La traversata a nuoto dello Stretto diventa realtà

La traversata a nuoto dello Stretto diventa realtà

C’è chi sogna di scalare l’Everest, chi di andare sulla luna, altre di trovare il principe azzurro e di fare il matrimonio che ha sempre desiderato.

Veronica Granvillano, (nella foto) giovane donna di origine gelese ma residente in Toscana, quest’ultimo lo ha già concretizzato: qualche anno fa è convolata a giuste nozze con Francesco Vitello, anche lui siciliano di Alcamo, e insieme hanno scelto come cornice per il giorno del loro matrimonio la nostra città. Il 24 agosto scorso ha coronato un altro sogno che aveva sin da piccola: attraversare lo Stretto di Messina a nuoto.

Un progetto divenuto finalmente realtà grazie all’Associazione sportiva dilettantistica “Colapesce Primo” di Giovanni Finacca e la moglie che ha organizzato l’evento, al quale hanno partecipato una quarantina di amanti del nuoto. Veronica, che adora il mare, è stata da bambina una nuotatrice a livello agonistico e oggi è madre di due splendidi bambini (Samuele e Tancredi) e moglie felice di Francesco, nell’esercito come paracadutista.

Nata a Bologna 31 anni fa da padre gelese (Emilio) e da madre bolognese (Patrizia), Veronica vive a Vicchio del Mugello in provincia di Firenze. Ha un grande legame con la città di Gela, dove vive gran parte della famiglia del padre: fratelli, nipoti, cugini, con cui ha un forte legame. Ama in modo viscerale la Sicilia e questa sua impresa è stata un modo per onorarla, per consolidarlo e rafforzarlo. In un’ora e 28 minuti, con inizio alle 8,15 ha attraversato lo Stretto di Messina.

Avverte in maniera forte il richiamo della sua terra, sentendosi più siciliana che toscana, nonostante aver vissuto a Gela per soli tre anni, quando era ancora una bambina.

«Amo molto la Sicilia, di cui apprezzo tutto: il clima, il cibo, il mare, le bellezze paesaggistiche e archeologiche. Adoro il modo di essere dei siciliani, il loro modo di vivere e di concepire i rapporti, l’amicizia, il legame con la famiglia, il piacere di ritrovarsi e riunirsi tutti insieme.Vengo spesso ovviamente a Gela, dove ritrovo i miei affetti più cari». E a proposito della città dice: «Gela è una città dalle mille contraddizioni, ma la amo anche per questo. E’ la città dove mio padre Emilio è nato e cresciuto, dove vive gran parte della sua famiglia. Ritornare qui è sempre un gioia per me, è un ritorno alle origini, alle cose e alle persone a cui sono più legata.

Anche mio marito è siciliano e anche lui ama tornare nella nostra terra. Una terra però martoriata da tanti problemi, disagi, da politiche inadeguate, una terra che tanto ha da offrire in termini di bellezza, cultura. Gela poi ha tante potenzialità legate alla sua posizione geografica, alla sua storia antica, ai beni culturali, che purtroppo i suoi cittadini non riescono a valorizzare, ad utilizzare in modo adeguato affinché la città possa svilupparsi ed offrire opportunità di lavoro per i giovani. Io verrei subito a vivere a Gela o in un’altra città della Sicilia se qui potessi trovare un lavoro adeguato. Ho frequentato il liceo linguistico, ho esperienza nel settore dell’editoria. Sogno di far crescere i miei figli in questa meravigliosa terra».

– Padre gelese e madre bolognese. Cosa hai ereditato dall’uno e dall’altro?
«Da mio padre l’attaccamento alla Sicilia e a Gela in particolare, il senso della famiglia, il dare importanza ai sentimenti; da mia madre il sentirsi parte di una collettività, volerla difendere e tutelare, il senso civico, il rispetto delle regole. Cose che purtroppo non riscontro come si dovrebbe nei gelesi. Gela è una città dalle grande potenzialità e potrebbe offrire tanto se solo i suoi cittadini imparassero ad amarla veramente e a rispettarla».

– Sognavi di attraversare lo Stretto di Messina e l’hai fatto. C’è dell’altro che vorresti fare?
«Un giorno mi piacerebbe ripetere l’esperienza con mio figlio Samuele, sarebbe per me una grande emozione. Per questo in futuro inizierò gli allenamenti insieme a lui per realizzare quest’altro sogno per onorare la mia amata Sicilia».