Nell’Italia alle prese con il Coronavirus, tra le tante importanti necessita, c’è la raccolta di sangue.
Più che mai in questi giorni, è importante ricordare il messaggio “donare sangue, donare vita” per aiutare coloro che giornalmente, si trovano a combattere battaglie la cui donazione è di vitale importanza.
La Fidas Gela, presieduta da Enzo Emmanuello (nella foto a sinistra), da settimane, ha avviato una campagna di sensibilizzazione, attraverso le proprie pagine social, per indurre le persone a continuare in questo meraviglioso gesto, che non ha nulla a che vedere, in termini di trasmissione, con il virus che ha colpito il nostro Paese.
Nella sede di via degli Appennini, si stanno attuando tutte le misure di sicurezza previste dal decreto ministeriale, ovvero il mantenimento della distanza tra una persona e l’altra e l’adozione di mascherine. Sono messi a disposizione dei gel per igienizzare le mani prima di entrare in sala d'attesa e il personale medico attua alla lettera tutti i protocolli previsti. Un forte messaggio è lanciato dal dott. Antonio Moscato (nella foto secondo da destra) e dal dott. Gaetano Cassarà (nella foto secondo da sinistra).
«L’emergenza Covid-19 – dichiara il dott. Antonio Moscato, responsabile UdR – non può compromettere il gesto donativo di chi ha a cuore la salute pubblica e per quanti generosamente contribuiscono all’autosufficienza giornaliera. Oggi più che mai si registra un calo nelle donazioni del sangue più del 10-15%. A mio avviso occorre che ciascuno di noi si impegni a vincere la battaglia che medici, infermieri, scienziati, donatori di sangue stiamo combattendo per uno scopo comune. Per la migliore ripresa post-epidemia occorre donare il sangue oggi, per quando l’emergenza sarà finita. Va detto – continua - che anche in costanza di questa emergenza che stiamo vivendo, donare il sangue è sicuro, poiché non vi sono evidenze scientifiche sulla trasmissione del virus con la trasfusione o la donazione del sangue.
Le attività di donazione del sangue e degli emocomponenti sono livelli essenziali di assistenza sanitaria ai sensi dell’art. 5 della Legge 219/2005 ed il Decreto del presidente del Consiglio dei ministri “io resto a casa”, ha riconosciuto ai donatori la possibilità di spostamento, in quanto può essere considerata inclusa tra le situazioni di necessità. Sono consapevole – conclude - dei forti dubbi dei nostri donatori in questo clima di emergenza virale, ma voglio rassicurare gli stessi che la loro salute è la nostra priorità. Concludo con lo slogan che unisce in questi giorni il nostro Paese: Andrà tutto bene!».
«Donare è importante – dice il dott. Gaetano Cassarà (medico selezionatore Udr) – ancora di più in questo periodo. Ci sono tante persone che necessitano di sangue, penso ai talassemici o anche a chi si sottopone a radioterapia o a terapie tumorali. Un’importante raccolta aiuta gli ospedali nei casi di emergenza come potrebbe essere un incidente oppure un intervento, anche se questi ultimamente vengono rinviati, per quanto sia possibile, a causa del problema che ci stiamo ritrovando ad affrontare. È importante sottolineare – continua – come sia essenziale attuare tutte le norme, per la propria sicurezza e quella degli altri.
Noi come Fidas stiamo facendo in modo, che non manchi nulla ai donatori. Come si può immaginare, sta diventando sempre più complicato, trovare le mascherine adatte, ma devo dire, che anche grazie alla collaborazione di tutti, riusciamo ad ottemperare a tale necessità, facendo in modo che nessuno ne sia privo. Possiamo considerarci – conclude – soddisfatti dei risultati ottenuti in questi giorni, dopo un primo momento di difficoltà. Gela si conferma una città donatrice».
Sul riscontro da parte della cittadinanza ai vari appelli, il volontario Flavio Centamore (nella foto a destra) si è così espresso:
«Devo dire – afferma Centamore – che dopo il mercoledì nero, così l'ho definito, che è coinciso con la notizia dell'arrivo del contagio anche in Italia, un mercoledì, tanto per intenderci, senza neanche una donazione, il trend negli ultimi giorni è decisamente migliorato.
Gli appelli fatti dalla Fidas Gela per l'emergenza donazioni in città, così come gli appelli a livello nazionale, alla fine hanno sortito gli effetti sperati. I donatori ad un certo punto non hanno più aspettato la consueta chiamata presentandosi spontaneamente, ovviamente tenendo conto dei limiti di tempo imposti dalla legge tra una donazione e l'altra che sono, lo ricordiamo, tre mesi per gli uomini e sei per le donne in età fertile. Stessa cosa – continua - per gli aspiranti donatori, in molti hanno contattato la Fidas Gela per avvicinarsi alla donazione.
Siamo stati felicemente tempestati di telefonate, messaggi sulle nostre pagine social e molte persone si sono presentate presso il nostro centro di raccolta fisso. Per evitare gli assembramenti nel centro di raccolta lavoriamo su prenotazione. Il donatore è convocato nei giorni di apertura (lunedì, mercoledì, venerdì e domenica mattina) in determinati orari onde evitare troppe persone contemporaneamente all'interno del centro. Inoltre, c'è da ricordare che alle persone è concesso lasciare casa per recarsi a donare, non esistono restrizioni in tal senso. Insieme ce la faremo ad attraversare indenni questo momento».