Quest'oggi, dopo essermi recato al porto rifugio, insabbiato letteralmente dalle chiacchiere della politica, e aver ricevuto il supporto dello Spi Cgil regionale, ho scritto una Lettera aperta ai Sindaci dei 22 Comuni della nostra provincia, ai parlamentari regionali e nazionali eletti in provincia di Caltanissetta e tutti i partiti presenti in Parlamento, agli ordini professionali, alle associazioni datoriali, al prefetto.
«In queste ore siamo impegnati nel riaccendere una vertenza complessa, quella di Gela e della provincia di Caltanissetta, che non è tra le priorità del Governo nazionale e degli Enti, da Anas alle Ferrovie dello Stato, sui quali lo Stato ha una diretta influenza, vale per aeroporti e porti.
Siamo convinti che quanto realizzato sin dalle prime 24 ore abbia già consentito di risollevare l'attenzione locale, regionale e nazionale, tale da dimostrare come i cittadini non siano assuefatti al silenzio e come, invece, il silenzio dello Stato determini fortemente la sfiducia degli italiani nei confronti delle Istituzioni.
Uno scoramento che, giorno dopo giorno, aumenta nel Sud di un'Italia a due velocità; un Sud che si sente abbandonato e che, invece, vorrebbe essere parte integrante dell'economia del Paese. La nostra provincia, una delle più povere della Sicilia ma, al tempo stesso, una di quelle che maggiormente si è sacrificata per il benessere della nazione, è oggi al 103esimo posto su 107 per la qualità della vita (fonte Italia oggi in collaborazione con Università La Sapienza di Roma).
Ma non siamo qui per puntare il dito, per ricercare motivi e limiti gestionali della rappresentanza, per elencare in modo sterile storture ed errori. Siamo qui per impegnare bene il nostro tempo, consapevoli che quello utile a risollevare i nostri Comuni sia ormai veramente poco.
Questo è il motivo per cui vi scrivo. Perché credo che sia giunto il tempo di manifestare, tutti, la nostra indignazione, nel rispetto delle leggi e delle Istituzioni. Di fronte ad un Paese sempre più arretrato vi chiedo di unire e fondere energie, idee, elenchi di progetti bloccati, Comune per Comune, per rompere questo silenzio e arrivare alla Presidenza del Consiglio. I 22 Comuni che compongono la provincia di Caltanissetta sommano 270 mila abitanti, gli occupati sono 69 mila (47 mila uomini e 22 mila donne) in 3 settori produttivi: 12mila industria (edilizia, manifatturiero ecc.), 12mila agricoltura, 45mila servizi. Ciò che più deve allarmare noi tutti e i nostri livelli di responsabilità sono i cittadini inattivi tra i 15 e i 64 anni che sono 90.000 mila cioè un terzo della popolazione, per fare un paragone che rende ancora meglio l'idea gli inattivi a Milano sono pari al 19% in provincia di Caltanissetta il 39%, quindi cittadini residenti nei 22 Comuni che non producono reddito ma vivono la loro vita anche sfuggendo al fisco, la domanda è: cosa fanno tutto il giorno? Lavoro sommerso, grigio, nel quale la mafia prolifera, si rafforza e tenta di dare “risposte” dove lo Stato non arriva, tutto ciò determina un forte arretramento della nostra economia provinciale, anche per questo sorgono comitati spontanei dei cittadini onesti e liberi, da quello della viabilità nel vallone, a quello contro l’inquinamento e per una sanità degna del terzo millennio agli iter autorizzativi per nuovi progetti industriali ecosostenibili.
Nessuno di noi ha una risposta certa e nessuno tra noi ha super poteri ma abbiamo un ruolo ed io sono convinto che solo così potremmo guardare negli occhi chi, a vario titolo, ci ha eletto alla guida di Enti e associazioni.
Solo così potremmo dare risposte a coloro che hanno riposto in noi fiducia e speranze, a noi la responsabilità nonché il dovere di contribuire alla realizzazione dello straordinario ed irrinunciabile diritto, di ognuno di noi, alla felicità.
Per queste ragioni, insieme, decidiamo dove incontraci, perché la vertenza è patrimonio di tutti gli onesti impegnati nella rivendicazione».