Torna sul piede di guerra l’Ados-Italia di Gela, l’associazione donne operate al seno, attiva dal 2002 che negli ultimi tre anni ha organizzato, in collaborazione con le altre associazioni che operano sul territorio tra cui la sezione locale del Cesvop (centro di servizi per il volontariato di Palermo) diverse manifestazioni per sensibilizzare l’opinione pubblica a difendere il diritto alla salute e la politica regionale al rispetto degli impegni presi, per l’apertura all’ospedale Vittorio Emanuele della Breast unit, l’unità di senologia complessa, inaugurata già due volte ma mai realmente attivata. Tra le iniziative la raccolta di 22mila firme nel 2016.
Domenica 30 settembre, si terrà “Una camminata per la senologia,” manifestazione pacifica e silenziosa che a partire dalle ore 9, si muoverà dall’incrocio antistante l’ospedale alla volta di piazza Umberto I. Qui si terrà un workshop informativo sulla prevenzione. Un corteo popolare alla cui testa si porrà anche il commissario straordinario del comune Rosario Arena per chiedere a gran voce l’attivazione della breast unit.
Una battaglia questa per la Breast unit che il dott. Giuseppe Di Martino (nella foto, tra la referente provinciale del Cesvop Ileana Orlando a sinistra e Grazia Lo Bello, presidente della sezione gelese di Ados-Italia), responsabile dell’unità semplice di senologia del nosocomio di Gela, co-fondatore insieme a Grazia Lo Bello dell’Ados, sta portando avanti dal 2016, anno in cui dovevano essere istituite in Sicilia – sette per l’esattezza –. E tra queste, quella del nostro presidio ospedaliero, che ha il primo dei requisiti richiesti: minimo 150 casi l’anno di tumore alla mammella. Gli altri requisiti necessari sono: 3 chirurghi e 2 radiologi dedicati, l’anatomopatologo e il chirurgo plastico (anche in convenzione). Di questo e di altro ne abbiamo parlato con il dott. Di Martino.
«Questa manifestazione – ha detto Di Martino – sarà una giornata dedicata all’informazione rivolta a tutte le donne, incentrata sull’importanza della prevenzione e degli esami diagnostici per combattere e sconfiggere il carcinoma della mammella, ma anche per sensibilizzare l’opinione pubblica ed informarla sulla necessità di potenziare la struttura di senologia. Noi lottiamo perché ci crediamo: gli uomini passano ma i servizi restano. Ne è un esempio la radioterapia, che oggi è una realtà grazie anche all’impegno di Crocifisso Moscato, scomparso da qualche anno colpito da tumore».
– Qual è l’importanza della Breast unit?
«Negli ospedali del nord dove sono state create la mortalità è inferiore del 18% rispetto al sud. Se vogliamo sconfiggere il cancro in ospedale dobbiamo avere le armi: e le armi sono il chirurgo senologo, il chirurgo plastico, il radiologo dedicato – quest’ultima figura fondamentale – perché è colui che fa la diagnosi. La paziente deve essere presa in carico dal reparto di senologia e lì poter trovare medici e servizi adeguati. Noi operatori dell’unità semplice senza il personale dedicato, con grandi sacrifici, anche dei volontari, riusciamo a fare le diagnosi in un giorno. Ma abbiamo una lunga lista di attesa. Per questo chiediamo l’autonomia gestionale. In ospedale vengono a farsi visitare 50 donne al giorno. Provengono da tutta la Sicilia, Licata, Mazzarino, Vittoria, Trapani, Palermo, Catania. Facciamo quasi 5 mila mammografie l’anno e per ogni mille ci attendiamo di scoprire 5 tumori. Questa è la casistica. Noi siamo stati tra i primi in Sicilia, nel 2002, ad eseguire la biopsia del linfonodo sentinella in estemporanea, una metodica attuata dal dott. Veronesi con il quale ho avuto l’onore di lavorare. In Sicilia abbiamo 3500 diagnosi ogni anno, muoiono in 900. Il nostro obiettivo è quello di ridurre a zero questa percentuale».
– Come Ados, qual è la vostra funzione?
