Quello che sta per arrivare è il secondo natale di fila, forse con il solo albero in piazza, a ricordarci che è festa.
Un natale a lutto per la morte della politica. Siamo a metà dicembre e niente eventi in cartellone, niente tappetini rossi lungo i marciapiedi del centro storico, niente addobbi, luci, niente presepi organizzati nei vari angoli della città. Figuriamoci mercatini, eventi musicali, piccoli villaggi e case di babbo natale. Forse, ci sarà qualche iniziativa del singolo cittadino. Forse. Per il resto, ad oggi, il nulla programmato.
Eccola Gela, città sempre più triste, che non ha grandi motivi per sorridere. Eppure ai gelesi basterebbe poco per tornare allegri e gioiosi, nonostante i tanti problemi. Lo hanno già dimostrato più volte. E’ sufficiente, ad esempio, non abbassare le saracinesche al calare della sera, lasciare i negozi aperti fino a mezzanotte o poco oltre e chiamarla “notte bianca”, per riempire la piazza, il corso principale e le vie del centro storico. Altrove si festeggia, senza timore da parte soprattutto di chi governa la città, di essere biasimati, aspramente criticati e persino sbeffeggiati.
A Vittoria, presso il “faro” di Scoglitti, si può visitare la casa di babbo natale, nonché la casa degli elfi, con tanto di presepi artigianali esposti. Evento con ingresso gratuito dalle 9 alle 12 del mattino e dalle 17 alle 20 di sera, tutti i giorni, dal 10 dicembre al 6 gennaio. Nella confinante Licata, il programma di eventi ha il suo apice in “Licata in mongolfiera” con ascesa vincolata dal porto.
Mercatini aperti lungo il viale principale. E’ “palazzo Moncada” invece la location scelta per il principale evento natalizio nel capoluogo nisseno. Fiera expo dell’artigianato e casa di babbo natale, con slitta, elfi, laboratori ludici ed animazioni per bambini, appuntamenti musicali. La Caltanissetta che come Gela andrà al voto la prossima primavera, fa festa a natale e brinda per l’arrivo del nuovo anno.
Il dissesto dell’ente comunale non può essere una scusante. Anzi, non lo è affatto. Lo scorso natale abbiamo visto lo stesso film e si parlava ancora di evitare il dissesto. L’estate gelese si è concentrata attorno due, al massimo tre, appuntamenti che erano inclusi tra i festeggiamenti per l’80esimo sbarco degli alleati, con cachet coperti da sponsorship privata (Eni) e selfies a corredo. A settembre, sempre grazie ai privati, i festeggiamenti in onore alla santa patrona hanno auto un minimo di parvenza. Il dissesto è stato dichiarato, praticamente, l’altro ieri, mentre in alcuni comuni già in dissesto da tempo, il natale lo stanno festeggiando.
Per fare un esempio eclatante, a Catania, il cui disavanzo da ripianare non ha nulla da invidiare a quello gelese, il programma di appuntamenti è ricchissimo. A spiccare è il parco tematico Christmas Town nella zona delle ciminiere, dove c’è anche la ruota panoramica. Immancabile il Christmas market in piazza università lungo la via etnea e lo storico appuntamento con gli stand de “le pulci”. Allestiti mercatini in altre zone. Anche nella vicina Piazza Armerina, altro comune in dissesto, lungo la rinomata Via Garibaldi si possono visitare i mercatini di natale dalle 15,30 a sera inoltrata, nonché tutto il giorno nel week-end, fino all’indomani della befana.
Ma ciò che ha del clamoroso, a dir poco, è l’inadempienza dell’amministrazione comunale innanzi all’opportunità concessa dalla L.r. 25/2023 (del 21 novembre scorso) che ha autorizzato la spesa di 5 milioni e 630 mila euro, per interventi e programmi di promozione turistica e culturale riferibili all’esercizio finanziario 2023, demandando l’assessore Regionale per il Turismo, lo Sport e lo Spettacolo, on. Elvira Amata, alla ripartizione di tali risorse da destinare in favore di enti comunali che ne avessero semplicemente fatto richiesta progettuale.
Trattandosi di somme riferibili all’anno in corso, autorizzate il 21 novembre scorso, non potevano che essere somme destinate ad interventi e programmi legati opportunamente alle festività natalizie e di fine anno. Ma ci sono comuni che hanno pensato anche oltre.
Bastava semplicemente presentare il progetto di eventi ed ottenere il finanziamento. Il piano di riparto è stato approvato senza esaurire per intero le somme a disposizione, in quanto il totale dei contributi concessi ai 119 comuni siciliani che ne hanno fatto richiesta, fra cui diversi enti comunali in dissesto finanziario, è pari a 4 milioni e 335 mila euro (rispetto ai 5 milioni e 630 mila euro disponibili). L’unico limite era di carattere temporale: infatti, le uniche due istanze dichiarate inammissibili, poiché prodotte oltre il termine perentorio di scadenza del 01/12/2023, sono state quelle del comune di Mascalucia e del comune di Borgetto.
Catania ha ottenuto 220 mila euro. Termini Imerese 200 mila, addirittura, per le attività propedeutiche alla promozione ed organizzazione del “Carnevale termitano”. Per non parlare di San Biagio Platani che ha incassato 50 mila euro per le attività propedeutiche alla promozione ed organizzazione degli “archi di pasqua” (altro che natale). Messina ha beneficiato di 150 mila euro. Comuni come Melilli, Noto, Palermo, Paternò e Roccalumera hanno avuto a testa 100 mila euro. E via di seguito a scalare, fino a giungere ai contributi minimi che sono stati di 10 mila euro.
E Gela? Zero. Ancora una volta. Il comune non ha partecipato al bando, secondo quanto ha per primo denunciato all’opinione pubblica, il responsabile dell’associazione “amici della musica”, Ciuzzo Ragona. In dissesto, a corto di personale, l’amministrazione comunale non si è accorta del treno che passava.
E’ come ipotizzare il futuro di questa città, paragonandolo ad una partita di calcio in cui Gela è la squadra che parte battuta. E ne è talmente consapevole di preferire perdere a tavolino, senza neppure presentarsi allo stadio. Un’apatia grottesca ed inaudita.