La caduta di Kabul. Saigon? No, peggio!

La caduta di Kabul. Saigon? No, peggio!

Blitzkrieg è il termine coniato dagli inglesi per indicare “la guerra lampo”, vale a dire quella strategia militare che usarono i nazisti nella conquista dell'Europa all'inizio della Seconda Guerra Mondiale.

Come si sa, i generali di Hitler furono molto abili nell'annettersi buona parte del continente sino a giungere trionfalmente a Parigi, dopo una inarrestabile avanzata che spazzò via ogni resistenza. Lo stesso sembrerebbe essere accaduto con la vittoria dei Talebani che in poche settimane hanno riconquistato pezzo a pezzo l'Afghanistan sino a giungere trionfanti a Kabul, quasi senza colpo ferire.

Ma se sul piano del fanatismo, della immoralità e della crudeltà i nazisti e i talebani - al di là delle differenze etniche, antropologiche, culturali, ideologiche, religiose - hanno molti punti di inquietante comunanza, comunque sarebbe sbagliato mettere sullo stesso piano gli ufficiali del Reich con i mullah talebani. La verità è che gli uomini della Sharia hanno potuto vincere con tanta facilità, semplicemente perchè – andati via americani ed occidentali dall'Afghanistan – essi non hanno trovato resistenza, sopratutto dopo che il corrotto esercito afghano si è dissolto nel nulla. Rimane il dolore dei tanti caduti per questa causa persa. Oltre 3.500 i soldati americani, ma anche 53 dei nostri ragazzi, e poi tanti militari di altri contingenti europei e un numero spaventoso di vittime civili. 

Ma queste cose sono state raccontate ampiamente e con dovizia di particolari in queste giornate drammatiche, e quotidianamente abbiamo notizie ed approfondimenti sull'evolversi degli accadimenti. Mi appare però irritante questo continuo paragonare la sconfitta di Kabul con la storica resa degli americani a Saigon nel 1975. In realtà le situazioni sono ben diverse, perché mentre nella guerra del Viet-nam il disastro politico e militare fu solo statunitense. Adesso la responsabilità di questo drammatico epilogo è da dividere equamente fra americani ed europei. E' l'Occidente, tutto l'Occidente, che ha perduto e ha sbagliato tutto.

E fa onore alla cancelliera Angela Merkel averlo ammesso senza tanti giri di parole. Adesso però, al di là delle analisi, dei dibattiti, dei mea culpa, rimane la tragica, costante, quotidiana paura di ciò che sta accadendo alla popolazione afghana. Soprattutto alle donne. Arrivano già notizie agghiaccianti ed è tragicomico ascoltare  i portavoce dei talebani quando garantiscono amnistie e clemenza nei riguardi di chi coraggiosamente li ha combattuti. I talebani sono quanto di peggio possa esistere sulla faccia della terra; tribù che in nome delle “leggi coraniche” hanno commesso e continueranno a commettere i più turpi delitti. I talebani poi non hanno mai rispettato accordi. Non c'è quindi da illudersi.

Ora che hanno ripreso il potere (in verità offertogli su un piatto d’argento) non lo cederanno più, e l'Afghanistan diverrà un nuovo tremendo baluardo del peggiore estremismo islamico, una spina nel fianco dell'Occidente sempre più debole e confuso. Confuso perché ormai privo di valori, di punti di riferimento. Siamo in mano a finanzieri, burocrati, affaristi in giacca e cravatta che pensano solo ad impinguare il conto in banca.

E purtroppo sono loro che comandano, che indirizzano la politica, che “comprano” senza scrupoli tutto ciò che fa loro da ostacolo. Penso, se è vero che la storia si ripete, che nel giro di pochi decenni, la civiltà occidentale cadrà così come cadde nel 476 l'Impero romano. E il crollo non sarà neppure dovuto ai “nuovi barbari” ma sarà conseguenza dei propri errori. Sarà un’ implosione. D' altronde, se la fine dei “Cesari” iniziò quando i nemici cominciarono a premere alle frontiere, è pure vero che la vera ragione della disgregazione fu l’erosione del tessuto sociale, economico e militare di Roma,  causato dalla corruzione e dalla mollezza dei costumi. Potrà sembrare azzardato ed impietoso questo accostamento con il passato, ma così è.

Che poi, come già presagì Oriana Fallaci, la “Cassandra” del nostro secolo e ultima paladina dell'Occidente ferito, l’integralismo islamico darà la spallata finale al “colosso d’argilla” Europa, è nella logica delle cose. Infatti, alla fine di ogni contesa, finisce sempre per vincere il più forte. E oggi il mondo mussulmano è il più forte, anche più della Cina, anche più della Russia.  A noi europei, alfieri ipocriti di un’ipocrita e malata democrazia, rimane solo  la percezione di un declino già in atto, di cui però, per arroganza e per supponenza, non vogliamo prendere coscienza, nonostante molti “oracoli” ogni giorno ce lo ricordino.

Non ultimo, il papa teologo Benedetto XVI, l’unico pontefice dell’era moderna, che ha avuto il coraggio di leggere e presagire la fine dell’Occidente cristiano, tanto che il suo “sfortunato pontificato” potrebbe e potrà essere ricordato come una incessante e perpetua esortazione a riscoprire le radici della nostra civiltà, che con la filosofia, la scienza, la fede, le arti, fu mater magister del mondo.