«Un’opera molto importante è quella svolta da Grazia Lo Bello, presidente dell’Ados, sempre presente ed attiva alla Senologia. Volontaria insieme ad altre 16 donne, da quando fu operata da me 18 anni fa di tumore alla mammella. La sua figura è importantissima, per il supporto che fornisce alle pazienti. L’associazione è nata per questo, stare vicino alle pazienti. Molte di loro hanno sconfitto la malattia grazie alla prevenzione precoce, che è l’unica arma che abbiamo. Io vedo arrivare in ambulatorio tante giovani donne con tumore in stato avanzato; in tante purtroppo ci hanno lasciato, ma molte sono state prese in tempo. Il 60% delle diagnosi le fa la donna stessa con l’autopalpazione. Vogliamo ridurre questa percentuale, ma ciò si può ottenere solo con medici dedicati».
«L’Unità dipartimentale di senologia sulla carta esiste – aggiunge Grazia Lo Bello –. Abbiamo una stanza con 4 posti letto, l’ambulatorio grande, il salotto per l’accoglienza. Tutto è pronto, ma non abbiamo l’autonomia gestionale e il personale dedicato. Tra le nostre battaglie anticipare a 45 anni l’età dello screening, che è partito da poco e rivolto alle donne di età compresa fra i 50 e i 69 anni e la visita senologica già a 20 anni. Questo perché nel 2017 sono stati riscontrati i seguenti dati: 5000 donne accompagnate dalle volontarie, 3000 persone visitate, 250 tumori diagnosticati e operati, di cui 150 maligni. Si è registrato un abbassamento dell’età: il 30% delle operate hanno una età compresa tra i 25 e i 45. 100 i tumori benigni, il 35% di età compresa tra i 14 e i 24 anni. I casi da 50 nel 2001 a 250 nel 2017».
«La manifestazione è sostenuta dal centro servizi per il volontariato – dice Eliana Orlando – referente provinciale del Cesvop. L’Ados svolge una funzione importante, si avvicina in maniera gentile a tutte le donne che si trovano ad affrontare un problema così difficile come il tumore e quindi noi siamo onorati di sostenere questo tipo di realtà del nostro territorio che da 16 anni opera a Gela».
Ci si aspetta la mobilitazione di tutte le forze sane e della popolazione, in una realtà come quella di Gela dove i casi di tumore, di ogni tipo, sono in costante aumento. L’istituzione della Breast unit non può più attendere.
Il «Chi è» del dott. Di Martino
Nato a Niscemi nel 1955, laurea in medicina e chirurgia ed abilitazione alla professione; specializzazione in Chirurgia generale e toracica all’università di Catania; diploma alla scuola italiana di senologia Orta San Giulio, Master universitario di senologia università di Milano.
Dal 1993 al 1995 ha frequentato l’Istituto nazionale dei tumori e l’Istituto Europeo di Oncologia in qualità di medico interno. Responsabile dell’unità operativa semplice di senologia dal 2012 all’ospedale Vittorio Emanuele,
Segretario regionale Anisc (associazione nazionale senologi chirurghi)
Ha operato 2000 donne.
Adesione di Arancio e Di Paola alla “Camminata”di domenica
Hanno dato la loro adesione alla manifestazione anche i deputati regionali Nuccio Di Paola (5 stelle) e il dott. Giuseppe Arancio (Pd).
Di Paola: «Darò il mio supporto all’iniziativa partecipando alla “camminata”, che solleva un problema di vitale importanza per la nostra città, l’istituzione della breast unit. Nel luglio scorso ho presentato una interrogazione parlamentare per chiedere di far ripartire lo screening, che è stato poi avviato da lì a poco tempo. Naturalmente si può e si deve fare di più. E io sono disponibile a qualunque iniziativa. Occorre che vengano attivati i concorsi per le assunzioni all’ospedale, bisogna far pressione sul governo regionale per poter risolvere le problematiche del nostro nosocomio».
Arancio: «Parteciperò alla manifestazione e mi impegnerò per quanto di mia competenza. Per avviare la Breast Unit è necessario che vengano assunti i medici. L’unità senologica si trova attualmente all’interno del reparto di chirurgia, quindi occorre rendere autonomo il dott. Di Martino. La Breast Unit è già stata inaugurata ma non è stata ancora potenziata con il personale che necessita. Purtroppo la situazione è complessa, si è in ritardo con l’approvazione della legge di bilancio, sono stati tagliati alcuni finanziamenti anche per altre opere. Vogliamo che la senologia sia potenziata, quindi bisogna sensibilizzare il governo regionale per accelerare i tempi. Occorre che anche la cittadinanza si attivi in tal senso, quindi ben vengano manifestazioni di questo genere».