Una testimonianza forte quella di Tareke Brhane (nella foto, con Sonia Madonia e la dirigente Carmelinda Bentivegna), eritreo, ex migrante, che ha lasciato il segno nel cuore e nell’animo di tutti i partecipanti al convegno organizzato dall’istituto Majorana di Gela diretto dalla prof.ssa Carmelinda Bentivegna, dal titolo “Semi di Lampedusa,” mercoledì 27 aprile, che si è tenuto all’auditorium del plesso Fermi.
Un racconto dettagliato, preciso, crudo, di un percorso lungo e travagliato, dalla morte scampata in mare all’ottenimento della cittadinanza italiana fino a fondare il comitato 3 ottobre, in ricordo della tremenda strage del 3 ottobre 2013 quando a seguito del naufragio a Lampedusa di uno di quei barconi della speranza hanno perso la vita 368 migranti, tra cui molti suoi connazionali.
Il convegno ha visto la partecipazione degli alunni delle classi quinte di tutti gli indirizzi, oltre alla 3ªA-Aeronautico, 4ª Nautico e il triennio del Liceo Arti figurative per affrontare con loro il tema delle migrazioni. In un silenzio quasi assordante l’ascolto delle sue peripezie, iniziate a soli 17 anni, costretto con la madre a lasciare il proprio paese dove non potrà più farvi ritorno, affrontando rischi e restrizioni di ogni genere, violenze, sopprusi.
Ha raccontato di aver vissuto per quattro anni tra Sudan, Libia, Malta; più volte incarcerato, ha tentato più volte di attraversare il Mediterraneo e altrettante volte è stato respinto.
Alle fine del 2005, finalmente,Tareke è arrivato in Sicilia e tra mille difficoltà, e seguendo l’iter legislativo necessario, ha ottenuto la cittadinanza italiana e ha iniziato a lavorare come mediatore culturale a Roma con diverse ong (organizzazioni non governative). E' stato premiato con la Medaglia per l’Attivismo Sociale nel Summit dei Premi Nobel per la Pace del 2014.
«L’incontro di oggi con Tareke, è per me un momento molto emozionante – ha detto la dirigente – . L’ho conosciuto 5 anni fa, nel 2017, in occasione della partecipazione della nostra scuola al progetto “L’Europa inizia a Lampedusa”. Per averlo oggi qui con noi si è molto impegnata la prof.ssa Madonia. Abbiamo voluto attraverso la sua testimonianza diretta sensibilizzare i nostri studenti sul tema dell’accoglienza e della solidarietà, sul problema dei migranti, che ancora oggi fuggono dalla loro terra alla ricerca di un luogo dove vivere in condizioni più dignitose».
E’ intervenuta la prof.ssa Giusi Pisano, docente della scuola, nonché vice-sindaco di Butera che ha voluto sottolineare come «i progetti portati avanti dalla scuola permettono una crescita sociale e civile degli studenti, perché affrontano problematiche come quella dell’accoglienza, della diversità, che devono essere viste come un arricchimento culturale». Rivolgendosi agli alunni ha detto loro «di lasciare aperte le porte del cuore, di liberarsi dai preconcetti e dai muri ideologici».
L’assessore Nadia Gnoffo, per conto dell’amministrazione comunale, ha avuto parole di elogio per l’iniziativa, sottolineando come l’organizzazione dell’accoglienza dei migranti preveda per gli enti che se ne fanno carico un percorso molto impegnativo. Ha altresì affermato la necessità ancora più impellente ai giorni nostri di promuovere percorsi di pace, solidarietà e dialogo.
Le alunne del liceo artistico che sono state a Lampedusa dal 30 settembre al 3 ottobre di quest’anno, hanno dato la loro testimonianza su quell’esperienza, vissuta partecipando a workshop, incontri, trovandosi faccia a faccia con migranti e superstiti, esperti e addetti ai lavori.
Hanno inoltre raccontato di aver avuto modo di confrontarsi, dibattere, approfondire i temi dell’immigrazione, dell’integrazione e dei diritti delle e dei rifugiati e delle e dei richiedenti asilo. Una esperienza altamente formativa che ha lasciato loro un ricordo indelebile.
la prof.ssa Madonia ha approfondito l’aspetto del progetto “L’Europa inizia a Lampedusa”, promosso dal Ministero dell'Istruzione, con il Comitato 3 ottobre. Il Majorana ha partecipato infatti con 6 studenti tra liceo artistico e Nautico, selezionati per aver partecipato al concorso del Miur nell’ambito del progetto, insieme ad altri provenienti da 60 istituti italiani e da 22 di paesi europei.
Gli studenti del Majorana hanno anche partecipato alla Marcia del 3 ottobre per la Giornata nazionale in memoria delle vittime dell’immigrazione (riconosciuta dalla legge n. 45 del 21 marzo 2016) e hanno realizzato un video dal titolo “L’Europa è nelle nostre mani” sul fenomeno migratorio, grazie anche alla collaborazione degli insegnanti Sanfilippo, Marino, Crapanzano, Passaro, Latone.
E’ intervenuta in collegamento da remoto la prof.ssa Ernestina Meloni, del Licèe Francais Charles De Gaulle di Londra gemellato con il Majorana che ha avuto parole di apprezzamento per la dirigente per l’importanza dell’argomento trattato al convegno.
Tareke ha risposto alle tante domande che gli studenti gli hanno rivolto e ha spiegato che la decisione del consiglio europeo di dare attuazione alla Direttiva 2001/55/CE al fine di garantire una “protezione temporanea” agli ucraini in fuga dalla guerra avrebbe dovuto essere presa prima anche per i rifugiati di tante altre nazioni.
La mattinata si è conclusa con momenti musicali molto apprezzati dall’ospite e da tutti i presenti, che hanno lasciato il "Fermi" con una maggiore consapevolezza delle sofferenze dei tanti migranti che giornalmente affrontano i viaggi della speranza in mare grazie alla testimonianza di Tareke, che da ragazzino sognava di diventare pilota di aereo, e che invece ora viaggia ogni giorno con lo stesso mezzo in lungo e in largo per l'italia e l'Europa a portare la sua testimonianza, che non è morto nonostante le brutte esperienze da cui è passato perché per lui era previsto un destino altro: quello di portavoce dei diritti dei migranti.