E' inutile continuare a costruire offerte sul piano infrastrutturale che si riducono a cattedrali nel deserto, mentre è invece necessario seguire la linea del mercato.
E' il pensiero che Pasqualino Monti, presidente dell'Autorità portuale del mar di Sicilia occidentale, ha espresso a chiare lettere al “Letexpo” tenutosi a Verona nel week-end scorso. «Penso sia più conveniente in futuro – ha affermato – concentrarsi sulle reali necessità del mercato, affrontarlo in termini promozionali e concordare con esso la creazione di infrastrutture. Sentir parlare di partnerariato pubblico-privato, ci rassicura e ci inorgoglisce, perché abbiamo concluso due accordi che legano i grossi player internazionali ai nostri scali per i prossimi trenta anni, per quanto concerne il settore delle crociere e delle navi-traghetti "Ròrò", così come per quanto riguarda il settore industriale e della nautica da diporto».
All'Autorità portuale del mar di Sicilia occidentale fa parte anche la portualità gelese e non a caso il presidente Monti ne ha approfittato per l'opportuno affondo, considerata la favorevole contingenza storica, sui giacimenti Argo e Cassiopea: «si conoscono dal 2014 – ha proseguito – ma i "no" ideologici hanno portato il paese ad affrontare il tema quando è scoppiata la guerra in Ucraina.
Oggi, dopo quasi 10 anni, finalmente ma al contempo purtroppo, è dovuta scoppiare una guerra per riprendere l'iter che sblocca le autorizzazioni e quindi a breve si potranno fare quelle trivellazioni su questi 2 giacimenti, che procureranno nel 2024 ben 2 miliardi di metri cubi, ovvero circa il 90% di ciò che oggi si produce in Italia come gas. Ciò comporterà investimenti per 700 milioni di euro che Eni farà per la logistica sui porti di Gela, Licata e Porto Empedocle. Il che significa pure dare ulteriore lavoro».
Insomma, il momento è propizio per affrettarsi a chiudere definitivamente l'iter procedimentale. Sembrerebbe averne coscienza anche il sindaco, Lucio Greco, almeno a parole. «Purtroppo, c’è voluto un drammatico conflitto – ha dichiarato – per far apparire chiaro a tutti quello che cerchiamo di dire e di fare da anni. Gela deve diventare il cuore energetico dell’area mediterranea, investire da noi può rappresentare la chiave di volta per diventare indipendenti in futuro e per spingere sull’export di gas e idrogeno.
Le recenti parole del presidente dell’Autorità portuale della Sicilia Occidentale, Pasqualino Monti, confermano questo quadro e dimostrano che, come amministrazione, abbiamo visto bene, quando, sotto il profilo dell’azione di sviluppo da avviare sul territorio, abbiamo individuato direttrici ben precise da seguire e che cavalcano l’onda dell’attenzione globale che in questo momento, finalmente, c’è per la nostra portualità.
Argo/Cassiopea, alla luce di quello che sta succedendo in Ucraina, permette di spingere – ha aggiunto – verso un’accelerazione di questa progettualità. Intendiamo sfruttare tutti i meccanismi avviati dal governo nazionale e regionale per l’incremento dello sviluppo produttivo (Zes, legge 181, Pnrr , Cis, Fsc etc), e stiamo lavorando affinché Gela possa diventare pure uno dei due hub energetici a livello nazionale, insieme ad Arbatax, in Sardegna.
Non solo. Ricordo a tutti che abbiamo candidato la città a polo nazionale per l’idrogeno, e siamo pronti a portare avanti questa ricca ed urgente programmazione in maniera diversa e più incisiva rispetto al passato. La creazione del polo del Gnl – ha concluso – deve essere un ulteriore tassello nella strategia generale che ci deve portare ad essere baricentro rispetto all’Europa, all’Africa e ai flussi economici del Mediterraneo».
