Un serata dedicata alla poesia è stata quella di venerdì scorso all’Auser Insieme di Gela che,
in concomitanza con le festività natalizie, ha organizzato un cenacolo di poeti a cui hanno partecipato tanti autori della nostra città e non solo, amanti del verso recitato in dialetto ma anche in italiano. Un omaggio alla cultura, alla bellezza della nostra lingua siciliana, alla sua musicalità. E’ stato il primo recital organizzato dall’associazione e vista la larga partecipazione e l’apprezzamento dei soci, pensiamo che non sia l’ultimo.
Il presidente dell’Auser Peppe Incardona ha voluto ricordare nel suo intervento prima dell’inizio del recital l’attività svolta dall’associazione.
«L’Auser-Insieme è la seconda associazione più numerosa in Italia – ha sottolineato –. Nasce nel 1989 per iniziativa del sindacato Cgil con lo scopo di valorizzare gli anziani e far crescere il loro ruolo attivo nella società, diffondere la cultura e la pratica della solidarietà e della partecipazione. Il circolo
di Gela – ha concluso – registra la presenza di molti iscritti anche non pensionati».
La serata è stata presentata da Giancarlo Picchioni.
Il giornalista Franco Infurna, ospite della serata è intervenuto soffermandosi sul riconoscimento del siciliano da parte dell’Unesco quale lingua indoeuropea ufficiale. Ha poi parlato del patrimonio culturale che rappresenta per i siciliani e per i gelesi, per la varietà delle sue espressioni e con i suoi tanti termini, talvolta intraducibili.
I poeti con i loro componimenti hanno trattato diversi argomenti: le poesie di Rosa Perna, Na sciusciata i ventu e Un Vecchiu e a notti, si interrogano sui problemi esistenziali e sulla fugacità della vita. Maria Grazia Fasciana con Quannu era nica ha parlato dei suoi ricordi di bambina e con Ninu ‘Mpopa ha rappresentato in versi la figura di un personaggio di Gela molto noto, raffigurato spesso dai pittori, sottolineando la capacità di accoglienza e di integrazione dei gelesi.
A Gela è stata dedicata la poesia Bedda Matri Gela di Giusi Di Dio, recitata dalla piccola Roberta Susino.
Sempre sul senso della vita si è interrogato il poeta Salvatore Di Dio con la poesia La Kutura, mentre Franco Città ha recitato Pinzeri e U pitinu.
La prima sezione della serata è stata dedicata alle poesie dialettali e si è conclusa con i versi di Rocco Vacca tratti dal suo ultimo libro Amuri ca duna frutti, un excursus storico in rima su Gela e con le canzoni Mi votu e mi rivotu di Rosa Balistreri e Mo carta dei Cunsertu interpretate da Gaetano Collorà che ha curato l'accompagnamento musicale delle poesie e da Gloria Fasciana.
La seconda parte della serata è stata dedicata alle poesie in lingua italiana con i versi di Carmelo Nicosiano che ha omaggiato l’amore con Le ali di farfalla e ha lanciato un monito agli uomini che usano violenza sulle donne con Fermati uomo. Poi i versi di Maria Occhipinti Il silenzio e Il vento, di Filippo Minacapilli da Aidone con Tramonto imerese e Il trapezio, interpretate da Maria Grazia Fasciana.
Non è mancato uno spazio dedicato alla poesia d’avanguardia proposto da Salvatore Zafarana, che con Esegèta dell’io ha posto a chi ha ascoltato girandole di parole e suoni.
La serata è ripresa con la sezione dialettale, con le poesie del poeta Pino Fasciana, scomparso diversi anni fa, che Franco Infurna ha voluto omaggiare recitando alcune delle sue tantissime poesie.
Ha concluso la manifestazione Paolo Di Dio con un collage di canzoni siciliane tradizionali di cui ha spiegato il significato e l’importanza; poi le ha trasposte in musica, accompagnandole con la sua chitarra e coinvolgendo il pubblico.