Ora è tutto ufficiale. Il capitolo delle candidature a sindaco ed al consiglio comunale si è chiuso alle ore 12 di mercoledì 3 aprile.
Depositate dodici liste in totale, a sostegno dei quattro candidati della vigilia. Niente sorprese dell'ultima ora: confermati in lizza per il vertice municipale, Lucio Greco, Maurizio Melfa, Simone Morgana e Giuseppe Spata, in rigoroso ordine alfabetico.
Invero, per un paio d'ore quasi, è palesata l'eventualità di una quinta candidatura all'ultimo momento, quella di Terenziano Di Stefano, in rottura con la coalizione a sostegno di Lucio Greco. Un'eventualità rientrata definitivamente un'oretta e mezza prima del termine perentorio di presentazione, al culmine di una mattinata turbolenta seguita ad una nottata alquanto agitata. Lo scontro è avvenuto sulla squadra assessoriale. Alla fine è stata trovata la quadra su cinque nominativi: il primario Rosario Caci, il sopra citato esperto Hse, Terenziano Di Stefano, l'imprenditore Vito Faraci, l'avvocato Tonino Gagliano ed il professore universitario Roberto Tufano.
Tutti di genere maschile, evidentemente, senza rispettare la quota rosa (inderogabile all'atto delle nomine effettive). Uno di questi cinque, pertanto, potrebbe anche saltare per far posto ad una donna, se l'interpretazione della nuova normativa regionale, che sta per allinearsi a quella nazionale nel prevedere un allargamento a sette unità, dovesse essere letterale, nel senso che oltre l'entrata in vigore della legge, si dovrebbe aspettare anche l'adeguamento dello Statuto comunale (entro 60 giorni dall'entrata in vigore della legge), il quale ultimo potrebbe essere approvato solo con l'avvenuto insediamento ed entrata in funzione del consiglio comunale. Depositate cinque liste: Una Buona Idea, Un'altra Gela, Azzurri per Gela, Uniti Siamo Gelesi e Impegno Comune.
La coalizione di Greco è stato l'ultima a depositare le liste, preceduta dal Movimento 5 Stelle con l'unica lista a sostegno di Simone Morgana, il quale ha designato tre assessori in prima battuta (il minimo richiesto): vale a dire, la consigliere comunale uscente Virginia Farruggia, il professore Aldo Scibona ed il maestro d'arte Giovanni Iudice. La coalizione che nella mattinata dell'ultimo giorno utile, si è presentata per prima in aula consiliare per depositare le quattro liste, Lega Salvini Sicilia, Fratelli d'Italia, Udc e Avanti Gela, è stata la coalizione a sostegno del dottore commercialista Giuseppe Spata, che ha designato altrettanti colleghi, cioè i tre dottori commercialisti Vincenzo Cirignotta, Emanuele Maniscalco e Totò Scuvera.
Ad anticipare tutti, non solo nella scesa in campo sin da gennaio, ma anche nella presentazione delle due liste a supporto, Ripartiamo da Zero e Maurizio Melfa Sindaco, già nella giornata di martedì 02 aprile, è stato per l'appunto, l'imprenditore Maurizio Melfa che, a differenza degli altri competitors, non solo ha designato l'intera giunta ma ha anche assegnato le deleghe. I cinque sono Gandolfo Barranco con delega ai lavori pubblici, l'architetto Vincenzo Castellana con delega all'urbanistica, il responsabile di una nota palestra cittadina, Giuseppe Di Vara con delega allo Sport, Turismo e Spettacolo, la responsabile della croce rossa locale Anita Lo Piano con delega ai servizi sociali e la funzionaria scolastica Francesca Tona con delega all'istruzione e cultura. Ad interim, in capo cioè allo stesso Melfa, infine, le deleghe al Bilancio, Salute pubblica e Società partecipate.
Una dozzina di liste, dunque, per un totale di 285 candidati. Decisamente molti meno (più della metà) rispetto alle scorse amministrative, non solo perché i candidati a sindaco allora furono 11, ma anche perché si correva per 30 scranni al consiglio comunale. Dieci liste sono state completate, due no: la lista salviniana (Lega, 23 candidati) e quella di estrazione dem (Uniti Siamo Gelesi, 22 candidati). L'unico candidato a sindaco dei quattro in corsa che non si è candidato anche al civico consesso è Greco. Melfa è capolista in Melfa Sindaco, Spata in Lega, mentre Morgana è inserito nella lista pentastellata, ma seguendo l'ordine alfabetico delle candidature.
