Basta farsi un giro in auto per accorgersi di come la “rete di vendita” cittadina sia radicalmente cambiata nel giro di due decenni in cui le amministrazioni che si sono susseguite hanno fatto letteralmente da spettatrici. Lo svuotamento del centro storico è ciò che salta subito agli occhi.
La parte del "passeggio" di corso Vittorio Emanuele sottoposta a ztl serale, è piena di saracinesche abbassate. Le uniche aperte sono nella stragrande maggioranza dei casi, quelle di locali di proprietà. Significa inconfutabilmente che uno dei motivi è l'essersi ostinati, da parte dei proprietari, a chiedere ancora affitti mensili con cifre a tre zeri. Cifre molto più contenute ad esempio in corso Salvatore Aldisio, hanno permesso di ammortizzare gli affitti, con le difficoltà maggiori che sta vivendo la rete di vendita di prossimità al cimitero monumentale, per le diseconomie causate dalla chiusura della scuola "Solito".
I negozi nelle arterie parallele, come via Cairoli e via Navarra si possono contare con le dita di una mano. E non era affatto così, specie in via Cairoli, che ha subito una desertificazione commerciale travolgente. Discorso che sostanzialmente non cambia per via Marconi. Diversi pure i commercianti, esercenti ed artigiani che hanno chiuso i battenti in via Crispi, mentre larga parte di via Generale Cascino e, per evidenti motivi, il lungomare Federico II di Svevia, si confermano a vocazione alimentare. Tengono ancora via Niscemi e la via Palazzi a Caposoprano, mentre ha avuto una sorta di resurrezione commerciale via Recanati a seguito della profonda riqualificazione che l'ha interessata. Ma gli anni senza manutenzione passano e le conseguenze iniziano a manifestarsi.
Il boom vero e proprio riguarda via Venezia, diventato quel “centro commerciale naturale” che il centro storico aveva in mente di diventare, peraltro autodeterminandosi in un organismo pensato e creato ad hoc, senza però riuscirci. Tutto ciò ha una sua ragione di fondo ineludibile ed inconfutabile: è mancato l'interlocutore per eccellenza, vale a dire una politica assolutamente latitante e semplicemente incapace di andare oltre la riunione o il tavolo invocati e serviti come espedienti attraverso cui rifugiarsi, in tutti quei momenti in cui i negozianti ed i loro rappresentanti si sono ciclicamente spazientiti e l'hanno sollecitata, per poi calmarsi.
Non a caso, questo è il pensiero, lapidario, del responsabile di Casartigiani del Golfo di Gela, Antonio Ruvio (a destra nella foto): «lo svuotamento del centro storico - ci risponde senza tanti fronzoli - indubbiamente è dovuto anche ad affitti molto salati, ma soprattutto, la politica è stata inerte ed ha abbandonato al suo destino un centro storico che al contrario andrebbe rivalutato, con apposite e mirate politiche. Purtroppo, specie l'amministrazione attuale, è stata drammaticamente assente».
Ad integrazione, il leader di Confesercenti Rocco Pardo (al centro nella foto): «la nostra visione del centro storico - ci confessa nitidamente - era diametralmente opposta a quella attuale. La nostra idea era la costituzione di un centro commerciale naturale, con servizi che accomunavano le attività commerciali ed un marketing che puntasse ad arrivare anche ai comuni limitrofi. A tal fine avevamo chiesto anche la chiusura del centro storico, convinti che l'isola pedonale permanente fosse – e lo siamo ancora convinti – un valore aggiunto considerevole.
Il successo di via Venezia – aggiunge – è dovuto in primis al fatto che è cambiata l'esigenza primaria del terziario, che ora chiede metrature molto più grandi per abbattere i costi fissi. I locali che insistono in questa arteria periferica hanno consentito di soddisfare questa esigenza, con il vantaggio ulteriore di essere già una strada transitata e con spazi utili per la sosta dei veicoli. Ma anche qui, come da noi più volte sollecitato, l'amministrazione deve intervenire nel razionalizzare.
Senza un piano, anche queste attività commerciali entreranno in difficoltà. Se non si fosse ancora capito, lo sviluppo commerciale di una città passa attraverso la pianificazione, cioè Puc, Pum e la zona turistica da individuare all'interno del piano regolatore, con la viabilità – chiosa Pardo – secondo punto all'ordine del giorno per quanto concerne le priorità».
Ad implementare ulteriori elementi di analisi e spunti di riflessione è, infine, lo storico esponente di Ascom Confcommercio Gela, Francesco Trainito (a sinistra nella foto), già presidente regionale di Ascom Sicilia e fresco di elezione alla presidenza di Unione Confcommercio, a capo di un cda rinnovato con dentro i rappresentanti di Catania, Ragusa, Agrigento e Trapani. «Il centro storico - esordisce - soffre di una scarsa manutenzione e di un insufficiente impegno da parte delle autorità locali nel preservare e promuovere il patrimonio storico.
La mancanza di investimenti porta a un degrado degli edifici e delle infrastrutture, scoraggiando la presenza di attività commerciali. Il che si aggiunge alle difficoltà di accesso e carenza di spazi di parcheggio che scoraggiano i clienti dal visitare il centro storico. Soluzioni logistiche inadeguate limitano l'attrattività della zona per i residenti e i visitatori.
La mancanza di eventi, festival o iniziative culturali nel centro storico – prosegue – riduce l'attrattività della zona. Un programma culturale vivace può fungere da catalizzatore per attirare residenti e turisti, sostenendo le attività commerciali. Le quali ultime, devono adeguarsi ai nuovi trend di mercato ed alla crescente preferenza per gli acquisti online. L'evoluzione dei modelli di consumo potrebbero influire negativamente sulle attività commerciali tradizionali nel centro storico, già in sofferenza.
L'isola permanente – ci tiene a sottolineare Trainito – potrebbe essere una grande opportunità, se governata dalle associazione dei commercianti che sono insediate nel centro storico, concordando le azioni e condividendone la visione futura. Naturalmente bisogna avere una visione moderna del centro storico, con una totale riqualificazione della zona e la creazione di almeno altri 500 posti auto, il solo parcheggio Arena che contiene al massimo della capienza 250 auto, non basta. E negli ultimi 10 anni si sono persi invece centinaia di posti auto, senza una vera pianificazione di mobilità e traffico.
Non ultimo, la presenza di nuovi poli commerciali o zone commerciali periferiche come via Venezia, attirano i clienti lontano dal centro storico. La mancanza di strategie per competere con queste aree ha portato a uno spopolamento delle attività commerciali nel nucleo storico.
Anche se non è stata mai veramente governata da processi di sviluppo commerciale, via Venezia si è trovata ad avere le caratteristiche principali per l'apertura di nuove attività commerciali.
La facilità dell'accesso e del parcheggio sono caratteristiche fondamentali, ma la principale - conclude - è l'offerta di ampie metrature necessarie per i nuovi modelli di business commerciale, inesistenti nel centro storico».
Da non sottovalutare, non fosse altro perché è una lamentela comune a tutti gli operatori del settore che abbiamo ripetutamente raccolto nel nostro lavoro da anni, è l'assenza di un riferimento istituzionale ordinario, in giunta per dirla tutta, in quanto i titolari delle attività commerciali non percepiscono come loro assessore di riferimento quello allo sviluppo economico e chiedono a gran voce una specifica delega al commercio, con un assessorato che si occupi e si preoccupi non solo delle attività all’ingrosso e di dimensioni tali, con addetti che da cittadini possono recarsi alle urne, da assicurare un potenziale feedback politico in termini di consenso elettorale, ma anche le non poche piccole attività al dettaglio.