Gela aveva un aeroporto militare, il più importante del mediterraneo fu costruito durante il ventennio dalla Aeronautica come aeroporto militare da utilizzare per i collegamenti con le allora colonie italiane in Africa.
Prendeva il nome di “Aeroporto Ponte Olivo” e si trovava, lungo la odierna SS 117 bis Gela-Catania. L’Aeroporto di Ponte Olivo era un aeroporto molto usato durante la seconda guerra mondiale ubicato nella vasta piana della città di Gela, la seconda della Sicilia, successivamente usato da Enrico Mattei e dai dirigenti dell’Ente Nazionale Idrocarburi (Eni) come aeroporto privato, Enrico Mattei usò spesso la pista gelese fino ai giorni della sua morte.
Alle 09:55 del 27 ottobre 1962, decollò per l’ultima volta dall’aeroporto di Ponte Olivo per Catania con a bordo il solo pilota Irnerio Bertuzzi. oggi non è facilmente localizzabile, poiché il terreno è di fatto utilizzato abusivamente per scopi agricoli.
A cavallo tra gli anni 90 e 2000 venne presentato un progetto interessante per trasformare la pista in aeroporto civile, la sfida venne persa per demerito dei politici gelesi, la Città di Gela pur avendo tutte le condizioni, venti, superficie, utenza, fu persa in favore della piccola Comiso (Rg) che oggi ha un’aeroporto civile funzionante che accoglie migliaia di passeggeri al giorno ("come dimostrato in foto").
La pista di Gela per più di 80 anni è rimasta chiusa, sconosciuta ai più, oggi propongo di ri-utilizzare l’infrastruttura fantasma per la realizzazione di una aviosuperficie privata, sono molte le società in Italia che potrebbero essere interessate a costruire una tale infrastruttura a proprie spese, l’Enac non potrebbe opporsi, il Comune di Gela quale ente avrebbe un ruolo marginale nel rilascio delle autorizzazioni un motivo in più per investire in questa proposta al centro del Mediterraneo.
Visto gli spazi. Constatato che più di due terzi (il 69%) delle aviosuperfici italiane ha una lunghezza superiore ai 400 mt, mentre sono meno della metà (il 45%) i campi più lunghi di 500 mt. A Gela si potrebbe realizzare l’aviosuperficie più grande d’Italia, 1192 metri di pista con manto drenante, gestita privatamente.
Sull’aviosuperficie sono consentiti voli non di linea con numero di posti (passeggeri) non superiore a nove, considerando il futuro sviluppo di questa nicchia di mercato che si profila nei prossimi decenni anche a livello turistico oltre che per affari e politica, prevediamo un forte sviluppo economico, oggi, possiamo arrivare prima degli altri prevedendo e dettando lo svolgimento economico dei trasporti aerei privati futuri.
(AVIOSUPERFICIE: area idonea alla partenza e atterraggio di aeromobili, che non appartenga al demanio aeronautico di cui all ‘art. 692 del Codice della Navigazione e su cui non insista un aeroporto privato di cui allo art. 704 del C.d.N.).
Francesco Agati (nella foto)