C’è la voglia di lasciarsi alle spalle il periodo Covid

C’è la voglia di lasciarsi alle spalle il periodo Covid

Sono trascorsi ormai quasi due mesi dall’ 11 marzo, giorno nel quale con un Dpcm, sono state attuate dal Governo delle misure restrittive per far fronte all’emergenza Coronavirus, che ha colpito il nostro Paese.

La quotidianità, forse un tempo anche “odiata” è stata stravolta ed essere confinati alle mura di casa, di giorno in giorno pesa sempre di più. Questo periodo ha portato a dei cambiamenti per ognuno di noi, che si tratti di lavoro, studio o lo svolgimento di attività, ed è anche tanta la voglia di sapere come sarà il futuro, passato questo brutto periodo, raccontando anche quello che può essere definito come un cambiamento, nel modo di pensare e agire.
Il sistema scolastico è sicuramente tra quelli penalizzati. Le aule sono riprodotte per via telematica, non senza qualche difficoltà per insegnanti e studenti, dai più piccoli fino agli universitari. Tanti giovani sono tornati in città giorni prima dell’inizio dello stato di emergenza, altri invece sono rimasti fuori sede.

Questa è una situazione piuttosto critica – dice Claudia Romano studentessa universitaria – anche solo per il fatto di non poter uscire di casa per andare a trovare i miei nipoti. Studio a Piacenza e quando è iniziata a circolare la notizia di un possibile stop dei mezzi di trasporto, sono tornata in città. Questo periodo non è facile, anche per quanto riguarda gli studi. Seguendo le lezioni per via telematica si capisce quanto sia importante essere presenti, per avere un contatto diretto con i professori. Nella mia facoltà, le video lezioni sono registrate, per cui è importante essere concentrati dall’inizio alla fine e se ho qualche dubbio, l’unico metodo di confronto è attraverso email.

Anche per gli esami è tutto molto complicato. Qualche giorno fa – continua - durante lo svolgimento di una prova scritta, ho avuto molti problemi di connessione, legati forse al fatto che questa sia maggiormente utilizzata in questo periodo. Nonostante questo, mi ritengo molto fortunata, pensando a chi, invece, è rimasto lontano dai propri cari, costretto a dover pagare l’affitto di casa, con i genitori che purtroppo per questa emergenza non possono lavorare. Sono sicura, che tutto questo presto finirà. Ci vorrà tempo per tornare completamente alla normalità e le precauzioni che dovremo attuare saranno utili ad evitare una ricaduta. Da tutto questo, impareremo ad apprezzare molte più cose, preferire il contatto fisico ad un messaggio, dialogare maggiormente in famiglia e magari riallacciare quei rapporti deteriorati nel tempo, anche tra parenti, che magari adesso sono “costretti” a stare sotto lo stesso tetto».

Anche lo sport è stato fermato. In attesa di capire se si ripartirà o meno, gli atleti delle varie squadre di calcio continuano ad allenarsi ed a mantenersi in contatto anche con allenatore e dirigenza attraverso i social, sempre più utilizzati.
«Questo – afferma il centrocampista del Gela FC Piero Tomaino - è un periodo molto difficile per tutti ed influenza anche l’ambito calcistico. Noi siamo molto uniti, ci sentiamo costantemente per non perdere lo spirito di squadra. Anche a casa non ci siamo fermati, dedicando sempre del tempo all’allenamento fisico e mantenendo un’alimentazione corretta. Sarà molto difficile in ogni caso ritornare in campo, ma la voglia di ricominciare supererà ogni ostacolo. Sono molto fiducioso e non vedo l’ora di tornare in campo con l’emozione e la voglia di giocare, vincere e soprattutto riabbracciare i miei compagni».

Una categoria nel quale saranno stravolti i metodi di lavoro è sicuramente quella degli artigiani, che – secondo indiscrezioni – dovranno rivedere i metodi di prenotazioni, adottando varie misure di sicurezza.
«Sono rimasto sempre a casa – commenta il barbiere Giosi - e non sono mai uscito se non per necessità rispettando a pieno il decreto che riguardava me e tutti i cittadini. Non ho mai incontrato amici e clienti, ma mi sono tenuto sempre in contatto con loro e ho cercato di aiutarli per eventuali “fai da te” improvvisati, tramite telefonate e video chiamate per come meglio potevo assisterli.

Molti stanno aspettando con ansia la mia riapertura, altri hanno cercato di rimediare in casa con metodi “più casalinghi”. Immagino – continua - tante difficoltà per il “dopo” poiché eravamo abituati a determinati, orari e modalità di lavoro, ma cambierà tutto, che si tratti della mia professione o meno. Saranno rivoluzionate la vita sociale, la nostra libertà e la nostra serenità. La vita è cambiata per tutti e sarà così per molto tempo. Questo virus – conclude - ha sconvolto la nostra quotidianità e sicuramente non in positivo, ma allo stesso tempo ci sta permettendo di goderci al meglio la famiglia, capendo ancora di più quali sono le priorità e dando maggiore importanza a cose che prima davamo per scontate. Dobbiamo capire che siamo ospiti nel mondo, imparando a rispettarlo ancora di più, e non i padroni».