Degli assessori designati, solo due sono candidati al Consiglio comunale: Giuseppe Di Vara (nella lista Maurizio Melfa Sindaco) e Virginia Farruggia (nella lista M5S). Degli ex assessori della giunta Messinese, invece, oltre a Melfa, si gettano nella mischia per il consiglio comunale, anche Valeria Caci e Gianni Mauro in Impegno Comune, Francesco Salinitro in Un'Altra Gela e Licia Abela in Uniti Siamo Gelesi. Restano fuori dalla competizione elettorale, Simone Siciliano, Flavio Di Francesco, Peppe Licata oltre che, ovviamente, lo sfiduciato Domenico Messinese.
Dei trenta consiglieri uscenti non si sono ricandidati in sei: Vincenzo Cirignotta, Cristian Malluzzo, Maria Pingo, Antonio Torrenti, Giuseppe Ventura e Carmelo Orlando ma al posto di quest'ultimo c'è il fratello, Gaetano Orlando, che torna a candidarsi (Uniti Siamo Gelesi) dopo aver osservato la sosta di una consiliatura. Stesso dicasi per l'ex assessore comunale e presidente del consiglio comunale Giuseppe Fava (Uniti Siamo Gelesi) ed il preside, già senatore della Repubblica, Gioacchino Pellitteri (Udc).
In ordine sparso gli altri 24, anche se mezza dozzina (ben 6) sono ospitati nella lista federiciana/bartolozziana (Avanti Gela): ossia Sara Cavallo, Anna Comandatore, Angela Di Modica, Salvatore Farruggia, Ciccio Napolitano e Totò Scerra. Tutti e quattro i grillini uscenti si sono ricanditati: oltre ai citati Simone Morgana e Virginia Farruggia, ci sono anche Enzo Giudice ed Angelo Amato. Altrettanti sono inseriti nella lista di Greco (Un'Altra Gela): Antonino Biundo, Sara Bonura, Romina Morselli e Totò Sammito. Tre sono candidati nella lista mancusiana (Azzurri per Gela): Vincenzo Cascino, Francesca Caruso e Luigi Di Dio.
Due sono nell'altra lista di Melfa (Ripartiamo da Zero): Carmelo Cascino e Totò Gallo. Idem nella lista Autonomista/Pdf (Impegno comune - Solo per Gela e Popolo della Famiglia): Giovanni Panebianco e Giuseppe Guastella. In Fdi la capolista è Sandra Bennici. La presidente del consiglio uscente, Alessandra Ascia, è nella stessa lista (Uniti Siamo Gelesi) in cui è inserito anche il nominativo di Guido Siragusa. ma diverse sono le voci circa un suo disimpegno, benché postumo rispetto alla presentazione delle liste. Stesso dicasi per Emanuele Antonuzzo in aperta polemica col metodo utilizzato.
In tanti ci riprovano dopo aver ottenuto un buon successo personale (in alcuni casi sfiorando persino il seggio), alle precedenti elezioni comunali del 2015: è certamente il caso di Gianpaolo Alario, dimessosi da dirigente Pd ed in corsa con la Lega; ma anche di ex consiglieri comunali come Giuseppe Morselli e Tonino Ventura entrambi in Un'Altra Gela. Altra chance per Carlo Romano (Azzurri per Gela), Ester Galifi (Una Buona Idea), Gianfranco D'Aleo (Udc), Vincenzo Casciana (Maurizio Melfa Sindaco) ed altri ancora. La lista “più rosa” è Avanti Gela, la cui metà (12 su 24) è composta da genere femminile; “il minimo sindacale” invece per la Lega la cui composizione di genere coincide con quella richiesta dalla disciplina legislativa, vale a dire almeno 1/3 (8 su 24).
Si vota domenica 28 aprile. Vince il candidato a sindaco la cui lista o coalizione di liste supera al primo turno il 40%. Altrimenti i primi due candidati vanno al ballottaggio due settimane e vince chi ottiene più voti. Torna il voto automatico ai candidati a sindaco, nel senso che nel barrare la lista si esprime già automaticamente il voto al candidato a sindaco, a meno di voler barrare un candidato a sindaco non collegato, operando in quest'ultimo caso un “voto disgiunto” che rimane come la “doppia preferenza di genere”, ossia la possibilità per l'elettore di esprimere una o due preferenze ma in quest'ultimo caso le due preferenze non possono essere dello stesso genere (non due maschi, nemmeno due femmine, ma un maschio ed una femmina o viceversa).
A partire da queste elezioni, i consiglieri non sono più 30 ma 24 con l'avvertenza che 1 seggio è assegnato di diritto al candidato a sindaco arrivato secondo (al primo turno o all'eventuale secondo turno) ma a condizione che abbia superato almeno il 20% dei consensi. Per partecipare alla distribuzione dei seggi in consiglio comunale, le liste devono superare la soglia di sbarramento che rimane fissata al 5%. Il premio di maggioranza non è assegnato qualora una lista o una coalizione di liste non collegata al candidato a sindaco vincitore abbia superato il 50% dei voti al netto della soglia di sbarramento.