Una Gela pulita, con un servizio idrico adeguato ed idonee soluzioni in termini di mobilità, avrebbe tutte le carte in regola per un turismo balneare suscettibile di sfruttare al massimo una vocazione indiscutibile rappresentata da una culla climatica nella quale si distendono chilometri di spiaggia dorata ed un mare tornato limpido.
A ciò, potrebbe intrecciarsi un turismo culturale basato sul ricchissimo e pertanto strepitoso patrimonio storico archeologico, che francamente poche città possono vantare.
Con questo non si vuole dire che una città, la sesta in Sicilia, di oltre 70 mila abitanti, possa vivere di solo turismo. Ma, il turismo può certamente rappresentare un capitolo importante in termini di rilancio economico, dopo l’era dell’industria pesante. E, soprattutto, il turismo balneare e culturale può benissimo convivere con qualsiasi altra realtà industriale presente nel territorio, nel momento in cui esso stesso viene concepito come un’industria, che nel senso etimologico/letterale del termine, lo ricordiamo, è la capacità umana che ragiona, si ingegna e sperimenta, al fine di sfruttare ogni risorsa utile, dalle proprie abilità ai mezzi materiali a disposizione, per raggiungere lo scopo/obiettivo che ci si è dati.
Afferire una logica industriale al patrimonio storico, archeologico e paesaggistico di questo lembo di terra, permetterebbe alla comunità insediata in esso, di rialzare la testa e rimettersi in posizione eretta, sollevandosi da quella condizione in cui attualmente si trova, vale a dire in ginocchio.
E’ notizia di questi giorni il finanziamento di quasi 2 milioni e 300 mila euro, del progetto “La Collina di Gela. Reti e nodi multimediali” che doterà il Parco archeologico di Gela di sistemi innovativi e tecnologie avanzate per la conoscenza e la fruizione del patrimonio culturale, sia materiale che immateriale. Un’occasione per un deciso passo in avanti nell’ottica di un turismo culturale che auspicabilmente si sviluppi di pari passo con quello balneare.
Un progetto che segue quello della mostra di “Ulisse” che tanto interesse sta destando. Un progetto che collega il parco, specie l’acropoli ed il museo archeologico, con bosco littorio destinato ad ospitare il museo della nave greca. Il tutto, a due passi dalla spiaggia ed il mare, in un “continuum” dal potenziale straordinario. Ma già il solo garantire le condizioni minime in termini di servizi e qualità della vita, che consentano di realizzare tale potenziale, è un grosso problema di questa città e della sua classe dirigente in testa.
Secondo quanto si legge nel sito istituzionale della Regione siciliana, il progetto - finanziato interamente (2 milioni e 280 mila euro, per la precisione) dall’Assessorato regionale dei beni culturali e dell’identità siciliana e realizzato con risorse del Pon “Cultura e Sviluppo” 2014-2020 - consentirà di traghettare il Parco di Gela verso il futuro e di dotarlo di tutte quelle tecnologie necessarie a renderlo moderno e più attrattivo, soprattutto verso i giovani.
I lavori saranno completati entro la fine del prossimo anno. Interventi significativi saranno realizzati anche all’interno della struttura museale che rappresenta il terzo museo archeologico della Sicilia, dopo il “Salinas” di Palermo e il “Paolo Orsi” di Siracusa, con oltre 5000 pezzi esposti a documentare la storia di Gela in un arco temporale di oltre 1.800 anni, dall’arrivo dei coloni greci fino al Medioevo.
Il progetto finanzia anche la realizzazione di opere infrastrutturali, come un’area di parcheggio e nuovi sentieri che permettono una migliore fruizione del Parco. Sarà realizzata, inoltre, una passerella che collega Bosco Littorio all’area dell’Acropoli. Tra gli interventi previsti anche servizi di informatizzazione quali “touch points”, un nuovo sito internet e la creazione di “access points”:
«dobbiamo puntare ai giovani – ha dichiarato l’assessore regionale dei beni culturali e dell’identità siciliana, Elvira Amata – parlare il loro linguaggio, modernizzando i musei e i parchi archeologici regionali. L’informatizzazione e la messa a rete dei sistemi sono tra le priorità del governo regionale. È una rivoluzione che non può più attendere. I nostri beni culturali devono essere più attrattivi e sfidanti, perché diventino motori capaci di generare economie nei territori».
Saranno realizzate produzioni multimediali da rendere fruibili attraverso video guide palmari e sistemi di comunicazione audiovisivi quali touchscreen di grande formato da installare all’interno del Parco archeologico. I percorsi di visita verranno arricchiti da ricostruzioni virtuali dei siti. Una particolare attenzione, altresì, verrà riservata all’abbattimento delle barriere di accesso per consentire la visita anche a specifiche categorie di pubblico con forme di disabilità.
Sarà predisposto anche un apposito servizio di “tagging” tramite “QrCode”. Il tutto sarà reso più interessante grazie ad un restyling grafico e alla previsione di nuovi pannelli descrittivi degli oggetti con aggiornamento dei contenuti e una migliore presentazione dei percorsi di visita. La digitalizzazione dei contenuti consentirà dunque anche la fruibilità del patrimonio presente nei depositi che non è esposto.
«Il territorio, la comunicazione e l'offerta culturale sono gli aspetti principali che hanno mosso la progettazione ad opera della Soprintendenza di Caltanissetta. La Collina di Gela – ha precisato il dirigente generale del dipartimento dei beni culturali, Franco Fazio - è un territorio che parla di antichità. La nuova comunicazione deve utilizzare una nuova narrazione, favorire la partecipazione attiva degli utenti, garantendo esperienze di conoscenza e di pubblico godimento e rendendo il parco e il museo luoghi di propulsione culturale».