Da oltre due anni le strade di Gela sono cantieri a cielo aperto.
Caltaqua, prima, Enel e Open Fiber, dopo, hanno reso estremamente difficile la circolazione viaria in questa città. Ai gelesi è stato chiesto sacrificio e spirito di sopportazione con la promessa che sarebbero stati ripagati dal miglioramento del servizio idrico, da una rete elettrica più potente e da una più veloce trasmissione dati su un web di quinta generazione (5G) grazie alla rete telefonica interamente in fibra ottica. Invece finora hanno avuto come compenso solo trincee coperte malamente dal calcestruzzo e le strade senza asfalto.
Delle tre aziende impegnate a scavare, Caltaqua ha completato i lavori ma con risultati davvero scadenti dato che tratti non sostituiti di vecchie tubazioni scoppiano, creano perdite e vanificano la rete nuova. Le sue ditte, la Cecar e la Novambiente, pur facendo il loro dovere, ci avrebbero rimesso tempo e denaro. Iniziati i lavori nell'agosto del 2018, avrebbero dovuto completare tutto nell'arco di un anno.
Invece i numerosi rinvenimenti di reperti archeologici, la lentezza degli esperti nelle successive ricerche svolte con l'ausilio di uomini e mezzi delle imprese e i tanti imprevisti, tra cui l'enorme lockdown imposto dalla pandemia da Covid-19, hanno causato a queste due aziende del consorzio Cipae-Integra la perdita di un anno e di quasi 700 mila euro su un appalto di circa 4 milioni. Chi dovrà risarcire questi soldi? Comune e Sovrintendenza non ne vogliono sapere. Caltaqua riflette. Si prepara forse un duro contenzioso.
E intanto le vie di Gela restano dissestate come percorsi di guerra. Un aspetto questo difficile da capire perchè nei mesi scorsi alcune strade sono state asfaltate per intero mentre la maggior parte è rimasta a calcestruzzo grezzo. I cittadini si sono chiesti come mai questa situazione. L'arcano ci è stato chiarito dai responsabili delle ditte. Hanno spiegato che per contratto loro erano obbligati a ripristinare l'asfalto coprendo gli scavi secondo la misura delle tubazioni per una striscia di uno, due metri o al massimo mezza carreggiata.
I metri quadrati di superficie da asfaltare erano in totale 18 mila. Ma l'amministrazione ha voluto, con un protocollo d'intesa, che questi 18 mila metri quadrati si utilizzassero tutti per pavimentare per intero alcune strade tra le più trafficate. Giusto o sbagliato? E quelle che sono rimaste grezze che fine faranno?
Il sindaco Lucio Greco, e l'assessore ai lavori pubblici, Ivan Liardi, ci hanno risposto che aspettano dalla Regione "il finanziamento di 5 milioni di euro attraverso il fondo di compensazione mineraria per un progetto di pavimentazione stradale di interi quartieri di Gela". Ma ci vorranno ancora alcuni mesi e non è detto che la richiesta venga accolta. Via Morselli, Circonvallazione porta Vittoria, via Cascino e decine di altre strade per quasi 20 km lineari restano in lista d'attesa.
I tecnici però temono che possano diventare intransitabili perchè nel frattempo la pioggia sfalderà il calcestruzzo che copre gli scavi, già vecchio di due anni. Ma l'assessore, Liardi, è ottimista. Assicura che si farà in tempo. Intanto ha già effettuato interventi con fondi comunali per 600 mila euro e altri 250 mila euro li ha appaltati per interventi di manutenzione stradale, cioè per riparazioni laddove c'è maggiore necessità e urgenza. Greco e Liardi sembrano due macchine in corsa. In settimana hanno consegnato alla ditta "Agosta Costruzioni srl" di Modica i lavori di riqualificazione della via Niscemi.
L'appalto, dell'importo di poco meno di un milione di euro, erogato dal Patto per il Sud, prevede la pavimentazione della strada, dei marciapiedi, l'illuminazione pubblica, l'arredo urbano e la creazione di due rotatorie. Il cantiere sarà inaugurato il 5 di ottobre. Direttore dei lavori per il Comune di Gela sarà l'architetto Franco Città.