Il sindaco Lucio Greco e il presidente di Sicindustria Caltanissetta, Gianfranco Caccamo (i due nella foto), al termine di un incontro tenutosi a palazzo di città, hanno firmato un protocollo d'intesa al fine di dar vita al progetto di una infrastruttura portuale turistica, denominata, “Marina di Gela”, ubicata laddove insite l'attuale porto rifugio.
All'incontro ha presenziato il Comitato per il Porto del Golfo ed il gruppo di lavoro rappresentato dai consiglieri comunali Vincenzo Casciana, Virginia Farruggia e Gabriele Pellegrino. In video-collegamento il consulente del sindaco, l'ing. Pietro Inferrera, ha riepilogato il lavoro portato avanti preannunciando i prossimi passi.
Trattasi di un protocollo di collaborazione istituzionale tra il Comune di Gela e Sicindustria Caltanissetta, la cui priorità è pervenire ad un progetto esecutivo che può essere finanziato da fondi europei, statali e/o regionali. Un progetto a valle dell'escavo e del pennello di ponente, i cui lavori (si stimano 3 milioni e mezzo per l'escavo ed 1 milione e mezzo per pennello) dovrebbero essere finanziati con i 5 milioni ed 800 mila euro prelevati dalle compensazioni Eni, il cui iter autorizzativo sarebbe in fase finale. Almeno è quello che si dice da mesi.
Nel corso dell'incontro, il sindaco Greco ha voluto ringraziare Sicindustria per il proprio contributo, per il sostegno e l'attenzione nei confronti di una infrastruttura importante quale il porto rifugio, la cui fruizione è inibita da tempo a causa dell'insabbiamento: «speriamo che il progetto possa concretizzarsi quanto prima – ha affermato il primo cittadino – e di poter usufruire dello studio di fattibilità che riceviamo in dono in modo da poter rintracciare, magari all'interno del recovery plan, la dotazione economica necessaria.
Una cosa, però, ci tengo a sottolinearla: tutte le parti coinvolte saranno ascoltate e potranno dire la loro, e nessuno perderà la possibilità di usufruire del porto, perché Sicindustria non ha avanzato alcuna pretesa in materia di concessioni».
Un concetto ribadito dall'imprenditore gelese Caccamo, nessuna azienda di Sicindustria, quindi, ha altri fini se non quelli filantropici a cui si è impegnata nel protocollo. Il comune entro 10 giorni dalla firma deve nominare un Rup che si interfaccerà con il coordinatore tecnico che Sicindustria Caltanissetta ha individuato nella persona dell'ing. Maurizio Damante.
I due raggrupperanno tutte le istanze (da parte dei pescatori, diportisti, ecc ecc.) per un gruppo di lavoro che avrà il compito di definire il layout progettuale da consegnare alla società di progettazione, pagata dalla stessa organizzazione datoriale per realizzare il progetto esecutivo, cioè un progetto finanziabile, togliendo ogni scusa a chicchessia.
Un progetto che non è incompatibile qualora si dovesse rifinanziare il progetto della darsena commerciale. L'obiettivo è quello di avere il pacchetto pronto entro 60-90 giorni: «vogliamo fungere da collante – ha dichiarato il presidente Caccamo – e lanciare un messaggio di unione alle forze sane della città, per poter raggiungere un obiettivo che è alla portata di tutti. Auspico che il sindaco faccia da collante tra tutti i rappresentanti politici, a tutti i livelli. La cosa importante, adesso, è mettere da parte le divisioni e lavorare insieme per dotare la città di questo strumento fondamentale».
Indubbiamente, se siamo al punto di non avere ancora una infrastruttura portuale funzionante in città è perché l'unità d'intenti invocata si è ogniqualvolta rivelata puntualmente un miraggio, fornendo un alibi alla volontà della politica nissena, figlioccia di quella palermitana, a perpetrare una perfetta anomalia in una isola, cioè l'essere l'unica provincia con sbocco a mare che non ha un porto attivo. Tanto da costringere imprenditori riuniti in Sicindustria a sostituirsi alla Provincia, oggi Libero consorzio.
