Polo agro-energetico (ex "Ciliegino"), avviata la fase ricognitiva

Polo agro-energetico (ex "Ciliegino"), avviata la fase ricognitiva

Dal febbraio dell'anno scorso, il progetto "ciliegino" per come ci era stato presentato in pompa magna e trascinato negli anni successivi in un alternarsi raccapricciante di ipotesi, rettifiche, smentite, bluff, colpi di scena, e chi più ne ha più ne metta, non esiste più.

Con nota emanata il 20 febbraio 2020, il dipartimento dell'energia in seno all'Assessorato regionale dell'energia e dei servizi di pubblica utilità, a firma del direttore generale, ing. Salvatore D'urso, non ha accolto l'ennesima istanza di proroga avanzata dalla cooperativa "Agroverde", archiviando definitivamente la relativa pratica. Per le stesse ragioni, la cooperativa è stata dichiarata decaduta dall'Autorizzazione unica rilasciata con Drs 264/2013. L'impianto fotovoltaico denominato "ciliegino", dunque, è morto e sepolto da un anno oramai.

Ma dalle sue ceneri, come una fenice, poteva rinascere un nuovo progetto che il sindaco Lucio Greco, previo benestare dello stesso dipartimento regionale sopra menzionato, ha inteso sottoporre come atto di indirizzo al civico consesso. Quest'ultimo, prima delle vacanze natalizie, dopo una prima seduta conclusasi con un nulla di fatto per mancanza di numero legale, nella seduta del giorno successivo ha approvato l'atto, integrato da alcuni emendamenti suggeriti da esponenti sia di maggioranza che d'opposizione.

Con la fine del progetto portato avanti dalla cooperativa agroverde, la nuova amministrazione aveva di fronte due alternative: non interessarsi e lasciare che comune e privati sbrigassero col tempo i loro contenziosi in tribunale, oppure rimettere in moto l'affascinante ed ambiziosa ipotesi di un nuovo polo agro-energetico sugli stessi terreni già individuati, nelle contrade San Antonio - Cappellana - Tenuta Bruca. Il sindaco Greco ha scelto la seconda opzione, con il beneficio di un parere richiesto allo stesso dipartimento dell'energia. Nella nota in risposta del direttore generale D'Urso, il dipartimento ha espresso un forte apprezzamento rispetto alla scelta maturata dall'amministrazione Greco, dichiarandosi «estremamente favorevole - secondo quanto si legge nel documento datato 30 luglio 2020 – perché si centrerebbero con intelligenza diversi obiettivi fondamentali per lo sviluppo, non solo della Città di Gela, ma anche dell'intera Isola», indicando almeno sei ragioni:

«infatti – prosegue la nota dirigenziale regionale – a) acquisendo direttamente le opere, si annullerebbe il contenzioso con i proprietari a suo tempo espropriati e che ad oggi non hanno visto corrisposte le relative indennità; b) si darebbe vita ad una attività che, coniugando su larga scala le attività agricole con quelle di produzione di energia, affronterebbe un percorso ricco di momenti scientifici e tecnici estremamente innovatìvi; c) si potrebbero mobilitare risorse pubbliche e private di rilevante entità su un'area di crisi, dando un contributo alla rìconversione "green" in atto delle principali attività di produzioni di biocarburanti; d) diventerebbe esemplare per introdurre nella più grande area serricola d'Europa buone pratiche volte sia all'integrazione del reddito dei produttori, sia all'introduzione di nuove colture innovative rispetto a quelle tradizionalmente praticate; e) sarebbe un momento di assoluta trasparenza del procedimento amministrativo, introducendo un metodo che vedrebbe la pubblica amministrazione protagonista dell'uso del proprio territorio, nonché selettiva per la ricerca del contraente; f) infine, nella previsione del tutto legittima che il 3% della produzione energetica venga richiesto in favore del Comune di Gela, per le quantità energetiche in gioco, il progetto potrebbe contribuire fortemente – conclude – alla riduzione della "bolletta" energetica dell'amministrazione comunale».

Forte di queste argomentazioni, ma con le emergenze acuite dalla pandemia covid-19, il sindaco è riuscito a trasmettere l'atto di indirizzo in consiglio comunale solo a fine anno. Nella seduta del 17 dicembre scorso, il civico consesso riunitosi a distanza, nella forma della videoconferenza in streaming, ha approvato all'unanimità dei presenti l'atto di indirizzo proposto dalla giunta, così come emendato dal consiglio stesso.

In particolare le integrazioni hanno riguardato il bando di selezione dei progetti che verranno presentati. Dovrà prevedere, innanzitutto, un oggettivo criterio di valutazione delle offerte del partecipanti/concorrenti in ordine alla capacità finanziaria, esperienza, know-how e tecnologia proprietaria brevettata ed installata in Impianti di produzione. Inoltre dovrà prevedere la presentazione di garanzie bancarie a prima richiesta dell'ammontare almeno pari a quello dell'offerta economica presentata da ciascun partecipante. Il bando dovrà contenere altresì, nella parte relativa alla valutazione delle offerte presentate, criteri di premialità da attribuire alle proposte contenenti la realizzazione di opere d'interesse collettivo del cui utilizzo potrà beneficiare, con tre riferimenti precisi di cui tener conto: la ricaduta occupazionale, la valorizzazione del comparto agricolo e la sostenibilità ambientale che non può prescindere dalla valutazione di conformità del progetto al “Piano di gestione rete natura 2000” approvato. 

Non ultimo, il bando nel rispettare tali punti, dovrà essere sottoposto alla preliminare approvazione/gradimento (per quanto di competenza) dello stesso consiglio comunale. Sul progetto e sulle compensazioni è stata disposta anche la costituzione di un gruppo di lavoro. 

In attesa dell'esito del ricorso presentato dalla cooperativa agroverde in merito alla decadenza dell'autorizzazione unica, si è già avviata la fase ricognitiva, immediatamente successiva alla delibera consiliare: «abbiamo dato i vari imput ai dirigenti – ci conferma l'assessore allo sviluppo economico e vice sindaco, Terenziano Di Stefano ­– che stanno procedendo agli opportuni controlli così come suggerito dalla delibera consiliare e dal dibattito svoltosi nella relativa seduta.

Controlli che si sono resi necessari perché sono passati molti anni, è intervenuto il prg, rete natura 2000 e, quindi, all'urbanistica devono controllare se sono nel frattempo sorti nuovi vincoli sulle aree a suo tempo individuate. Lo stesso dirigente al bilancio è stato invitato a verificare e valutare la reale capacità economica comunale, da sfruttare per comprare i terreni. Il patrimonio è stato già allertato perché settore di competenza ad iniziare l'iter concreto per l'acquisto dei terreni e la predisposizione del bando di gara che dovrà passare al vaglio definitivo del consiglio comunale».