La Procura della Repubblica ha stabilito l’inesistenza del nesso fra attività industriale, inquinamento ambientale e incidenza di patologie tumorali nel nostro territorio.
Pochi mesi fa un articolo su una testata nazionale, molto condiviso sui social, ci ricordava il terribile dato sui bambini malformati nati nella nostra città con le famiglie ancora in attesa di Giustizia.
Le 2 notizie hanno destato scalpore, sdegno, da parte di tanti cittadini, alcuni pure illustri. Molti magari sono gli stessi che ai tempi del “meglio morire di tumore che senza lavoro” si scagliavano contro le associazioni ambientaliste che avevano portato avanti la battaglia per la salute del territorio e degli abitanti, per la Giustizia.
E nonostante il frastuono occasionale di queste notizie e i ripetuti cambi di casacca di tanti che oggi indossano la divisa di paladini dell’ambiente non c’è nulla, proprio nulla, che assomigli ad una azione politica che chiarisca la posizione di questa amministrazione sull’argomento. Mamma Eni va servita, invocata. Punto!
La salute, anzi, la Vita, non appassiona nessuno. Non appassiona il Sindaco, né quello attuale né quelli precedenti. Non appassiona i consiglieri comunali, pronti a far volare sedie per polemicucce di palazzo ma si rivelano volatili quando si parla di tutela dell’ambiente e della salute (a meno che non si tratti di cavalcare il trend del momento su tamponi e vaccini).
Non appassiona i dirigenti sanitari che, anzi, in passato non si sono molto adoperati per far valere, come tentano di fare sull’argomento in voga oggi, titoli e competenze.
Nessun segnale da prefetti, dirigenti locali, provinciali, regionali, da parlamentari, ministri, Presidenti di Repubblica. Per i malformati e i morti gelesi, per le loro famiglie, la sfortuna mica è solo la malattia e la morte; la sfortuna è non essere nati a Taranto, dove, forse, visto che non è Eni il cattivo, un po’ di giustizia potrebbe apparire. Qui no! Nessun nesso causale. In città non si sente aria di cambiamento. Asservimento e tolleranza, solo questo.
Nel 2018, quando il nostro gruppo locale militava nel MIS, Movimento per l’indipendenza della Sicilia, dopo la scomparsa della povera Nuccia Frasca, inviammo alcune Pec al comune e comunicati alla stampa locale e regionale. In una richiesta al comune (che si invia in allegato), chiedevamo l’intitolazione di un luogo della città alle vittime: Piazza Vittime dell’Inquinamento. Azione simbolica ma efficace per ricordare a tutti che, Procura o non Procura, qui di inquinamento si muore. Oggi come Gran Sicilia rinnoviamo la richiesta, rinviando una PEC, (anche se sappiamo che come tutte le altre rimarrà senza risposta). Il nostro impegno su quelle questioni che alla politica non interessano, salute, vita, servizi, si moltiplicherà. E ancora di più sarà rimarcata la nostra distanza dalla vecchia e brutta politica ancora, purtroppo, in poltrona.
Gran Sicilia, sez. G. Corrao, Gela