Il condizionale lo utilizziamo perché l'esperienza di questi tre anni di mandato ci racconta che questa amministrazione al di là della proposta non è andata, incassando pochissimo. Le idee e le proposte non hanno gambe e non camminano da sole, ma hanno bisogno di essere sostenute e portate avanti. La capacità di pressione presso il governo regionale e quello nazionale della giunta Greco si è rivelata ad oggi, invero piuttosto scarsa, nonostante il sindaco Lucio Greco continui a giocare con l'equivoco di vestire un abito "civico" con dentro 4 partiti, un paio dei quali rappresentati nel governo isolano e col paradosso di vedersi tendere la mano, con un invito a fare fronte comune sulla questione industriale (oltre a quello agricola) da un Pd che è con tutte le scarpe dentro il governo nazionale, ma passato all'opposizione a livello locale.
Inoltre, questo alzare il tiro mettendo troppa carne sul fuoco palesa la volontà di sedersi ad un tavolo giocando con più mazzi di carte ma con pochissime fiches (viste le carenze in organico e gli uffici stracarichi di lavoro) in mano e senza nemmeno un asso nella manica, col rischio serissimo di ritrovarsi a raccogliere un pugno di spiccioli se non manco quello. Per dirla tutta, se proprio vuoi fare una puntata, non può non essere un "all-in" verso questo progetto ed incassarne il gruzzolo per poi passare ad altro. Significa interloquire a stretto giro con tutti gli attori coinvolti per risolvere una volta per tutte la problematica.
Il progetto Argo/Cassiopea è e dev'essere in definitiva la priorità, non fosse altro perché è l'attuale contesto a suggerirlo manifestamente, come ci conferma uno dei massimi esponenti della Uiltec Sicilia, nonché membro del consiglio regionale ed invitato permanente all'esecutivo regionale della Uil Sicilia, Maurizio Castania, che ci aggiorna sullo stato dell'arte: «il progetto Argo/Cassiopea – ci risponde – rappresenta uno dei più grossi giacimenti di gas nel mediterraneo e la sua importanza risiede chiaramente nel notevole contributo che può apportare al fabbisogno italiano.
Allo stato attuale sono stati effettuati dei lavori di natura edile con lo sbancamento del terreno che deve ospitare la centrale a gas all'interno della Raffineria di Gela e nello stesso momento alcuni lavori cementizi. I lavori hanno nel tempo subito notevoli ritardi nel passato per il lentissimo rilascio delle autorizzazioni ministero dell'ambiente (Aia/Via) e successivamente anche per ritardi autorizzativi della Regione Sicilia. Solo dopo la presa di coscienza del piano strategico energe
ivotico nazionale totalmente dipendente dai paesi dell'est Europa e dalla Algeria – sottolinea Castania – e l'insufficienza allo stato attuale di sopperire alle fonti fossili con fonti alternative tipo l'eolico o il fotovoltaico o di altre fonti energetiche rinnovabili, si sta cercando di accelerare il tutto.
Ammesso che da oggi in poi si proceda in maniera spedita alla costruzione della centrale a gas, la produzione e lo sfruttamento del giacimento potrà avere soltanto all'inizio del 2024. Naturalmente la stima e/o il cronoprogramma di tutto il contesto sono subordinati alla capacità delle istituzioni del rilascio progressivo delle autorizzazioni.
Certo, fa rabbia appurare l'inefficienza della politica del governo in questi ultimi anni, vedi i provvedimenti “no Triv” messi in atto, per poi doversi trovare di fronte a tale emergenza. Ricordo a me stesso, prima che a tutti, che il progetto Argo Cassiopea rientrava nel protocollo sottoscritto al Mise nel 2014 – chiosa con amarezza l’esponente sindacale - con un investimento pari a 850 milioni di euro e se le autorizzazioni fossero arrivate nei tempi previsti, oggi ci troveremmo già con una centrale a gas costruita e in produzione, capace di soddisfare larghissima parte del fabbisogno nazionale».