – la voglia di rivederci il prossimo anno e quelli a seguire».