Ci vorranno due settimane ed uno scontro a due per conoscere il prossimo sindaco di Gela.
E' questo del primo turno. Lucio Greco, a capo della coalizione civica composta da "Un'Altra Gela", "Azzurri per Gela", "Una Buona Idea", "Uniti Siamo Gelesi" e "Impegno Comune", se la vedrà fra con Giuseppe Spata, a capo di una coalizione di centrodestra. monca dei simboli di partiti come "Forza Italia" e "Diventerà Bellissima" e composta dalle liste "Avanti Gela", "Lega Salvini Sicilia", "Fratelli d'Italia" e "Udc".
Decisamente più indietro gli altri due competitors: vale a dire Maurizio Melfa che a capo delle due liste civiche "Maurizio Melfa Sindaco" e "Ripartiamo da Zero", si attesta abbondantemente sopra il 17%, mentre il pentastellato Simone Morgana a capo del "Movimento Cinque Stelle" rimane in coda con oltre il 15%.
Si sono recati alle urne 38.394 gelesi pari al 58,4% ben 10,20 punti percentuali in meno rispetto al 68,60% delle scorse elezioni amministrative. E' vero, in riferimento alle comunali del 2015, i candidati a sindaco erano 4 e non 11, i candidati al consiglio comunale molto meno della metà, si è votato in un'unica giornata e si proveniva da un mandato non scaduto naturalmente ma interrotto da una mozione di sfiducia al sindaco, per cui il tanto paventato tracollo non c'è stato.
Ma da questo ad abbandonarsi a toni trionflistici, circa l'affluenza di domenica, di acqua sotto i ponti ne passa. L'astensionismo in città continua ad avanzare e con una tale affluenza la possibilità di una vittoria al primo turno con il 40% dei consensi era concreta.
Invero ad andarci vicino è stato il candidato Lucio Greco, giunto a poco meno di 4 punti percentuali al traguardo. Del resto, il quadro complessivo è chiaro. Non c'è stato un preponderante voto d'opinione come la scorsa volta, a differenza di un “ritorno” deciso dell'effetto trascinamento delle liste, con un voto disgiunto sebbene non eccessivo, quasi fisiologico in una competizione locale, ma comunque tale da non permettere a Greco di staccare il tagliando in prima battuta, incassando circa 7 punti percentuali meno rispetto alla coalizione a suo sostegno che tocca quota 43%. In assenza di tale gap, dunque, Lucio Greco sarebbe stato proclamato eletto al primo turno, con premio di maggioranza al 60% per la sua coalizione.
Anche l'avversario al ballottaggio, Giuseppe Spata, paga un deficit in negativo rispetto alla coalizione a suo sostegno - che si attesta al 34% - di oltre 3 punti percentuali. A beneficiarne sono stati Maurizio Melfa, che oltrepassa le due liste a sostegno di 4 punti percentuali e mezzo, nonché soprattutto l'ultimo arrivato, quel Morgana che ottiene poco meno di 6 punti percentuali in più rispetto alla lista grillina.
Non si può parlare, a rigore, di due candidature andate male, anzi, ma con il voto d'opinione che è rimasto sostanzialmente a casa, se un errore c'è stato da parte di Melfa e Morgana, praticamente doppiati da Greco e Spata, è l'aver corso con un paio il primo, una sola lista il secondo, a supporto. Si va, così, al duello in ballottaggio tra Greco e Spata, con apparentamenti da definire (tenendo conto che tutte le liste superano lo sbarramento) ed un premio di maggioranza da assegnare.