Con il passaggio di Gela, insieme a Niscemi e Piazza Armerina, nella città metropolitana di Catania, osteggiato dal parlamento siciliano in spregio a norme vigenti che esso stesso ha prodotto (della serie: principio di legalità? Cos’è?) la sesta città isolana sarebbe entrata di diritto nell’area del “distretto economico sud est Sicilia”, che copre le ex tre province di Catania, Siracusa e Ragusa.
Uno strumento utile a sviluppare un’economia locale (filiera corta), con l’effetto esplicito di trainare le attività operanti nel territorio.
Gela sarebbe entrata non solo di diritto, ma anche a pieno titolo in questo distretto, in virtù di un “expertisement” industriale e produttivo che fa leva su mezzo secolo di raffinazione convenzionale, produzione energetica, chimica e plastica, corredata da diverse attività di ricerca e sperimentazione, con una dimensione attuale aperta al futuro ed all’innovazione, sia nel campo dell’addestramento e della formazione, che in quello dell’energia green: basti pensare che le due raffinerie “verdi” di Gela e Porto Marghera bastano da sole a soddisfare il fabbisogno nazionale.
Senza dimenticare l’alta specializzazione delle imprese e della forza lavoro di un indotto, specie quello della metalmeccanica, ma anche della marineria e della portualità industriale, che è stato sempre al passo con lo stabilimento. I gelesi avranno pure mille difetti, ma hanno ampiamente dimostrato, negli anni, di non temere affatto il cambiamento, di saper apprezzare la fatica, il sudore e di non avere paura del lavoro, anche in salita. Con l’ingresso nel distretto sud est tanta manodopera specializzata e le imprese avrebbero evitato di “emigrare” al nord e nel godere di un’immagine riconosciuta all’intero distretto, ci sarebbero stati benefici grossissimi anche in fase di “start up”, per la nascita di nuove imprese e la diversificazione delle “mission” aziendali.
Sarebbero stato ineludibili, soprattutto, i vantaggi sul piano infrastrutturale e logistico. E’ uno dei motivi principali per cui, nella consapevolezza che era impossibile creare ex novo un libero consorzio di Gela considerati i paletti insormontabili fissati dalla normativa, il Csag si fece promotore del passaggio di Gela alla città metropolitana di Catania, portando in dote le grandi potenzialità retro-portuali ed una posizione geografica altamente strategica sul mediterraneo.
Potenzialità che seppe cogliere l’allora sindaco etneo, Enzo Bianco, assolutamente favorevole all’ingresso di Gela nella città metropolitana catanese e con esso, l’ingresso nel distretto sud est e nel sistema portuale di Catania-Augusta, il quale sarebbe stato l’unico a poter vantare due sbocchi a mare, lo Ionio ed il Mediterraneo, per l’appunto. Senza considerare sul piano agricolo ed agr-ituristico, le potenzialità dell’associazione tra piana di Catania e piana di Gela.
Il distretto del sud-est Sicilia è stato istituito nel 2014. Soci fondatori sono le tre ex province, i tre comuni e le tre camere di commercio di Catania, Siracusa e Ragusa. Ad essi si aggiunse poi l’università degli studi di Catania, che nel siracusano e nel ragusano conta diverse sedi.
Il Distretto è un organismo autonomo in grado di intercettare fondi regionali, statali e soprattutto comunitari come Horizon 2020. Copre un'area che costituisce l'80% del Pil isolano ed assicura l’80% dell’export siciliano. L’area più ricca, dinamica e produttiva dell’isola, con la maggiore presenza di beni culturali. Poco meno di 150 mila, le imprese operanti. Due aeroporti, Catania e Comiso, due porti e retroporti di grande importanza come Catania ed Augusta, insediamenti ed aree industriali di non poco conto, con innegabili ricadute sul piano dei trasporti.
Un modello organizzativo flessibile. Previsti tre comitati: quello di coordinamento, con sede a Catania e col compito di interloquire con Roma, a cui si aggiunge Ragusa che è sede del comitato scientifico, preposto ad elaborare i piani ed progetti di sviluppo ed, infine, Siracusa che è sede del comitato organizzativo. Ridotti al minimo i costi.
Il mancato passaggio di Gela alla città metropolitana, in attesa del pronunciamento del Tar, non ostacola però l’ingresso di Gela in questo distretto. Sin dall’inizio, infatti, potevano aderire non solo i comuni delle tre aree vaste citate, ma anche i comuni contigui territorialmente, come Gela ad esempio. Un’opportunità recentissima è il decreto di istituzione delle Zes in Sicilia, sottoscritto dal Ministro per il sud e la coesione territoriale, Giuseppe Provenzano. Ebbene attraverso le zone economiche speciali, Gela è per la prima volta, inclusa nella Sicilia orientale.
L’ingresso nel distretto sud est siciliano rappresenta la sfida del futuro, mettendo Gela nelle condizioni finalmente di “fare squadra” con altre realtà produttive isolane, ovverosia ciò che non ha mai potuto sperimentare nell’area nissena e della Sicilia occidentale. In caso di successo, il primo deficit ad essere colmato sarebbe quello infrastrutturale, sia su strada che su rotaie.