Non è un caso che l'iniziativa presa dagli imprenditori ricalca nella sostanza quella adottata anni fa dalla Provincia di Ragusa per la costruzione, nello sbocco a mare del capoluogo ibleo, del porto turistico di Marina di Ragusa. Non inganni lo scetticismo che accompagna tale iniziativa, perché i gelesi non ne sono abituati, oltre che confusi tra caotici rimpalli di competenze e liti tra fazioni politiche opposte.
Ne è conferma il clima di profonda distanza e conflittualità che ha continuato ad accompagnare la firma del protocollo, sia immediatamente prima che immediatamente dopo. Il sindaco Greco non ha perso tempo a replicare alle esternazioni polemiche della consigliere dem Alessandra Ascia e della consigliere grillina Virginia Farruggia, entrambe dall'opposizione: «quando mi sono insediato, il progetto – ha affermato Greco – era chiuso nei cassetti della Regione.
Insieme al consulente, ing. Pietro Inferrera, ci siamo attivati immediatamente e a distanza di quasi due anni, siamo arrivati, non senza problemi, al punto in cui si attende solo il decreto ministeriale, essendo Gela un'area “Sin” che necessita la caratterizzazione delle sabbie prima di poter procedere con la gara.
Alle consigliere di Pd e M5s che mi attaccano – ha proseguito – e denunciano immobilismi e ritardi, vorrei solo chiedere di elencarmi tutte le azioni concrete che, insieme ai rispettivi partiti, hanno messo in atto per la questione del porto. Quello che è in nostro potere come amministrazione comunale è stato fatto, e vale solo la pena ricordare che oggi è tutto in capo alla Protezione Civile regionale e che il Comune non ha responsabilità. Chi oggi ci accusa, quindi, era al governo sia a livello locale che regionale; sulle macerie create da loro stiamo provando a ricostruire e a togliere il progetto del porto rifugio dal dimenticatoio in cui i loro referenti lo avevano abbandonato».
Dal canto suo, all’indomani della sottoscrizione del protocollo, la consigliere Farruggia, che era presente all’incontro, non le ha mandate a dire al primo cittadino. La pentastellata reputa oramai un dato di fatto la circostanza che vede il sindaco mostrare grande difficoltà a condividere le questioni, a favorire le giuste e dovute sinergie ed a fare sintesi fra le varie posizioni mentre fondamentale rimane coinvolgere la Regione siciliana, proprietaria del sito: «penso sia ormai del tutto chiaro – ha commentato la consigliere del movimento cinque stelle – che al sindaco di Gela preme maggiormente accreditarsi alla Regione Siciliana che rivendicare un diritto per il proprio territorio e quest’altro aspetto, oltre all’ormai acclarata esigenza di autocelebrazione, non aiuta la nostra città.
Apprezzo l’iniziativa finalizzata ad avere – ha poi precisato – un progetto esecutivo del porto turistico, finalmente un progetto coerente con la natura stessa del nostro porto rifugio e del contesto urbano in cui è situato, niente mega opere destinate a restare una cattedrale nel deserto e soprattutto ad aggravare il già avanzato fenomeno erosivo delle nostre coste; ma è fondamentale capire da che parte sta il sindaco.
Vorremmo, insomma, sapere se il sindaco intende occuparsi della sua città studiando per bene i dossier decennali che riguardano i temi strategici del nostro territorio come quello sui rifiuti, sulle infrastrutture portuali e stradali, fortemente legate allo sviluppo economico della città, sulla sanità e sull’agricoltura, altri due temi sui quali la regione continua a togliere alla città di Gela, oppure vuole continuare, forse, a studiare – ha chiosato – solo nuove strategie e nuovi posizionamenti politici in vista delle competizioni elettorali che si avvicinano».