Mobilitazione generale Progetto Argo-Cassiopea

Mobilitazione generale Progetto Argo-Cassiopea

Il mese di novembre è passato, il termine è scaduto. Si passa all'azione.

La decisione era nell'aria e l’ufficializzazione è arrivata dopo una riunione con gli rsu. I segretari provinciali dei sindacati di categoria, Filctem (Cgil), Femca (Cisl) e Uiltec (Uil), abbandonano ogni esitazione ed annunciano una mobilitazione generale, per la settimana prossima a Roma, davanti al ministero dell'Ambiente che non ha ancora rilasciato l'autorizzazione per il progetto “Argo-Cassiopea”.

Basta cincischiare ed indugiare, è giunta l’ora di reagire: «troppe volte abbiamo assistito – si legge nella nota congiunta dei segretari Gaetano Catania (Filctem-Cgil), Franco Emiliani (Femca-Cisl) e Maurizio Castania (Uiltec-Uil) – (nella foto) a lungaggini burocratiche che rallentano o addirittura hanno fatto saltare gli investimenti. Il protocollo d’intesa di 2.2 miliardi di euro deve trovare la sua applicazione a partire dalle autorizzazioni del progetto Argo-Cassiopea». In ballo ci sono 800 milioni di euro di investimenti per la piattaforma ed una grossa boccata d’ossigeno per l’indotto metalmeccanico, elettrico ed edile; ma c’è anche la preoccupazione per possibili esuberi nel diretto a causa del tracollo produttivo in fase estrattiva.

A questo punto a difesa dell’indotto, ma anche dello stesso diretto, il sindacato passa alla lotta rivendicativa nei confronti del governo nazionale, anche per non prestare il fianco alla multinazionale del “cane a sei zampe”, evitando di fornirle su un piatto d’argento la scusa nel rimangiarsi la parola, per aver aspettato per troppo tempo la “proroga via” prima di procedere a lavori già appaltati: «se da un lato si sollecitano – prosegue il comunicato – le istituzioni ed il governo a sbloccare l’iter autorizzativo, è necessario che nel contempo con senso di responsabilità l’Eni continui il suo impegno ad assegnare le successive gare per la realizzazione del progetto e far sì che il crono programma non subisca ulteriori ritardi. Basta – concludono i tre segretari provinciali – con le strumentalizzazioni ed alibi che danneggiano il proseguo degli investimenti».

Un’iniziativa che ha trovato il favore dei segretari regionali dei tre sindacati di categoria, Marco Falcinelli (Filctem-Cgil), Nora Garofalo (Femca-Cisl) e Paolo Pirani (Uiltec-Uil) che intervengono per manifestare tutta la loro preoccupazione a fronte di un «nuovo caso Ilva» a Gela, nel caso non dovessero partire i lavori per la piattaforma a terra e vedere sfumata la possibilità di occupazione per almeno 600 unità dell’indotto: una ferita che rischia di essere fatale dopo lo shock di cinque anni fa, «una vera tragedia sociale sul territorio gelese, già in ginocchio per la crisi, con ripercussioni economiche per tutto il Mezzogiorno e il Paese, vista anche la strategicità del settore del gas».

La manifestazione nella capitale è stata indetta per la giornata di mercoledì 11 dicembre 2019. Una vera e propria mobilitazione sindacale a difesa del piano industriale di Gela, partendo dall'autorizzazione alla proroga via sul progetto Argo-Cassiopea fino alla completa attuazione del Protocollo d'intesa del 6 Novembre del 2014, unitamente alla questione dell'area di crisi complessa che oltre Gela, peraltro, riguarda altri 22 comuni di ben 4 ex province. Una mobilitazione aperta a tutti. In primis ai dipendenti Rage, Eni Rewind ed Enimed per l’appunto, più in generale ad ogni singolo lavoratore del diretto e dell’indotto, da qualunque settore esso provenga. Si viaggia in pullman con partenza alle18,00 di martedì 10. Arrivo a Roma per le prime ore dell’indomani. Ripartenza nel pomeriggio e ritorno a Gela il 12 mattina