Il futuro industriale ed infrastrutturale di Gela al centro della riunione tra Eni, Regione siciliana e Comune di Gela, tenutasi giovedì mattina a Palermo.
Attorno al tavolo di Palazzo d'Orleans, il presidente della Regione siciliana, Nello Musumeci, l'assessore regionale alle Attività produttive Mimmo Turano, il dirigente generale del dipartimento Infrastrutture, Fulvio Bellomo, la delegazione del “cane a sei zampe” capeggiata dal responsabile per le Relazioni istituzionali locali, Francesco Manna, il sindaco di Gela, Lucio Greco.
L'incontro è durato oltre due ore in cui il management Eni ha snocciolato dati e numeri su cantieri aperti e chiusi, forza lavoro utilizzata, investimenti fatti e tutta una serie di attività rientranti nel piano di riconversione e risanamento del sito, tra cui la messa in marcia già da giorni dell'impianto della bioraffineria Steam Reforming che produce idrogeno da gas metano, mentre sta per essere avviato l'Ecofining (brevetto made in Eni), che trasforma gli oli vegetali in biocarburante. Confermata la demolizione dello Snox che costò all'epoca, oltre 250 miliardi delle vecchie lire.
Un incontro positivo per il Sindaco Lucio Grecio da noi contattato: «innanzitutto si conferma – precisa Greco - l'attenzione del Presidente della regione che si è premurato a convocare questo confronto a meno di un mese da quando gli prospettai l'esigenza di un chiarimento con i massimi vertici Eni. Ebbene, debbo ammettere che all'incontro erano di fatto presenti i rappresentanti di Eni, Enimed, Rage e Sindial. E partendo dal famigerato protocollo è scaturita da parte dei dirigenti eni una disanima di quanto fatto e di quanto ancora da fare per quel che riguarda la riconversione da raffinazione convenzionale a bioraffineria, progetto Argo-Cassiopea e, non ultimo, capitolo compensazioni.
Si è parlato poi di portualità – prosegue il sindaco – con la conferma del prelevamento di 6 milioni e rotti per il progetto di ristrutturazione del porto rifugio, mentre su mia richiesta c'è stata la disponibilità da parte di Eni a rivedere l'utilizzo del porto isola quali concessionari esclusivi, riconoscendo evidentemente il forte ridimensionamento della propria attività sul sito industriale, con la Regione che chiederà pertanto ad Eni la variazione della destinazione d'uso del porto isola, approvandola una volta ricevuta.
Ciò aprirà a quel punto l'utilizzo anche a privati. Una scelta importante perché si darebbe una bella boccata d'ossigeno all'imprenditoria marittima locale, attualmente in apnea. Sul risanamento ci hanno riferito che stanno utilizzando le migliori tecnologie invitandoci, accanto alla stessa Presidenza della Regione, a visitare tutti i cantieri di risanamento effettuato ed in quell'occasione sarà mia premura coinvolgere anche la stampa.
Al riguardo, ho aperto anche una finestra sulla sanità, chiedendo l'istituzione di una fondazione all'interno dell'ospedale, come centro di eccellenza per patologie da industrializzazione e malformazioi neonatali. Infine, Gela rientrerà nelle Zone Economiche Speciali, di certo per quanto concerne il perimetro Asi. Regione Siciliana ed Eni si incontreranno più avanti per capire se e come estendere la Zes anche eventualmente all'interno del sito industriale. Per quanto riguarda l'Area di crisi complessa – conclude il primo cittadino di Gela -, stanno vedendo se fare una nuova evidenza per capire se ci possono essere nuove richieste, tenendo conto delle novità di cui sopra in merito alle due infrastrutture portuali, in sostituzione del progetto del guayule o del metanolo non andati a buon fine».
In concomitanza all'incontro palermitano, in Raffineria l'intero diretto Eni si è fermato per 8 ore. A lavoro solo il personale di sicurezza. I dipendenti Eni hanno deciso di incrociare le braccia innanzi al deciso, forte, passo indietro fatto dall'azienda in sede di contrattazione. Secondo i lavoratori era stato fatto un accordo il precedente semestre per il nuovo contratto energia, sulla base di una piattaforma ben definita e quasi avallata. A distanza di 6 mesi, Eni si è tirata indietro rispetto a quell'intesa offrendo meno della metà.
A pesare sul piatto della bilancia, la minore lavorazione, in termini di barili, del greggio estratto nei pozzi Enimed del bacino e il deciso punto interrogativo sulla piattaforma gas a terra del progetto Argo-Cassiopea, che rappresenta di fatto la vera svolta (verso il gas) del sito, certamente più della "green", con la proroga richiesta ad ottobre della Valutazione d'Impatto Ambientale (Via), unica autorizzazione ancora mancante, ma senza la quale non si può assolutamente partire, con la prospettiva di un cantiere abbandonato prima ancora di aprire ed il tutto svanire nel nulla