Quella di giovedì è stata una mattinata movimentata per il Commissario straordinario del Comune Rosario Arena, (nella foto, al centro) chiamato ad intervenire a Scavone dal segretario interprovinciale della Cgil Ignazio Giudice, a sua volta allertato da alcuni abitanti della zona, stanchi di dover convivere con enormi enormi cumuli di rifiuti sotto il naso e il grave rischio per la salute pubblica.
Arena è arrivato con il comandante della Polizia municipale Giuseppe Montana. I due hanno potuto constatare di persona le condizioni di estrema emergenza che regna in quel quartiere, i cui residenti hanno dichiarato di essere vittime di quello sconcio e che i trasgressori andrebbero individuati nei tanti automobilisti di passaggio. Arena ha chiesto ai vigili di intensificare i controlli ed al responsabile dei rapporti con la Tekra di verificare eventuali inadempienze contrattuali da parte della ditta appaltatrice del servizio di raccolta dei rifiuti.
E sulla questione rifiuti è intervenuto con una lunga nota il movimento Sviluppo Democratico, soggetto politico fondato un paio d’anni fa a sostegno dell’amministrazione Messinese-Siciliano. Nell’incipit della nota, la citazione del amministratore straordinario del Comune, Rosario Arena.
Ecco la nota di Sviluppo Democratico, che arriva proprio nello stesso giorno in cui il Commissario interviene personalmente a Scavone, dove si sono formati impunemente cumuli di spazzatura di enormi proporzioni.
«Allertati dall’allarmante messaggio lanciato dal Commissario Straordinario del Comune di Gela, e preso atto che le criticità del sistema di raccolta rifiuti sembrano acuirsi di giorno in giorno, con interi quartieri che sono diventati impraticabili e in uno stato di totale abbandono, e con l’obiettivo di invitare i nostri concittadini a comportamenti più inclini al rispetto del bene comune, abbiamo deciso di avviare un’analisi critica, volta a capire che fine hanno fatto le iniziative di contrasto all’abbandono indiscriminato dei rifiuti, sollecitate nelle varie ordinanze sindacali emesse dalla passata amministrazione, e quali sono le ragioni per cui la situazione appare, oramai, completamente fuori controllo.
Per farlo, abbiamo fatto un giro in città, spostandoci anche verso le aree rurali di c.da Bulala e della piana di Gela, entrando fin dentro i quartieri che fanno da cintura a Nord della città, da Settefarine a c.da Marchitello, passando per c.da Margi e il quartiere Cantina Sociale.
Abbiamo indossato scarponi e mascherine e registrato video e fotografie, che mostrano lo scempio, che si alimenta ogni giorno, e che lascia presagire una movimentazione organizzata di rifiuti di ogni genere;
Rifiuti ingombranti, calcinacci e materiali di risulta di cantieri edili, manufatti in amianto, rifiuti elettrici ed elettronici, in quantità industriale, lasciati a deteriorarsi a contatto con il suolo e l’acqua dei fiumi che scaricano sulla piana di Gela. Ci chiediamo, se l’Asp è a conoscenza della problematica ed è in grado di rassicurare la cittadinanza rispetto ad eventuali refluenze sulla salute pubblica.
In caso contrario chiediamo alle autorità competenti di avviare i controlli dovuti, per sradicare il fenomeno, a tutela della salute della collettività.
L’ex assessore alle politiche ambientali, sentito dal gruppo di lavoro, costituito da cittadini comuni, aggiunge che:
“Tale scempio non può essere frutto di sola inciviltà. Guardando i video, registrati dal gruppo di lavoro, si percepisce chiaramente che potrebbe trattasi di depositi derivati da movimentazione illecita di rifiuti anche velenosi per l’ambiente.
Già più volte, quando ero in carica, registrando uno strano acuirsi del fenomeno di abbandono e incendio dei rifiuti, in diverse aree della città, avevo denunciato pubblicamente che si aveva l’impressione che dietro a tutto ci fosse la mano di chi per lucrare non si preoccupa di uccidere la nostra città. Vane sembrano essere le azioni che l’amministrazione sta attuando per contrastare il fenomeno, nonostante si è dato priorità ai controlli con l’organico di Polizia Municipale, che di certo risulta inadeguato per numero, rispetto alle esigenze del nostro Territoro.
Oggi, per arrivare alla risoluzione del problema, che si avrà solo con l’affidamento del nuovo servizio, occorre attivare delle azioni di contenimento, riattivando il servizio di ispezione dei rifiuti abbandonati sul territorio, che ci ha fatto registrare una forte impennata delle sanzioni nei mesi tra gennaio e marzo, e posizionando le telecamere mobili, acquistate quando ancora ero in carica, per riuscire ad acquisire informazioni utili ad arginare il fenomeno e risalire ai responsabili.
Di certo, non aiuta l’interruzione del servizio di recupero domiciliare degli ingombranti, attivato nel 2016, e sospeso immotivatamente a settembre.
La sua assenza sta già producendo rilevanti effetti negativi, come mostra la perdita di oltre 15 punti percentuali sulla raccolta differenziata, passata dal 56% di Agosto, al 41% di ottobre, sintomo, anche, di una minore sensibilità collettiva a differenziare, frutto di una coscienza civica sempre più sopita.
Rimanere ancora a lungo, senza convenzione, rischia di alimentare, involontariamente, il circuito di smaltimento illegale dei rifiuti, con il risultato che le aree rurali diventeranno delle vere e proprie discariche a cielo aperto, impossibili da bonificare, con grave danno alla salute di tutti i cittadini gelesi.”
Al termine del lungo confronto con l’ex assessore all’ambiente, ci siamo dunque chiesti, e gradiremmo che l’amministrazione pubblica spiegasse alla cittadinanza, per quali ragioni è stato interrotto il servizio di recupero dei rifiuti ingombranti, elettrici ed elettronici, e perché ad oggi non è stato riattivato.
Siamo curiosi di vedere i dati statistici risultanti dai controlli della Polizia Municipale, con particolare riferimento alle infrazioni rilevate dalle videocamere, che stante le dichiarazioni giornalistiche rese dalla pubblica amministrazione, risultano posizionate, oramai, da diverse settimane.
E sopratutto, che fine ha fatto la gara pluriennale per l’affidamento del nuovo servizio di raccolta rifiuti, fortemente voluto dall’ex. assessore alle politiche ambientali, per garantire maggiori servizi alla cittadinanza, la cui procedura è stata avviata ad inizio dell’anno in corso, in conformità al Piano d’Ambito dei comuni della zona Sud della Provincia di Caltanissetta, elaborato nel lontano 2016 e approvato dal dipartimento regionale delle acque e dei rifiuti nel 2017?
Interrogativi che ci lasciano amareggiati, per l’immobilismo che registriamo da quando l’argomento non è più motivo di dibattito sui social, forse perché, in fondo, il vero problema, per qualcuno, non erano i rifiuti».