Nel luglio del 1943 Gela fu teatro di avvenimenti decisivi per la riconquista della libertà.
Alle prime luci dell’alba del 10 luglio iniziò l’Operazione Husky con lo sbarco di 180.000 uomini. L’invasione della Sicilia da parte degli Alleati, portò alla liberazione dell’Italia dal nazi-fascismo. Avuta la notizia dello sbarco nella zona di Gela, il comando delle truppe dell’Asse dispose un contrattacco avvalendosi delle unità di carri armati del "gruppo mobile E", della fanteria della divisione Livorno e della divisone H. Göring. Il contrattacco fu respinto.
Gli americani, dopo aver conquistata Gela, l’indomani dello sbarco, subirono una seconda controffensiva delle truppe dell’Asse. Gli scontri della Battaglia di Gela terminarono nel primo pomeriggio del 12 luglio con la ritirata degli italo-tedeschi e con la cattura da parte degli americani di quasi 20.000 prigionieri. Gela fu la prima città d’Europa ad essere liberata.
Per celebrare il 76° Anniversario dello Sbarco Alleato, il Kiwanis club Gela e il gruppo archeologico Geloi, con il patrocinio del comune di Gela, hanno organizzato due giorni di appuntamenti. Il primo, il 9 luglio, con visite al parco tematico "Gela in Miniatura" di un’area dedicata allo sbarco e al palazzo Nocera, ex comando americano.
La mattinata del 10 luglio, è stata segnata dall’incontro delle Delegazioni alla presenza delle autorità civili e militari in Piazza San Francesco, la deposizione di corone d’alloro presso le lapidi commemorative di tutti i caduti civili e militari presso il viale Mediterraneo e al cimitero Monumentale, benedizioni e onori ai caduti. Il vicesindaco Terenziano Di Stefano, dopo i saluti alle autorità militari e civili, alle associazioni e ai cittadini presenti, ha ringraziato il Kiwanis e il gruppo archeologico Geloi, per la fattiva collaborazione.
«Il 10 luglio 1943 – ha affermato il Vicesindaco – è una data che doverosamente bisogna ricordare, oggi e sempre. É stato l’inizio della democrazia, non solo nel nostro territorio, ma per tutta l’Europa. Assieme al Kiwanis e al gruppo archeologico Geloi, abbiamo deciso di costituire un comitato che d’ora in avanti si occuperà di questa manifestazione per renderla ancora più grande e avere la partecipazione di tutta la cittadinanza. Ricordiamo – ha proseguito – tutti i militari che per adempiere al loro dovere hanno perso la vita, anche se si trovavano in uno schieramento diverso da quello Alleato e le sofferenze della popolazione civile coinvolta in quegli eventi storici.
Fino a quel giorno l’Europa continentale era stata sotto il dominio nazi-fascista al punto di essere definita "Fortezza d’Europa". Lo sbarco a Gela – ha continuato – nell’ambito dell’Operazione Husky, aprì la prima breccia che determinò l’inizio dello sgretolamento del giogo nazi-fascista in Italia e creò le premesse per lo sbarco in Normandia nel 1944. La conseguenza immediata fu la fine del regime fascista.
Dopo queste sofferenze, morti e distruzioni, nacque lo Stato italiano che inserì all’art.11 della Costituzione, “l’Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali”. La commemorazione di questo evento – ha aggiunto – ha il duplice scopo di non far dimenticare gli uomini che hanno sacrificato la loro vita, hanno sopportato grandi sofferenze e contemporaneamente, di far ricordare quanto disumana, crudele e ingiusta sia la guerra. Il nostro auspicio – ha concluso – è che l’umanità possa dagli errori del passato, costruire un futuro di pace».
Le truppe americane sotto la guida del generale Patton, si contrastarono con la fanteria della divisione Livorno e della divisone H. Göring. Una sanguinosa battaglia che durò due giorni nel corso della quale vi furono migliaia di caduti, di cui circa 3.500 italiani, 3.000 americani e 650 tedeschi. La flotta che partecipò allo sbarco in Sicilia era più numerosa di quella che fu utilizzata per lo sbarco in Normandia.
«Studiare la storia – ha detto don Salvatore Cumia – è importante, perché si potrebbe correre il rischio che questa si ripeta. Cerchiamo di evitare gli errori del passato».
«Oggi è un evento storico – ha spiegato Alberto Lunetta responsabile Relazioni esterne della base americana di Sigonella – perché abbiamo anche la presenza di un contingente tedesco della Nato. Questo a rafforzare ancora di più l’amicizia e la fratellanza tra il popolo italiano, tedesco e americano».
«Freedom is not free». Ha aggiunto il capitano di fregata Robert Matthias, Comandante della stazione di telecomunicazioni e computer di Sigonella. «Bisogna costruire la pace, le premesse, perché ci sia libertà per i popoli. Ed è quello che è avvenuto grazie al sacrificio di tutti i militari nel 1943».
«Speriamo di poter far diventare il giorno dello Sbarco, un momento importante della vita Europea». Ha dichiarato Giuseppe Abbate rappresentante del Kiwanis. «Non esiste solo la Normandia. La liberazione dal nazi-fascismo è iniziata da Gela».
La giornata è poi proseguita con le visite ai luoghi storici dello Sbarco, alla memoria storica della tragica e decisiva Battaglia di Gela che sancì l’inizio dell’Operazione Husky: zona Castelluccio e il sito di ponte Dirillo, ubicato sulla SS 115 fra Vittoria e Gela, dove si trova una lapide che ricorda il combattimento di un’unità di paracadutisti della 82° Divisione americana che avvenne nella notte del 10 luglio 1943.
La manifestazione si è conclusa in serata con la proiezione nei pressi dell’ex Dogana del docufilm del regista Costanzo dedicato allo sbarco alleato